Mi sa tanto che dovrò assentarmi per un po'. Motivi professionali. Motivi di quelli che tengono parecchio occupata la mente, oltre che monopolizzare la quasi totalità delle giornate, e delle settimane. Un vero peccato, per me di sicuro, visto che sarà alquanto improbabile rimettermi a scrivere in tempi brevi, e Dio solo sa quanto mi rilassi e mi faccia stare bene scrivere.
Vari amici, che lavorano in Banca (Banche diverse, che nel tempo hanno subito fusioni, acquisizioni, accorpamenti, tutte quelle simpatiche manovre che sulla carta sono semplici operazioni finanziarie e nella realtà invece sono capaci di provocare ben altro, dall'esaurimento nervoso al divorzio), mi guardano con aria tra il complice ed il compassionevole, come se pensassero: "Era ora che toccasse anche a voi". A dirla tutta a noi era già toccata, quando la mia gloriosa Mandante fiorentina fu comprata dalla spregiudicata famiglia di affaristi già proprietari di una nota Compagnia di Assicurazione torinese (giusto per finire di spolparla del tutto in un decennio), ma quella fusione era stata una passeggiata, una bazzeccola rispetto a questa.
Posso dire che tutto sommato ne eravamo usciti indenni, forse il modo di approcciare le cose, il sistema-lavoro, la filosofia di base erano le stesse, chi lo sa. O forse io ero più giovane, e mi spaventavo meno (anche se ne dubito). Più probabile che fosse il mercato ad essere diverso, anzi per certo lo era, dieci anni fa: giravano molti più soldi, e quindi la gente era molto più tranquilla, meno incazzata ed aggressiva. E poi (io mi scuso se torno sempre lì, ma devo pur incolpare i miei demoni personali di questo stato di cose) non c'era ancora niente di "social", la posta elettronica si usava ma con moderazione, se la tecnologia degli uffici si impallava per qualche giorno si proseguiva con calma e tanti sorrisi scrivendo a mano o usando il telefono. Dieci anni, cioè NIENTE, eppure tutto, da questo punto di vista.
Ora provate ad entrare in un'Agenzia d'Italia a caso degli ultimi nati del Gruppo Unipol (non dovrei far nomi, ma chi conosce un pochino il mondo assicurativo l'ha già capito da un bel pezzo per chi lavoro io) e pronunciare le paroline magiche "Migrazione-a-Essig": poi, preparatevi a scrivere un intero trattato, tutto vostro, sulle manifestazioni principali dell'isteria di massa.
Succede che questi sono tecnologicissimi, e ci tengono ai loro sistemi informatici più che alle loro stesse mamme: non saremo un'unica Azienda fin quando non adotteremo lo stesso sistema informatico, disse apponendo la firma il nostro Direttore Generale. Che poi, detto tra noi, è davvero cazzutissimo (uno dei pochi Direttori Generali di Qualcosa in Italia a non avere il titolo accademico davanti al nome, e già questo la dice lunga: la sua è tutta esperienza, esperienza vera), ha un'aura di idee chiare e spicce che si vede lontano un chilometro, cioè la distanza media da cui lo guardo io alla Mega Riunione Annuale, quella in cui mi appiccico alle pareti sperando che nessuno mi noti (la prima volta le pareti e buona parte delle uscite erano occupate da una sfilza di hostess strafighe giovanissime, di quelle che ti sporgono i pasticcini guardandoti dall'alto del loro tacco dodici, noleggiate in stock per l'occasione; forse poi qualcuno ha fatto notare che, tutto sommato, noi Agenti saremmo stati più felici con meno hostess sulle porte e con qualche soldino in più nelle tasche, perchè la seconda volta non c'erano e io ho potuto piazzarmi in posizione strategica).
E poi ha quel mantra tutto suo, lo ripete continuamente: "Noi vi abbiamo comprato, noi vi abbiamo salvato dal fallimento, quindi adesso fate tutto quello che vogliamo noi", assunto che fa sorridere, considerando che non è propriamente una frase democratica o "di sinistra", estrazione lontana della quale tutti loro sono così fieri. Sostanzialmente però è la pura verità: loro ci hanno comprato, loro ci hanno salvato dal fallimento. Sarebbe carino - e quanto meno logico - che ci imponessero solo le loro cose migliori, e prendessero da noi le migliori nostre, ma sembra sia più semplice e rapido cacciarci tutti di sana pianta all'interno del loro sistema, anche se per certi aspetti ci riporta indietro di decenni. Semplice, rapido, certamente non indolore. Perchè si dà il caso che le Agenzie che devono "fare tutto quello che vogliamo noi" siano un numero impressionante, e non è cosa da nulla rivoltarle TUTTE come calzini dal punto di vista informatico in pochi MESI.
Dev'essere andata come nei telefilm americani polizieschi, dove c'è sempre il Capitano di turno, o comunque il Capo del distretto (solitamente donna e di colore, che fa tanto politically correct, quella ormai vintage di Law & Order era anche cicciottella giusto per completare il quadro), che dice ai due detective, quelli che son giorni che si sbattono per trovare i cattivi: "Voglio il colpevole, e lo voglio entro questa sera". Della serie: finora non avete fatto una cippa, ma visto che adesso ve lo ordina il Capo vedete di muovervi alla svelta e risolvere il caso. Nei telefilm è sempre perchè il Procuratore minaccia di far saltare qualche testa, o perche il Sindaco di N.Y. è molto agitato e ha la stampa che lo assedia, ma non credo che i vertici della mia nuova Mandante abbiano questo tipo di pressioni. E' solo che hanno fatto dei piccoli errori di valutazione, ma non voglio spingermi oltre nelle mie considerazioni personali perchè poi finirei per dare a tutta questa storia una connotazione politica, uscendo dal seminato. Però, accidenti, certe similitudini sono davvero inquietanti.
Torniamo a noi. Per ora siamo solo all'inizio. La prima fetta d'Italia che parte con questo travaso massivo è il Triveneto (eccheccavolo, tutte le fortune ci toccano), probabilmente perchè lavoriamo tanto, e se dovremo lavorare ancora di più non ci spaventa. Mi piace pensare che sia perchè siamo i più bravini, e quindi ci fanno fare da apripista per tutti gli altri (oppure è perchè siamo i più bischeri, e non ci lamentiamo). Per installare il sistema che vogliono loro e lavorare con i computer che vogliono loro (che - va ammesso - quanto meno ti passano in comodato gratuito) devi stravolgere quasi totalmente l'impianto di cablaggio dell'Agenzia, a spese tue. Il mio taci che l'avevo pagato nuovo e pronto, visto che ho traslocato qua l'anno scorso (giusto un anno! Certo che Novembre è proprio un mese movimentato, ultimamente).
Arrivano gli scatoloni con i macchinari nuovi, e non sai quando verrà il Tecnico a montarli, oppure lo sai, ma te lo dicono oggi per domani (alla faccia della paralisi totale del lavoro quotidiano che ne consegue). A me è toccato un Tecnico sveglio: giovane, preparato, e pure un filo carino. Il mio solito c/lo, visto che a tanti Colleghi sono toccate coppie di emeriti rimbambiti assunti per l'occasione dal subappaltatore del subappaltatore del subappaltatore, che non sapevano nemmeno come si accendeva un computer, e in alcuni casi hanno tagliato anche i fili del telefono per sbaglio, lasciando il Collega, oltre che paralizzato, anche isolato dal mondo esterno. Questo bel ragazzotto friulano varca la porta del mio ufficio e come prima cosa mi fa: "Quel portatile lì non fa girare il programma, vai a comprartene uno nuovo subito". Certi addii destabilizzano, soprattutto se il "portatile lì" mi accompagna ormai da anni e al suo interno custodisce gelosamente centinaia di files (testi Word di ogni cosa, dalle clausole delle Polizze Rischi Industriali ai Pdf autorizzati Isvap delle campagne di vendita, alle bozze dei miei post che non hanno ancora visto la luce - e forse alcuni mai la vedranno, dalle scansioni delle autentiche della mia collezione, dei disegni di prigionia del mio nonno Tano, alle tante foto del mio mondo degli ultimi anni) che opportunamente travasati nel nuovo fiammante portatile nemmeno si aprono, perchè di preinstallato non c'è niente, manco uno straccio di Office di prova. Del resto sono cose che capitano, se ti fiondi nel primo Store disponibile (e per fortuna che il nuovo ufficio è in pieno Parco Commerciale), agguanti un commesso a caso e chiedi - indicando altrettanto a caso una catasta di oggetti a forma di PC portatile - qualcosa che sia nuovo, semplice, adatto per una persona che odia la tecnologia e non sa niente di informatica, nemmeno esattamente quali programmi dovrà usare, e possibilmente con dentro Windows 7, perchè l'otto me l'hanno sconsigliato solo guardandomi, pare sia una questione di avversione.
Il Giovane Commesso Agguantato A Caso dice con sorrisetto di compatimento nei confronti della Povera Vecchia che i computer con dentro Windows 7 non li fanno più da due anni, ti cucchi l'otto e corri in ufficio, visto che nel frattempo il baldo Tecnico ha scoperto che - di tutti gli scatoloni presenti - nessuno contiene il SERVER, il cuore del nuovo sistema, e quindi bisogna correre a prenderne uno in un'altra Agenzia dove ne erano arrivati due, guarda caso (doppio c/lo, in quell'Agenzia c'era stato il medesimo Tecnico, e quindi lo sapeva). Torni indietro di corsa sudando come un animale, così impari a mettere in ferie tutte le impiegate (a cosa serve tenere lì le impiegate, se l'ufficio non è operativo?) quando il pubblico entra comunque. O telefona. O aspetta fuori con faccia torva e minacciosa, dicendoti che non è un bel servizio trovare la porta chiusa con il biglietto "Torno subito. Firmato: Il Tecnico". Cose che dieci anni fa non sarebbero successe neanche in un film comico. Ci avremmo riso su con un buon caffè, visto che la macchinetta funziona ancora, riso del server finito per errore a Palermo, e della mia carta di credito alleggerita del costo di un portatile-al-volo in più, che magari con un po' di preavviso e studiando meglio le macchine presenti nemmeno serviva.
Ma non potevo prendermela con il Tecnico, in primis perchè lui non c'entra niente, e in secundis perchè si trova anche lui in una spiacevole situazione: è appena stato licenziato, in diretta via telefono. Sono, questi, ragazzi che lavorano dodici ore al giorno da mesi, spesso senza pausa pranzo, lui avanza settecento ore di straordinario, gli dicono alle otto e mezza di sera dove dovrà essere alle otto e mezza di mattina del giorno dopo (sotto casa o a 200 chilometri indifferentemente), il tutto per 900 Euro al mese. Ha osato lamentarsi e al telefono gli hanno dato i dieci giorni, tanto fuori della porta c'è la coda. A parte il fatto che, secondo il mio modesto parere, anche se la storia della coda è vera un imprenditore lungimirante quelli bravi dovrebbe coccolarseli un pochino, la mia mente è andata a chi in questi giorni si indigna e fa casino perchè si vuole negare ai dipendenti pubblici il diritto di sciopero, mentre dell'esistenza di queste giovani bestie da macello nessuno parla. Chiusa parentesi.
Comprendo che la gentile e preparata bestia da macello a quel punto avesse solo voglia di tornarsene a casa, perchè ha finito il montaggio in fretta e furia senza soffermarsi troppo sulle istruzioni da lasciare a me, per far funzionare i nuovi apparecchi. Soprattutto il portatile nuovo, che non va: ho chiamato la Telecom ma dicono che la loro linea ADSL è a posto, ho chiamato i nostri esperti informatici e dicono che la loro roba funziona perfettamente, e che non possono soffermarsi troppo su questi problemi di secondo piano visto che ci sono già le prime Agenzie totalmente paralizzate (io maligno che non gliel'aveva ordinato il cardiologo, al Direttore Generale, di travasarci tutti entro sei mesi, a blocchi di cinquanta, perchè così facendo il Servizio Assistenza si trasforma in un enorme imbuto di chiamate disperate, e vorrò proprio vedere che succederà a Dicembre, quando arriveranno i numeri grossi). Tuttavia ribadisco che con lo speed test risulta che il fiammante portatore di Windows 8 lavora a 156K, praticamente ho comprato un piccolo bradipo da compagnia. Qualche anno fa andavano di moda i furetti. Carino da morire, ergonomico e leggero, che non mi serve assolutamente a niente. E che, non potendo scaricare Office a 156K perchè ci vuole un mese e mezzo, custodisce i miei sacri file senza permettermi di aprirli, vuoi mai che debba fare una modifica ad una Polizza con clausolario e mi serva un testo specifico: mi tocca mandar via il Cliente.
Io, personalmente, già da un paio di settimane a chi mi chiede un preventivo per una Polizza Casa, o Infortuni, o Condominio, o per un negozio o un'attività, o chi più ne ha più ne metta al di fuori della R.C. Auto più stupida, sono costretta a dire: "Guardi, se ha intenzione di farla subito, e con subito intendo OGGI o domani al massimo, ok ne parliamo; ma se in realtà deve pensarci un po' su oppure ha una scadenza da disdire altrove tra qualche mese, non posso farci niente". Avrò altri prodotti, avrò altri listini. Di cui peraltro ora come ora non so quasi nulla. Alcuni (pochi, pochissimi) li ho già visti, e non grido al miracolo. Dell'enorme mole di tutti gli altri, il nulla. Nessun libretto disponibile, nessun tariffario.
Sono più che convinta che viviamo in un periodo in cui il mercato (inteso come gli Assicurati e i papabili Assicurati) chiede solo due cose, solo due ma irrinunciabili: prodotti comprensibili, e rapidità di risposte. Solo dopo viene il prezzo basso, e in realtà è richiesta che riguarda più che altro la R.C. obbligatoria. Per il resto (una Polizza Infortuni, ad esempio), quando uno vuole un preventivo, il più delle volte senza neanche avere le idee chiare, si aspetta di sentire tre-quattro garanzie, le relative franchigie, i capitali, e il premio. Basta. E in fretta, in tempo reale, come se fosse lui, davanti al computer, non tu. Imbevuti di tecnologia, si lavora a compartimenti stagni, a schemini e foglietti da comparare. Uno schifo, per me che vorrei far due chiacchiere più che volentieri e illustrare qualcosa di più personale possibile, ma tant'è. Figuriamoci se, oltre a tutto, per rilasciare un preventivo ci metto due ore, con prodotti incomprensibili. O comprensibili, ma che non conosco, e ho diciamo una settimana per studiare di tutto punto (e non sono esattamente due o tre). Finisci per pensare prima ai tuoi problemi, ai tuoi casini, alle tue esigenze, che a quelle del Cliente, ed è un errore tanto madornale quando imperdonabile.
Mi soffermo su questi pensieri in una domenica sera tipica delle nostre, da Veneto apripista, imbevuta com'è di umidità e di buio, mentre la mia Agenzia è in una sorta di limbo (nuovo hardware, vecchio software), in attesa della Grande Migrazione. La prossima settimana, tre giorni di corso che mi renderanno espertissima, e poi arriverà lui, il Nuovo Sistema Operativo con un nome talmente assurdo (chissà se lo sanno, che vuol dire Aceto in tedesco) che - già sappiamo - nelle Agenzie che hanno fatto da test nazionale ha scartato casualmente Polizze senza preavviso, eliminato tutti i Contatti dalla posta elettronica, mischiato svariate anagrafiche della Banca Dati Clienti, impallato i programmi di contabilità ed altre amenità simili. Credo sarà la mia rivincita, visto il mio livello di informatizzazione pari a sotto zero; i miei brogliacci fatti a mano saranno indispensabili. I rapporti umani prevarranno, lo spero, su macchine inutilizzabili se non inutili. Il sorriso abbatterà la paralisi. Ma ciò comporterà l'ennesima full immersion...
L'anno scorso sono uscita dal "trauma del trasloco" a Firenze, grazie ad una Mostra a Palazzo Strozzi: dopo mesi in apnea ancora una volta l'arte era stata aria, era stata vento, era stata sole. Non so assolutamente quando e come, ma già pregusto quale sarà la scintilla, quale Mostra porterà in superficie questa nuova bolla che sta solo aspettando di formarsi. Non lo so, ma uscirne sarà di sicuro bellissimo.
Carissima Paola/Mariquita tutta la mia solidarietà!!Sono in giro con il solito smartphone ma ti dico al volo come la penso:adoro la tecnologia ma proprio per tornare a tempi antichi preferivo quando non c'erano nemmeno i cellulari od erano pochissimi!!Uno prendeva un appuntamento con un rappresentante e lo rispettava!!Oggi se per caso hanno un impegno più importante o una prospettiva di guadagno con qualcuno ti chiamano il giorno stesso per disdire magari mentre sei già in viaggio!!Passando alla nostra amata arte ho letto che sei riuscita ad agguantare XXD la tanto agognata sfera di Meggiato!!Complimenti!!Il sottoscritto ha dovuto rinunciare ad uno splendido Lorenzo Gignous proveniente da un'eredità che andava dispersa ma purtroppo le dimensioni ed il prezzo lo facevano irraggiungibile in questi tempi di burrasca!!Non oso pensare se fosse stato di Eugenio Gignous!!Da vecchio perito meccanico mi sono consolato con una locomotiva di una famosa azienda svizzera che realizza veramente dei gioiellini!Sto parlando di trenini per adulti benestanti ;-) LOL,se hai curiosità di vedere di cosa parlo www.rittech.ch quando sarai riconnessa ad una velocità non da bradipo!!Continuerò ad aggiornarmi sul tuo blog,sono circa al 50%!!In bocca al lupo per tutto ed un abbraccio!!
RispondiEliminaFrancesco-dalla-nonna-di Gavirate!!
P.S.:la prossima volta al 100% "mi loggherò"!!! ;-)
Come si dice "Grazie Francesco, un abbraccio e alla prossima" a 156K ?!? Finirò l'abbraccio per Natale... :-)
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