.

.

domenica 16 agosto 2015

Se lo dice l'Esperto

Esperienza:
Conoscenza diretta, personalmente acquisita con l'osservazione,
l'uso o la pratica, di una determinata sfera della realtà
(def. Vocabolario Treccani)


In fondo, sono convinta sia del tutto normale. Come ci sono parole che mi piacciono, che amo, che cerco (per la loro sonorità, per come la voce scorre via quando le pronunci, per la forma che prendono le labbra, e ovviamente per il loro significato, per ciò che rappresentano in se stesse e nella mia personale esperienza di vita), ce ne sono altre che non sopporto, in modo viscerale. Roba da innervosirmi di brutto quando sento che qualcuno le sta pronunciando.
Ultimamente, una di queste ultime è "esperto". Già a vederla scritta, da me, ringhio un pochino. 
Parte tutto dalle mie fissazioni per la pubblicità, che sia su carta stampata, in radio o in video. Devo averne fatto accenno in più di un post dei primi, quando indugiavo nel raccontarmi, un po' alla volta: se non avessi fatto l'assicuratore credo mi sarei buttata nel mondo della pubblicità. Che poi sarebbe stato un mestiere assolutamente fattibile per una con la mente sveglia ed una laurea in Lettere agli albori degli anni Novanta, intendo, non si limitava ad essere il solito sogno stile "farò l'arredatrice di interni" - diciamo che io non sono mai stata tipo nè da astronauta nè da ballerina, chè sul primo soffro di vertigini e sul secondo non ci ho il fisico. Prima dell'Università confabulavo di giornalismo o affini, ad esempio. Più prosaicamente ho anch'io tentato (in modo del tutto furtivo, quasi in incognito) la strada dell'insegnamento, in coda dietro a centinaia di nomi con la stessa Laurea, fin quando la momentanea futura suocera, che lavorava appunto in un'Agenzia di Assicurazioni, non ebbe bisogno di me per riordinare qualche archivio. Il più classico degli "in attesa di..." che diventa la vita reale. Niente arredamento d'interni su settimanali patinati, dunque, anche se sospettavo che arrivarci sarebbe stato un po' complicato, ma niente anche al mondo della pubblicità, che continua a popolare e a pungolare la mia mente, sia per un interesse personale sia perchè, avendo io sposato un sociologo dilettante, grazie a lei il dialogo non langue. Anzi, ci sorprende sempre. Che siano pubblicità orribili o ben fatte, storie assurde o ben congegnate, con un testimonial che valga il suo ruolo oppure pagato per niente, è indubbio che dalla pubblicità si ricava un profondo spaccato mica da ridere della realtà quotidiana. Dei giovani, degli anziani. Di dove la gente mette i soldi. Di cosa cerca, di cosa detesta. E' pazzesco quanto bravi siano, certi pubblicitari, ad interpretare "la massa", addirittura, in alcuni casi, ad anticiparla, a muoverla, a condurla dove vogliono loro.
Torniamo alla mea con l'"esperto". L'Esperto è dappertutto, indipendentemente dalla categoria merceologica. Per quanto riguarda il mio settore, l'Esperto se ne sta tutto incellofanato nel portabollo, pronto all'uso in caso di incidente. L'avrete pur vista, no, la pubblicità di una nota (e tra l'altro ottima, intendiamoci, non denigro il suo Esperto per concorrenza!) Compagnia diretta (per i profani vuol dire che non ha Agenzie, cioè di quelle contattabili solo via telefono o via computer), la quale tra i suoi servizi sottolinea come compreso nel prezzo ci sia l'Esperto Incidenti da svegliare dal coma della sua bustina ventiquattr'ore su ventiquattro. Tu hai cannato uno Stop alle due di notte, sei entrato nella portiera di quel povero disgraziato che ha avuto la sfiga di passare di là a quell'ora, e dal buio si materializza l'Esperto. Davvero, puoi telefonare, anche a quell'ora, per sentirti dire che hai torto marcio. Oppure, se sei tu il povero disgraziato della portiera sfondata, sentirti dire che hai ragione, ma muoviti a compilare la Constatazione (o in extremis ad annotarti la targa del colpevole), perchè altrimenti se questo se ne va non si combina un tubo. Grande Esperto. In fondo la Constatazione Amichevole è un foglio con delle caselle da riempire, basta rispondere, può farlo anche un bambino delle elementari; il problema viene dopo, cioè sull'interpretazione di quei dati, ma nella pubblicità si vede solo la prima parte della faccenda, con l'Esperto alla luce fioca dei lampioni che sorride indicando i punti d'urto e dicendo "tu hai ragione, tu no, mi dispiace, hai torto". Godrei nel sapere cosa ti rispondono alle due di notte se chi ti ha sfondato la portiera è un'auto con targa straniera che magari non risulta nemmeno assicurata. 
Ma mica solo di assicurazioni si occupa l'onnisciente Esperto, figuriamoci. Ci sono valanghe di Esperti di roba di Banca, in pubblicità di tutte le sponde, e sorridono tutti come dei matti. C'è l'Esperto per lavarsi i denti (secondo me va in stocca con l'Esperto di Banca, visto il suo sorriso smagliante). C'è una marea di Esperti di automobili, o meglio di motori in genere. Sono sicura che, da qualche parte, c'è un Esperto anche per scegliere il melone al supermercato, così la smettiamo di portarci a casa robaccia che quando la apri è dura, ancora verde, e non sa di niente. Esperti di animali, esperti di profumi per l'ambiente. 
Quello che mi punge, e mi punge, e mi punge, è PERCHE'. Posto che io ho una venerazione per i pubblicitari, visto che l'imbroccano sempre, do per scontato che questa cosa dell'Esperto sia effettivamente quello che "la massa" vuole, e non posso che chiedermi perchè. Perchè c'è bisogno del cartellino "esperto", innanzitutto.
Anche io, personalmente, ricorro a PERSONE CHE ABBIANO ESPERIENZA (detto così suona un po' diverso) in un determinato settore se devo fare una scelta, è ovvio. Ma la citata esperienza la giudico a occhio, in base alla MIA, di esperienza, sul genere umano: se uno è realmente o no esperto di qualcosa lo vedo da come ne parla, da come approfondisce l'argomento, dalla varietà di esempi con i quali lo correda, magari - mica sempre, non voglio sembrare prevenuta - se ha o meno le tempie grigie (salvo su argomenti di tecnologia informatica, lì degli sbarbini mi fido ciecamente). Insomma, non ho bisogno di un cartellino! Non me ne frega niente della qualifica, perchè l'esperienza è, in fondo, esattamente l'opposto... o no? 
Si può essere "esperti per definizione"? 
Comprare l'esperienza? 
Faccio un mero esempio: quand'ero ragazza ho assistito al nascere e al proliferare dei primi Centri Commerciali, quelli enormi, luminosi, dove andare a passeggiare col moroso quando non si sapeva dove altro andare per passare il tempo. Per quanto anonimi e devastanti per il piccolo commercio locale, hanno dato lavoro a un sacco di gente. Una volta, all'interno di uno store che poteva essere l'antenato degli attuali Castorama, Leroy Merlin, Brico Center e così via (il moroso dell'epoca era un patito del bricolage, motivo per cui io ora lo detesto con tutta me stessa - il bricolage, non lui), ho fermato un giovanotto per chiedergli informazioni sulle tende alla veneziana. Era una carognata, in verità, perchè io non avevo assolutamente idea di comprare tende, nè veneziane nè di altra provenienza, e quindi alla fin fine sapevo che gli avrei fatto solo perdere tempo, ma ero estasiata dalla corsia delle tende, di tantissime forme, materiali e colori, quando fino ad allora (sfido chiunque tra i miei coetanei a dimostrare il contrario) le lamelle delle veneziane di tutte le case del mondo erano solo verdi pisello, e larghe quel tot che bastava per stare tra la persiana e l'infisso. Il cuore dell'arredatrice di interni batteva all'impazzata. Il baldo giovanotto (cioè l'Esperto di Tende) ha iniziato un discorsetto mandato platealmente a memoria, e quando l'ho interrotto con una domanda chiusa (facile, basta rispondere o sì o no) l'ha ripreso esattamente dal punto in cui si era fermato (tra l'altro senza il verbo, che stava nel tronco di frase pre-domanda, quindi senza un po' di memoria da parte mia rischiavo comunque di non capire niente). L'allegro siparietto si era poi ripetuto più di una volta (ho già ammesso che era una carognata, tanto valeva farla completa). Questo perchè il giovanotto non era per niente un Esperto, ma semplicemente un Addetto al reparto tende. Mica c'è di che crocifiggerlo, è solo che le parole hanno un loro peso. E vanno rispettate. Il fatto di prendere un ragazzino appena uscito dalle Scuole Superiori, volonteroso quanto basta, inculcargli a memoria un pistolotto sulle nuove tende, non lo rendeva automaticamente esperto. 
Mi si può obiettare che era moooolto tempo fa, sono passati tanti anni (tanti, sì, veleggiamo quasi verso i trenta), adesso è tutto diverso, c'è più concorrenza, c'è più attenzione. Col cavolo. Ditelo a mia sorella, che qualche mese fa è andata da Mediaworld perchè le serviva una macchina fotografica con un teleobiettivo degno di questo nome, e si è trovata ad interloquire con una bella ragazza (addetta e/o esperta di macchine fotografiche, visto che stava al reparto) che alla sua richiesta della Tal Apparecchiatura con il Tal Tele le ha detto, testualmente: "E perchè invece non si compra questa, che è pure in offerta, e ha un bel grandangolo?". Mia sorella ha imparato negli anni ad incenerire con lo sguardo, generalmente lo fa un attimo dopo aver puntualizzato che, in fotografia, il grandangolo è esattamente il contrario del teleobiettivo.
Non massacriamo i poveri Addetti, tutti abbiamo cominciato e abbiamo avuto bisogno di tempo per arricchire il nostro bagaglio di conoscenze, professionali ed extra. Torniamo invece agli Esperti, al perchè "la massa" li cerca, li vuole, si affida a loro come a novelli Angeli Custodi versione 2.0.
Ragionando, io mi sono data due possibili spiegazioni. La prima è che, appunto, quando si PARLA, si interagisce con le persone, tendenzialmente si finisce per capire se uno è davvero esperto di quello di cui dice di essere esperto, oppure se è un fanfarone. Posso ben immaginare di non essere l'unica ad avere il dono di sgamarli ad occhio.
Il problema è che, oggigiorno, la percentuale di acquisti non solo di beni ma anche di servizi su Internet sta raggiungendo numeri impressionanti, e acquistare su Internet è sempre un terno al lotto. Con i beni è solo questione di attendere il Corriere con il pacchettino, lo apri e vedi subito se hai beccato la fregatura o se hai fatto un affare. Con i servizi (assicurativi, bancari, ma anche oltre... parliamo di Arte?? Eh??) è in effetti un po' più problematico, e allora ecco il bisogno dell'etichetta. Hai un Esperto, ci mancherebbe, non hai buttato i tuoi soldi nel cesso, dai! E' evidente che se/quando chiamerai (nel nostro caso, ad esempio, non è sempre detto che serva, anzi, in teoria l'ideale sarebbe che non succedesse mai) non avrai modo di vedere se ti stai davvero confrontando con uno che fa quel mestiere da vent'anni e sa di cosa parla, piuttosto che un ragazzino che ha appena finito le Superiori, piuttosto che uno che è il quinto call-center che gira, e su quello di prima vendeva le pentole. L'importante è crederci, o meglio ancora poter dire agli amici (rigorosamente su Facebook o Twitter, MAI di persona mi raccomando) "il mio assistente bancario è un vero Esperto", così l'amico di Facebook manda giù fiele pensando "Ehi che invidia, invece il mio è un completo deficiente". Forse lo scopo è quello: fare invidia. Mostrarsi fighi, perchè si sa scegliere. Il meglio di tutto a pochi soldi, come avviene di norma su Marte, no? Sulla Terra invece come si fa lo sa solo lui, il Furbo.
Io, a naso, direi che considerando gli enormi problemi che attanagliano il mondo del lavoro in Italia, considerando tutto quello che si sente in giro, considerando il fiume n. 1 di ragazzi che si arrangiano a fare qualunque lavoro pur di fare qualcosa (e hanno la mia massima stima e il mio totale rispetto), considerando il fiume n. 2 di ragazzi che non fanno assolutamente niente perchè tanto il-lavoro-non-si-trova e vengono mantenuti da genitori ottusi (una volta a me una mamma ha detto che suo figlio cercava un lavoro "mentre attendeva di sfondare come bassista"!!!), ripeto direi che gli Esperti, quelli veri, devono essere merce rarissima. Di recente, un signore che lavora presso un'Azienda che io assicuro, mi ha chiesto un consiglio assicurativo nonostante, in effetti, lui non sia mio Cliente; però, ha detto, "so che tu sei Superesperta". Meglio dell'omino sotto cellophane, quindi. Ho sorriso, all'idea di questa nuova definizione. Ma del resto, se l'Esperto alla lunga si rivelasse un idiota totale, dovremmo pur catalogare una nuova razza geneticamente modificata per identificare i Veri Esperti che, essendo tali, sappiano.   
La seconda spiegazione invece è meno elucubrata, e, forse, proprio per questo finisce che la azzecco. Ho già parlato di una cosa che ho sentito in un corso di formazione sull'apprendimento, cioè di come tendenzialmente la popolazione venga suddivisa tra i PALOMBARI (quelli che si informano a fondo di ogni argomento, e quindi tendenzialmente conoscono poche cose, visto il tempo che ci vuole appunto per "andare a fondo": poche ma molto bene) e i SURFISTI. Questi ultimi, nei quali sta la quasi totalità degli under 40, sono quelli che passano nei discorsi da un argomento all'altro, nelle ricerche da un Sito all'altro, e così via. Infarinatura generale di un po' di tutto, conoscenza vera di niente di niente. Mi aveva depresso parecchio ascoltare il docente, che avrà avuto più o meno la mia età e che io immaginavo, come me, una sorta di Re dei Palombari, mentre raccontava la sua punta di invidia per la giovane figlia surfista, "una che non perde tempo nella vita". Capirai, poi finisce che si fida dell'Esperto di Banca su Internet che le garantisce la sicurezza del Trading-On-Line (anzi, in quattro lezioni fa diventare direttamente lei la Esperta di Trading!), così mangia fuori al papà invidioso la casa, le mutande e anche lo scafandro per le immersioni. Che tristezza, io no, per carità, mi tengo stretto e con orgoglio il mio gagliardetto da Palombaro. 
Comunque, il punto potrebbe essere che tutti questi surfisti abbiano in realtà un bisogno estremo di qualcosa di certo a cui aggrapparsi. Bisogno di punti di riferimento, bisogno di certezze, magari poche, ma forti, bisogno di qualcuno che SAPPIA. Bisogno di risposte. Bisogno di credere che l'Italia non sarà svenduta a pezzi all'estero, bisogno di sapere che non ci saranno (di qui a breve) decine e decine di Botteghe Artigiane costrette a chiudere perchè nessuno raccoglie il testimone di mestieri antichi, da tramandare con sofferenza, orgoglio e impegno. Un bisogno inconscio, ma insopprimibile, di qualcosa che riempia il vuoto della non-conoscenza. E la pubblicità un po' ci marcia, e glielo soddisfa in modo deviante, e deviato. Serve direttamente l'Esperto su un piatto d'argento: basta crederci. Io voto contro.

14 commenti:

  1. La distinzione palombari - surfisti l'ho lette ne I Barbari di Baricco (non usava quei termini, ma il concetto era il medesimo: i Barbari sarebbero l'equivalente dei surfisti).
    Come esempio massimo di palombaro, nella letteratura, sempre Baricco, citava Proust.
    se ti va di seguirlo lo trovi qui:

    https://www.youtube.com/watch?v=9wwxGPz4k5o

    Sugli Esperti credo dovrebbero inventare l'Esperto degli Esperti (un Esperto, un metaesperto, per la precisione, che sappia dstignuere fra un vero Esperto e un fanfarone: uno che la mattina si alza, va in bagno, si guarda allo specchio ed esclama, soddisfatto:
    "Toh, guarda che Esperto!")

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sempre sagace, caro PNV... Io non amo alla follia il Baricco saggista, preferisco di gran lunga il narratore, tuttavia tutta presa da questa cosa (interessantissimo il tuo link!), dopo aver spulciato qua e là altri video di simile argomento su Youtube sono entrata in un paio di Feltrinelli finchè non ne ho trovata una copia solitaria... in tuo onore, il mio fine-ferie sarà un'immersione nelle mutazioni barbariche!

      Elimina
  2. Buongiorno Mariquita a me da' molto fastidio anche il CRITICO d'arte,cinematografico, letterario ecc.ecc.
    Credo che le due parole "esperto e critico" abbiano piu' o meno lo stesso significato, ci sono certamente persone che sono esperte ed altre che sanno fare i critici ma sono certo che la stragrande maggioranza siano solo dei " tuttologi" che alla fine non sanno nulla ma vengono comunque pagati per dire la loro un po' ovunque, al mondo ci vuole anche tanta fortuna, io lo dico da tanto! ahahah roberto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non sono proprio d'accordissimo... O meglio, di sicuro ultimamente il termine "critico" viene in effetti usato a sproposito, in molti settori, giusto per mettere un'etichetta aurea a chi in realtà non avrebbe titoli per occupare nemmeno l'ultima delle sedie, quella seminascosta, a fianco all'uscita. Però trovo che non siamo ancora al punto di farlo coincidere con l'abusatissimo "esperto"; qualche raro, vero critico lo salverei (il problema è che quelli veri, spesso, tendono a non sovraesporsi, e quindi difficilmente riusciamo ad apprezzarli fino in fondo).
      L'esperto invece è una figura insopportabile a tutti i livelli! Soprattutto quando la presunta "esperienza" è relativa a baggianate colossali (non dimentichiamoci che Miss Noemi, che anni fa furoreggiava per essere una delle "simpatie" di Mr. B., aveva dichiarato pubblicamente in televisione, a chi le chiedeva qual era la sua occupazione, di essere una "esperta di unghie"... eccheccavolo, io non ho proprio capito un tubo, della vita!).

      Elimina
  3. Bellissimo questo, mi ha fatto tornare in mente un episodio accaduto un po' di anni fa, quando in una riunione di lavoro con varie persone, scambiandosi i biglietti da visita, uno di questi era fatto così: nome cognome azienda ecc... e poi la mansione, costituita da una sola parola: Esperto
    Io ed il collega ci siamo guardati più volte, poi abbiamo cercato invano di capire: come si dice dalle parti di Roma, esperto .... de cheeeeee ????
    Ben ritrovata, sono sempre in cerca di Stefanoni, però devo dire che Orler è un po' caretto, forse ho trovato una soluzione molto più abbordabile. Mi spiace per loro, ma delle volte chiedono davvero troppo, pur essendo uno già cliente.

    RispondiElimina
  4. Hai ragione Salv, Orler è caro d'altronde non è un appassionato ma solo un televenditore come i suoi ciarlatani non sono esperti ma tentano solo di appioppare qualcosa al fesso che si crede intenditore.
    Io compro dagli artisti...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che gli Orler siano cari come la peste è una verità inconfutabile, ma non credo dipenda da passione o meno, o da ciarlataneria o meno (del resto, i loro venditori spaziano parecchio a livello di nomi, anni, correnti artistiche, nemmeno statisticamente può essere TUTTO da buttare). Presumo che il ricarico sia proporzionale all'enormità della struttura che hanno in piedi, che è in effetti vastissima e difficile da mantenere soprattutto in tempi grami. Ricordo che tempo fa acquistai un dipinto da un gallerista emiliano, che venne a consegnarmelo a casa di persona con la sua Fiat Multipla, sottolineando come potesse tenere i prezzi bassi perchè la Multipla consumava poco :-)
      Circa il fatto di comprare dagli artisti, potenzialmente potrei essere d'accordo, ma è un'affermazione troppo generica, bisogna vedere caso per caso. Per Stefanoni (a proposito, per Salvatore, guarda che sono curiosa, eh!), ad esempio, non vale: i suoi listini "casalinghi" sono rigidissimi, si può trovare meglio da qualche gallerista che ne aveva comprati una serie e poi per motivi suoi ha urgenza di vendere... senza nemmeno toccare l'argomento "qualità" rispetto a "risparmio". E senza considerare che, per persone come me o Salvatore che comprano molto sull'onda del "mi piace" piuttosto che della pura razionalità, se ci si innamora di un'opera vista in Galleria non sarà mai possibile ripiegare su un'altra, comunque diversa, sebbene della stessa mano.
      E poi, con gli artisti morti come la mettiamo? :-)

      Elimina
    2. Io invece sull'onda del mi piace, acquisto solo le polizze auto... tu dirai che sono cretino ;)
      Non compro opere acquisite in stock e preferisco il capolavoro dell'artista poco noto all'opera infima del nome arcinoto. Che ci vuoi fare, non sono cattivo è che mi disegnano così

      Elimina
    3. Vedi che basta poco per metterci d'accordo: mai comprare solo la firma! Che sia per puro investimento o momentaneo "affare", che sia per slancio di emotività o solo piacere, in ogni caso la qualità deve saltare all'occhio, sempre. Alla prossima!
      P.S. Mai detto che eri cattivo, magari un filino filino polemico ;-)

      Elimina
  5. Ciao, ogni tanto riesco ad apparire velocemente ingannando il tempo prima di entrare nella solita fastidiosa riunione delle 16.30 ..... Dovevo andare a vedere i quadri di Stefanoni alla fiera di R. Emilia, ma è saltato tutto ... Però sono ancora disponibili, perchè sono visibili su e-bay, anzi ce n'è uno in più ... A presto, ora scappo via

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Altrettanto velocemente un abbraccio, allora, da estendere rigorosamente all'intera famiglia! Buona caccia per Stefanoni, quello con il fondo arancione l'ho notato e puntato anch'io da un po' su Ebay, ha del miracoloso... ma anche lì è difficile spuntare qualcosa, ho pagato meno da Paolino Orler :-)

      Elimina
  6. Ciao, quello col fondo arancione è in vendita presso la stessa galleria (sono vicino a Milano) che ho contattato io per gli altri col fondo blu. Da quanto mi ha anticipato, i prezzi a cui si potrebbe concludere sono nettamente inferiori, poco più della metà rispetto a quello che mi hanno chiesto i nostri amici di Favaro (forse a te che sei cliente storica fanno prezzi migliori). Però devo sempre vederli dal vivo prima di concludere. Andate ad Art Verona? Vi auguro un buon week end

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ricambio gli auguri! Per Art Verona c'è ogni anno un pensierino serio, poi vista la vicinanza possiamo approfittare di decisioni dell'ultimo minuto...
      Occhio a vedere dal vivo troppi Stefanoni in una sola volta, fa male! Praticamente non te ne separi... almeno, a me è successo così a Campiglio tre anni fa (vedi "Chi è causa del suo mal" del Luglio 2012), il mio acquisto risale a quel periodo, forse è per quello che le cifre erano diverse, o forse, più che cliente storica, sono una gran rompiscatole :-))

      Elimina
  7. E' vero, hai citato il primo post in cui mi ero imbattuto casualmente a fine anno scorso e dove avevo scritto come anonimo - ma indicando il nome - perchè non avevo l'utenza gmail. Credo sia una pietra miliare del blog, considerando il contenuto; è anche vero che i prezzi delle opere di Tino sono aumentati decisamente nell'ultimo biennio, forse chi li vende a prezzi più bassi della media di mercato li aveva presi prima o li ha comprati da qualcuno che aveva fretta di vendere. Per quanto riguarda Verona, è sopraggiunto l'evento di nuoto di mia figlia che "casualmente" è stato fissato per domenica; il piano B potrebbe essere un a passeggiatina a Firenze se Ristori organizzasse qualcosa, per gennaio 2016 puntiamo decisamente su Bologna, imprevisti permettendo. Ho sentito poi che ci dovrebbe essere uno speciale su Cargiolli, ma non ho capito se è presso la galleria a Mestre con lui presente (come per Berlingeri) o lo fanno in TV.

    RispondiElimina