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domenica 9 marzo 2014

Avverbi

Sto valutando seriamente la possibilità di cambiare lavoro. 
Con questo avverbio di modo, "seriamente", così importante, così evocativo di lunghe riflessioni, che fa tanto Vinicio Berti nel suo ciclo "Guardare in alto", tanto per restare in tema. Aspramente, costruttivamente, meravigliosamente... erano veramente tanti i modi in cui Berti guardava e ti invitava a guardare all'insù, li ho mandati tutti a memoria dalla diretta di oggi su Orler TV, a cui peraltro non ho assistito dal vivo, anche se c'era Giovanni Faccenda, e mi è dispiaciuto, perchè un abbraccio caloroso dei nostri gliel'avrei dato più che volentieri. O me lo sarei preso, che poi è lo stesso, anche se "dare" sembra a prima vista il contrario di "prendere", ma su certe cose non fa la minima differenza, è come un cerchio che si chiude, e non a caso gli abbracci hanno questa forma circolare, perfetta, senza inizio e senza fine.
Non ci sono andata non solo perchè, a conti fatti, Vinicio Berti non è che mi entusiasmi più di tanto. Non è mica cattiveria, mi sono data varie possibilità di capirlo un po' più a fondo, di avvicinarmici, di ascoltare il messaggio nascosto sotto tutte quelle graffiate nere, e la risposta è sempre quella: non mi piace. Mica dovrà piacermi per forza tutto ciò che è targato Orler/Faccenda? Ammetto che, probabilmente (questo post traboccherà di avverbi di ogni genere), sono io a non essere abbastanza "avanti", ma non posso farci niente: ogni volta che punto il naso all'insù come vuole lui ripiombo all'indietro verso la figurazione, o comunque verso una pittura che non è la sua.
Ad ogni modo non ci sono andata perchè oggi dovevo passare per forza in ufficio, a sistemare alcune cosette ferme, che ultimamente si ammucchiano come biancheria nel cesto. E lì, nel silenzio degli acquerelli di Scuffi, rifletto quanto seriamente un certo modo di fare gli assicuratori sia giunto al capolinea. Ci penso seriamente ormai, e sottolineo l'avverbio dal momento che "non seriamente", cioè scherzosamente, o tanto per dire, quasi per esorcizzare la cosa, credo che qualunque assicuratore dell'ultima generazione che sia sano di mente o per lo meno non completamente cieco l'abbia valutato più volte negli ultimi anni. Forse facciamo parte di una di quelle categorie in via d'estinzione, cancellate con un colpo di spugna grondante bollicine saponate, onesti ed impegnati professionisti d'altri tempi che non hanno più ragion d'essere: penso alle Agenzie di viaggi, ad esempio, oppure alla classica figura del rappresentante di commercio con valigetta in un mondo di enormi centri di grande distribuzione, che, forti dei loro numeri, si rivolgono direttamente al produttore. 
E non è Internet il problema, assolutamente, anzi: la quota di mercato delle cosiddette "Compagnie dirette" in Italia è abbastanza limitata rispetto al resto d'Europa, e a dire il vero a me sta più che bene che esistano dei canali a cui possano rivolgersi tutte le persone che vogliono comunque solo il minimo-del-minimo-del-minimo, che non prenderanno mai in esame neanche l'idea di avvicinarsi a qualcosa che vada oltre la RCA obbligatoria. Sgolarmi e perdere tempo per niente non è propriamente uno dei miei passatempi preferiti. 
Il fatto è che io credo profondamente nella funzione sociale dell'assicurazione, intesa come uno "strumento di prevenzione", prevenzione dalla disperazione e dal disastro in cui inevitabilmente cadresti il giorno in cui dovesse andarti a fuoco la casa, o dovessi spaccarti una vertebra di quelle che servono a tenere in piedi tutto il resto, o dovessi arrivare all'età della pensione (anche se questo esempio specifico sembra ora come ora più una barzelletta che altro) per scoprire che la pensione in realtà non c'è, e le alternative sono continuare a lavorare (Dio solo sa come/dove/per chi) o non mangiare per tutti gli anni a venire (pochi, a questo punto).
Credo nella professionalità di chi fa questo lavoro con passione, me per prima, e lo dico senza falsa modestia, perchè il compito più importante di un assicuratore non è farti spendere meno possibile, ma fare in modo che i soldi che tu puoi destinare a questa prevenzione siano spesi nel migliore dei modi, pochi o tanti che siano. E solo tu sai quanti sei in grado di destinarne, tolte le cose imprescindibili della vita: di certo non puoi smettere di pagare il mutuo per pagarti la pensione integrativa, o stare senza riscaldamento d'inverno pur di avere una fantastica copertura Infortuni. 
Ma magari il mio compito è anche farti notare che, se hai un bambino piccolo, una famiglia monoreddito, non tuteli chi porta i soldi a casa con una copertura decente perchè mi dici che per la tua famiglia tirare fuori anche venti Euro al mese è impossibile, e poi FUMI, o vai in palestra regolarmente, o hai lo smartphone... allora direi che sei un completo idiota. Senza falsa modestia, anche questo.
Non passa giorno in cui io non riceva nella mia casella di posta elettronica dai tre ai quattro messaggi di Laure, Paole, Martine che mi invitano a risparmiare sulla Polizza Auto, ovviamente senza sapere minimamente che coperture ho sulla mia auto, ma questo potrei anche sopportarlo. Del resto, Laura, Paola e Martina potrebbero anche starmi simpatiche, in fondo, come la gentile signorina che mi ha telefonato l'altro giorno per offrirmi un mandato da Subagente per Facile.it, precisandomi che avrebbero pensato a tutto loro (l'installazione del software nel MIEI computer, la gestione dei contratti con i nomi dei MIEI Clienti) e poi in caso di dubbi LEI sarebbe stata il mio referente, una sorta di tutor con la voce da bambina di sette anni, che quando io ho iniziato a fare questo lavoro probabilmente non era ancora nata, o al massimo gattonava. Sicuramente più dei protagonisti delle pubblicità televisive dei comparatori, quelle fatte apposta per telespettatori affetti da demenza, dal gioco a premi del cane magro (ho sempre detto quanto io ami i gatti) con i concorrenti con il quoziente di intelligenza pari a quello di una pianta morta, all'allegra famigliola che fa la danza della pioggia o la seduta spiritica, rovinando irrimediabilmente il processo di crescita dei due bimbi, segnati per sempre dall'esperienza traumatica della scelta della Compagnia (da cambiare ogni anno, tassativamente, giusto per non perdere il gusto dell'orrido). Giuro che nessuno dei miei Clienti, nemmeno i più semplici tra i più semplici, anziani illetterati, casalinghe di una volta, operai stranieri, nessuno di tutti quelli che entrano da me merita di fare quella figura (ecco una nuova chiave di lettura... sono QUELLI LA', sono le piante morte i Clienti ideali per i cani magri).
Ciò che non sopporto è il bombardamento mediatico che arriva dall'alto. Quello da parte di chi ha mangiato, sprecato, rubato all'inverosimile, e poi ti viene a dire che l'italiano medio potrebbe risollevarsi dalla crisi risparmiando sull'assicurazione. Gente che, con ogni probabilità, non sa assolutamente quanto costa una qualunque copertura, dalla RC del Capofamiglia alla Infortuni del Conducente, ma caccia sempre le assicurazioni in tutti i Decreti volti a salvare il Paese. Vuoi mai che prendendosela con gli assicuratori-tutti-ladri l'italiano medio eviti di accorgersi che sono state rinnovate certe consulenze miliardarie, o che certi nomi che dovevano uscire dalla porta sono poi rientrati dalla finestra. Un po' come la caccia all'evasione, bandiera di qualunque partito, panacea universale per ignoranti (come se davvero si potesse salvare l'Italia con i soldi degli evasori! E' evidente che l'evasore piuttosto che dare un Euro all'erario chiude baracca e burattini...).
E pian pianino questa cosa subdola sta arrivando dove deve arrivare, si sta insinuando nella testa della gente, distruggendo il ruolo fondamentale di chi fa il mio mestiere alzandosi tutte le mattine con convinzione. Tre esempi che la scorsa settimana mi hanno fatto molto male dentro:
Esempio n. 1: Ormai è un anno dacchè l'Infame se ne è andato. Lo chiamiamo così adesso - l'Infame - e guai a nominarlo con quello che sarebbe il suo nome di battesimo, salvo attendersi da me severe pene corporali. Sa un che di mafioso, un che di tradimento, quale in effetti è stato: aveva la mia massima fiducia, aveva le chiavi di entrambi i miei uffici, aveva le password dei miei sistemi operativi, tutto perchè io sono stata una deficiente, lo ammetto. Però a conti fatti ha rubato a mani basse, non soldi ma nomi, non soldi ma dati, non soldi ma copie di contratti, ed è comunque un furto (anche se la legge non lo considera tale, privacy a parte). Commesso col migliore dei suoi smaglianti sorrisi. Il danno economico passerà, ma ci metterò anni a superare la delusione personale. Comunque, è passato un anno, e già qualcuno ritorna, perchè i miei Clienti PER FORTUNA non sono quelli del cane magro, e a volte guardano oltre la mera cifra finale. Sto ascoltando i loro commenti, e molti mi sorprendono, perchè nella ricerca di "professionalità" (fondamentale!! Evviva!!) criticano il collaboratore-fotografo, quello che avevo preso come sostituto dell'Infame e che si è dimesso a Natale per fare il fotografo-non-collaboratore. 
Dicono che non fosse abbastanza preparato, dicono che non fosse abbastanza sicuro, dicono che non fosse abbastanza pronto... soprattutto in casi di domande molto tecniche, rispondeva "io faccio questo lavoro da tre mesi e questa cosa non la so, posso informarmi meglio in Agenzia e poi vi do una risposta esauriente?" cioè esattamente quello che è giusto, corretto e sacrosanto rispondere quando non si è preparati a sufficienza (tanto meglio se neofiti e quindi con la marca da bollo sulla Scusa Pronta)! Perchè l'Infame invece rispondeva sempre. Certo, rispondeva il più delle volte la prima cosa che gli passava per l'anticamera del cervello, magari una panzana colossale, ma detta in modo spigliato e con lo smagliante sorriso di cui sopra. Del resto, avevo spinto io all'estremo, negli anni, questa sua naturale empatia, questa capacità innata di piacere alla gente qualunque cosa tu dica, ma di certo non mi aspettavo di assistere al sorpasso dell'empatia sulla professionalità. Della simpatia sulla serietà. Della chiacchiera sulla verità. Ma di che mi stupisco in fondo, non è forse lo specchio fedele di ciò che socialmente ci circonda? Quante balle clamorose ci beviamo, senza nemmeno accorgerci di dove stiamo sprofondando, solo perchè nascoste da larghi sorrisi? Io sono personalmente terrorizzata dalla perdita di professionalità, serietà e verità, e da tutti i bei faccini che hanno sempre le risposte pronte. Non so voi.
Esempio n. 2: Questo è stato un vero dispiacere personale. Un caro amico, a cui sono legata da stima reciproca e da profondo affetto, ha assicurato con me casa, attività, autovetture, tutto tolto all'assicuratore di una vita che adesso non c'è più (a quanto pare il figliolo non ha la stoffa del padre, avrebbe fatto meglio a prendere un'altra strada, questo passare le Agenzie di generazione in generazione è una fissa maniacale delle Compagnie e a mio parere spesso genera clamorosi autogol). Tutto contento - almeno spero - per quanto riguarda i Rami Elementari (mi scuso per il gergo tecnico, sarebbe tutta la roba che non è RCA), perchè a parità di premi pagati ha capito perfettamente che avevamo rovesciato le coperture come calzini da lavare, aggiungendo ubicazioni prima non assicurate, migliorando i prodotti, adattando le coperture mai riviste da anni ai suoi effettivi rischi. Un po' meno sulla RCA dove - candido candido - mi ha sottolineato che sperava di spendere almeno la metà. Me l'ha ripetuto addirittura due volte, in due diverse occasioni, chissà se ha sentito il PAF! del mio sedere che cadeva giù dal pero. Convinto, lui. Taci che si era al telefono, altrimenti avrei potuto prendergli i contratti dalle mani e buttarli direttamente nel tritacarta. Perchè parliamo di una persona estremanente intelligente, pratica, esperta di vita e di mercato. Che con la sua sovrumana cazzata mi ha aperto tutto un mondo nuovo, dove siamo ormai approdati. Sottolineo che aveva comunque risparmiato, sulle sue RCA, a parità di garanzie, cifre variabili tra il dieci ed il venti percento, numeri che io non ritengo del tutto vomitevoli. Ma è proprio l'abitudine generalizzata a sparare cazzate su tutto ciò che verte il mondo delle assicurazioni che mi fa male. E' evidente che se io potessi farti il 50% in meno del Collega defunto (non prendo neanche in esame il figlio, che non è realmente definibile un assicuratore), o era un ladro lui, o io ti sto dando un prodotto completamente diverso. Primo. E secondo, anche se davvero sulla RCA speravi di avere un trattamento diverso (perchè poi?), è fondamentale che tu guardi il pacchetto assicurativo nel suo complesso, nella sua bontà totale, nel suo effettivo miglioramento rispetto a quanto avevi prima, e neanche parlo dell'importanza di avere una persona di totale tua fiducia che te lo segue, cosa di cui lui si rende perfettamente conto e infatti l'ha aggiunto subito, salvandosi in zona Cesarini dal tritacarta, che dovrebbe essere il motivo principale per cui rivolgersi ad un assicuratore professionista e non ad un cane magro. Io comprendo perfettamente che c'è tutta una fascia di utenti per i quali la RCA è al pari una odiosa tassa imposta, quasi come il canone RAI, da pagare il meno possibile, ma quando anche gli imprenditori, i commercianti, gli artigiani, i professionisti cominciano a pensarla così allora preparatemi pure la bara. Sgorbiata a mano, che fa tanto figo.
Esempio n. 3: Parlo con una mia carissima Cliente dei rinnovi del suo pacchetto, nel quale c'è la macchina del vecchio padre, che fa pochi chilometri e non è più bravo a guidare come una volta. Forse potrebbe essere utile, nel loro caso, installare la scatola nera, quel marchingegno che la mia attuale Compagnia sorta dalle ceneri della vecchia spinge come una bestia. Io sono sempre io, quindi propongo la scatola nera spiegando ben bene i suoi pro e i suoi contro (già il fatto che le Compagnie la spingano come bestie dovrebbe far rizzare qualche antennuccia, ma sembra che per i telespettatori del cane magro questo sia un concetto troppo complicato da capire). 
I pro sono molti, dall'assistenza stradale completa con operatore premuroso, al fatto che comunque è un satellitare e quindi se ti rubano la macchina sappiamo dov'è (o quanto meno sappiamo dov'è che il ladro ha buttato il satellitare dopo averlo smontato...), alla gestione del sinistro in tuo favore se la tua controparte vuole fare la furba e dice che sei stato tu a mancare precedenza quando invece eri ancora fermo all'incrocio. C'è - a mio parere - un solo contro, ma purtroppo è bello grosso: non puoi mentire. Non puoi far finta di andare a 50 quando vai a 60, lei lo sa. E se tu vai a 60 dove c'è il limite di 50 e un altro ti taglia la strada, a occhio nudo hai ragione tu. Con quell'affare dentro al cofano, no. Anche se la strada è enorme e il limite è stupido. Quanto meno si va in concorsuale (e ne vedremo parecchi, di sinistri concorsuali, con quelle macchinette in funzione, d'ora in poi). Basta saperlo, credo, poi uno fa quelle scelte contrattualmente consapevoli che piacciono tanto ai nostri legislatori. 
La signora mi dice che è meglio di no, suo padre è un po' irrequieto alla guida, tende anche a sbagliare corsia in tutte le rotonde (come il 90% degli italiani motorizzati, aggiungo io), e poi il premio è già calato abbastanza del suo rispetto al 2013, quindi no, grazie, niente affarino estraneo nel motore. Io però, per amor di completezza, le dico ok, sono d'accordo con te, comunque con l'affarino il premio scendeva di 220 Euro. Non avevo neanche finito la frase che lei mi dice: allora mettimelo. Io per certe cose vado via di testa. Mi hai appena detto di no, MOTIVANDOMI la tua scelta! Ma lei insiste: ma scherzi, 220 Euro sono soldi. Assolutamente. Qual è il punto? Il punto è che 220 Euro sono soldi, ma non PER LEI. E io lo so, perchè assicuro la sua azienda. So dove va in ferie. Vedo come si veste. E le auguro che tutto continui così, per carità, è ancora uno dei pochi casi rimasti di imprenditori che non fanno la fame. Non mi è piaciuto questo svendersi immediato per una cifra non realistica, vuol dire che non riflettiamo più, caliamo subito le braghe, rinneghiamo le parole appena dette che ancora echeggiano a tre centimetri dalle nostre bocche, per... qualcosa che ci ha IMPOSTO un pensare comune. Ci siamo uniformati al cane magro. Siamo passati da un estremo all'altro col denaro, dal buttarlo via al non farlo più circolare, e non per una effettiva esigenza ("non ne ho"), ma solo perchè fa figo, come la mia bara sgorbiata a mano.
Esempi stupidi? Forse. Ma rispecchiano un clima sociale che non va bene. L'eterna svendita, ma delle idee. La lotta al ribasso, dei pensieri. Non so se avrò davvero la voglia di continuare ad essere un professionista serio in questo stato di cose, mentre camminiamo tutti allegramente in un'unica direzione. 
Il fatto è che mentre, per la prima volta, ho effettivamente per le mani la possibilità di una scelta, di una alternativa reale e concreta che non c'entra assolutamente un tubo con il mondo delle assicurazioni, sotto sotto temo che quand'anche questa alternativa diventasse il mio lavoro, rispecchierebbe anch'essa la discesa verso l'appiattimento, e mi perderebbe tutta la passione che ci vedo ora. La stessa passione che avevo vent'anni fa per il mio lavoro, e che non ho più. Decisamente.

6 commenti:

  1. Ciao Mariquita,un pensiero ed un saluto veloce!!Anch'io sto pensando di cambiare tutto e partire "per lidi più sicuri" visto che ho la grande fortuna di poterlo fare e la dolce metà insiste!!Però "mi prendo" ancora il 2014 per combattere,intanto da Maggio perfezionerò il mio tedesco con lezioni il sabato mattina!!Andarmene adesso mi sembrerebbe una sconfitta,è davvero cambiato tutto per i rappresentanti CON E SENZA VALIGETTA ;-) ,ma quest'anno lo voglio combattere!!Con la lettura del tuo blog sono fermo onestamente,ho dato proprio un'occhiata stamattina tra una telefonata e l'altra!!Ti auguro una buona settimana,buon lavoro e mi permetto un Abbraccio tra Colleghi!! :-)

    Francesco

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    1. Ricambio calorosamente l'abbraccio, carissimo Francesco! Non ti preoccupare per gli "impegni di lettura": sono felice se Trecose resta un piacere più che un dovere... :-)
      Le mie alternative "reali e concrete" restano nel Belpaese (mi si ferma in gola un "purtroppo" e nella testa mi sforzo di far spuntare un "per fortuna"), ma quanto meno mi permetterebbero di relazionarmi con gente libera da troppi condizionamenti esterni... mah! La mia "data di scadenza" - per questioni personali, economiche e non solo - è il 2015, abbiamo ancora tempo per raccontarci un sacco di cose. Bis bald!

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    2. mbè poi l'hai cambiato lavoro o era solo letteratura?

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    3. Sono a buon punto, direi... e rispettando in pieno la "data di scadenza" di fine 2015 che mi ero prefissata, come avevo confidato nella risposta a Francesco del 03/2014. Del resto, chiudere un'attività particolare come un'Agenzia di assicurazione non è esattamente come farsi un panino col prosciutto, soprattutto se vuoi gestire la cosa senza il minimo trauma per i clienti e i collaboratori: devi trovare chi la voglia rilevare (per non smenarci troppi soldi), qualcuno che piaccia oltre a te anche alla Mandante tra l'altro, gestire un travaso di nomi-contratti-contatti che come minimo dura mesi... Due uffici, tre impiegate...
      Certo che poi dovrò cambiare nome al Blog, visto che la prima "cosa che so" finirò per non saperla più! Incrocio le dita, ma, a costo di sembrare un giornaletto di oroscopi, per una Bilancia vedo folte novità tra Marzo e Aprile.

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  2. Passo per un saluto verbosa e deliziosa amica...ormai sono quasi un latitante, ma torno sempre volentieri a leggerti...un abbraccio :)

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    1. Ti bacio, delizioso latitante... lo sento che ci sei! A presto.

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