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venerdì 11 gennaio 2013

Happily never after

Oggi ho il cuore gonfio di tristezza, sono veramente addolorata. E' successa una cosa brutta, una cosa che in un certo qual modo cambierà ancora una volta una parte della mia vita, e mi vede tra l'altro totalmente impotente (così al dolore aggiungo anche una buona dose di nervoso): sai che qualcosa è cambiato, non puoi farci niente, bisogna che ti ci abitui e basta, ma saperlo ti impedisce paradossalmente anche di godere dei ricordi belli del "prima".
Mi sento piccola, inutile e frustrata, chissà se è questa la sensazione che provano i bambini quando scoprono - ad esempio - che Babbo Natale non esiste, quando ad un certo punto gli adulti decidono che è ora che crescano ed improvvisamente rivelano l'ovvia verità sul ciccione vestito di rosso: presumo ci sia un misto di tristezza, perchè il prossimo Natale non sarà più lo stesso, e di rabbia, perchè a quel punto avresti voluto vivere più profondamente il Natale precedente, l'ultimo della beata incoscienza. Ti senti forse stupido per aver creduto ad una evidente balla colossale (sotto sotto lo sospettavi anche, soprattutto la parte delle renne volanti), ma contemporaneamente deluso, perchè faceva parte di un sogno che ti faceva stare bene, nonostante i sospetti. Uso termini come "presumo" e "forse" perchè da noi, ovviamente, non ci veniva Babbo Natale, noi lo sapevamo perfettamente che non esisteva: da noi veniva Gesù Bambino, non aveva nemmeno problemi a scendere per camini ormai inesistenti visto che vivevamo in appartamento; Lui si materializzava quando gli serviva ed il gioco era fatto. L'usuale corsia preferenziale dei cattolici. E nessun adulto ne ha mai potuto sancire la fine, nessuno ad un certo punto mi ha detto che era un sogno o una storia inventata; con Gesù Bambino si va sul sicuro, magari smette di portarti i regali, ma c'è sempre, e sempre ci sarà.
Non so perchè sto qua a raccontare il mio cuore aperto a chi mi legge; sono faccende private, ancora fresche. Ma credo sia per una sorta di autodifesa, vorrei capire come si sente la gente normale quando capitano cose così, appurato che io non sono normale e amplifico tutte le mie emozioni (dolore, rabbia, incredulità, ma anche amore, gioia, passione, all'occorrenza) in maniera troppo esagerata.
Per far capire cos'ho dentro faccio un esempio: immaginatevi di avere, tra i vostri amici, una coppia felice. Ne avrete pure, o no? Mica sarete circondati esclusivamente da musoni isterici. Quelle coppie che quasi non esistono più, perchè sembrano nati l'uno per l'altra: impensabile immaginarli separati. Quelli che non litigano mai, che vedono le cose allo stesso modo, che vivono la vita allo stesso modo, che quando sono all'interno di un gruppo fanno stare bene tutti gli altri perchè trasmettono solo sensazioni positive. Quelli che ti regalano i ricordi più belli, che inviti sempre a tutte le cene e tutte le feste. Quelli che ti riconciliano con il mondo, perchè in un mondo di coppie scoppiate, di separazioni facili, di divorzi dolorosi, di bambini contesi, di bugie e ricatti, o in alternativa di single ora incattiviti ora eterni farfalloni, LORO no, loro stanno davvero bene insieme. E ti fanno pensare: "Vedi, si può!".
Se non avete tra i vostri amici una coppia così (e mi dispiace per voi), immaginatela, immaginatevi giornate intere di risate ed emozioni, immaginatevi di amarli profondamente e di ringraziare Dio ogni giorno per averli incontrati. E adesso immaginate di sapere, improvvisamente, che si stanno separando. Così, di punto in bianco, senza avvisaglie strane, tradimenti o quant'altro. Forse un piccolo sospetto, un sassolino, ma subito chiarito, perchè tra persone che stanno bene insieme si fa esattamente così: ci si parla. E poi, paf! Tutto finito. E tu resti lì come una scema, a cercare di capire cosa è successo, chi ha fatto cosa a chi, ed ovviamente non puoi saperlo, non sai niente, non ne hai il diritto, e ti senti impotente, vorresti riavvolgere il tempo all'indietro o addirittura fermarlo, vorresti negare, vorresti poter fare qualunque cosa serva ma in realtà sai bene che indietro non si torna, mai.
Stai male per loro ed, egoisticamente, stai male anche per te stessa, perchè senti vivi e prepotenti i ricordi belli dei momenti trascorsi insieme ed improvvisamente ti rendi conto che sono RICORDI, non ce ne saranno altri (il prossimo Natale i regali li riceverai dalla zia, non li troverai materializzati sotto l'albero!). E poi ti senti una schifezza, a pensare queste cose, mentre ci sono persone direttamente coinvolte che stanno soffrendo come bestie, e ne hanno ben diritto, loro, non tu. Ma tu sei fatta così, lo senti dentro il dolore di chi ami, lo senti a distanza, e lo amplifichi, quasi per afferrarlo e portarglielo via.
Quindi, nell'ordine: stupore, incredulità, rabbia, negazione, delusione, dolore, dolore altrui, dolore tuo.
Poi, in questo scenario bucolico, aggiungeteci questa variabile: anche voi fate parte di una coppia, avete un marito/una moglie, un partner insomma, con cui state bene, proprio bene. Però accade che voi siate particolarmente legati (per amicizia, per affinità, per simpatia genetica, per quello che volete, tanto sono cose che non sempre hanno una spiegazione logica) a uno dei due che si stanno separando, mentre invece il vostro partner lo è all'altro, magari per gli stessi motivi. Quindi ognuno "parteggia" per chi ama di più, cerca di giustificare chi ama di più, insomma dà ragione a chi ama di più, ed è orribile, perchè ad una separazione già dolorosa e non vostra si aggiunge un rancore sordo, sottile e minatorio. Bruttissimo.
Adesso è chiaro perchè ho cercato, subito, un aforisma sul silenzio. L'ho cercato perchè fosse un abbraccio vero a chi nel silenzio si chiuderà per un po', un silenzio che è rispetto per la sua sofferenza, un silenzio che vorrebbe trasmettere forza, tanta forza capace di cancellare la delusione, ma un silenzio che è tristezza perchè, allora, comincio a sospettare che abbia ragione chi mi dice di volare basso. Di non entusiasmarmi troppo ogni volta, perchè se una cosa è troppo bella per essere vera vuol dire che non lo è. Un silenzio che è anche il mio, perchè nella tristezza è impossibile scrivere. La gioia scrive, l'amore scrive, l'emozione scrive, anche la rabbia e la delusione - a modo loro - scrivono, ma la tristezza è solo un enorme vuoto. Non vuoi pensare, non vuoi parlare, non vuoi niente. Ho ancora un paio di post da parte, scritti in Dicembre e che torneranno buoni, nei prossimi giorni. Poi, per un po', avrò solo pensieri inafferrabili.

6 commenti:

  1. Oh, hai proprio ragione. Quando provo a scrivere di tristezza le parole tremano, crollano sotto il peso delle lettere. Non c'è alcuna emozione, alcun pensiero che possa sostenerle. Non rubo altro spazio al tuo silenzio, e ti abbraccio. Un po' più forte delle altre volte. Quando un amore finisce è come una lucina che si spegne. Segue il brivido, il gelido tagliare via del vento.

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    1. Grazie. E' esattamente come dici: vale per l'amore, l'amicizia, l'emozione. Propri o altrui, se vissuti molto da vicino. Riuscirò a zampillare ancora quando troverò nuova luce, o sarò io ad accenderla; fino ad allora, sarò come fonte prosciugata.

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  2. Un abbraccio.. Matr.3957

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    1. Certe cose colpiscono anche gli albatros, allora. Cara T., per la prima volta senza il tuo fiume di parole, e paradossalmente per la prima volta ti sento vicina davvero. Grazie.

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  3. Paola
    mi dispiace veramente e ti posso capire bene.
    A me era capitato un pò di tempo fa con una coppia, di fidanzati. Si usciva spesso in 4, affinità più marcate uomo- uomo, donna- donna, per logica vicinanza di interessi e gusti.
    Coppia distrutta. Oggi ci si sente più sporadicamente, io chiamo lui, la mia dolce metà chiama lei, loro si sono nel frattempo rifidanzati...
    non è chiaramente più come prima e un pò di vuoto e nostalgia li sento, inutile girarci attorno. mi fa anche strano uscire con lui/ lei e il nuovo compagno. l'affinità era così forte che mi sembra rovinare i bei ricordi, inquinarli.
    che ti devo dire in più? un abbraccio anche da parte mia
    Michele

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    1. Ragazzi, sono proprio commossa dai vostri commenti, e per la prima volta mi rendo conto che questo strano mondo fatto di bit e non di pelle mi sta dando comunque qualcosa di molto, molto profondo, che mai avrei pensato.
      Ho usato la metafora della "coppia" perchè è quella più immediata, perchè credo tutti bene o male (e vedo che infatti è così) abbiamo vissuto esperienze di questo genere e possiamo capire certi vuoti; ma non si tratta esattamente di questo. E' cosa che va "oltre", che tocca rapporti umani a tutto tondo, e forse proprio per questo delude ancora di più. Perchè da una "coppia", forse, ce lo si può aspettare.
      A una grande persona che mi legge sempre, in questo momento, per lei, di muta sofferenza, trasmetto idealmente gli abbracci ed il sostegno che dimostrate a me.
      Grazie ancora.

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