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lunedì 26 dicembre 2011

Darsi un obiettivo

Il fatto di aver aperto un blog significa poco, se non mi do un obiettivo. Mi sembra di aver deciso di camminare senza sapere verso dove, mica che ci sia nulla di male, a volte è bello passeggiare solo per il gusto di farlo (si può dire "a zonzo"? Sa tanto da vecchio film), ma non in questo caso, mi sentirei inutile. Ho già detto che lo faccio per scrivere, ed è vero; un diario non nasce per comunicare (per il dialogo i canali sono altri, e resta comunque privilegiato il canale diretto, cioè parlarsi), ma per scrivere e basta. Il fatto che sia pubblico e possa essere letto anche da altri lo rende solo più moderno e interessante, ma resta una sorta di monologo.
Esattamente una settimana fa una persona che credevo amica, una persona che ha rappresentato un mondo intero per me per anni, mi ha spappolato il cuore nel giro di una cena, ricordandomi quanto male facciano le parole, se usate nel modo giusto. Scrivo perchè mi piace farlo, e perchè mi evita di pensare a tutto questo. E vorrei scrivere di ciò che so e di ciò che mi piace, giusto per mettere alla prova la mia volontà, un post al giorno, un impegno al giorno, anche piccolo. Il primo giorno due, perchè il primo non valeva, era solo per spiegare il titolo del blog. Magari più brevi quando sono in ufficio e non ho tempo, più lunghi da casa per avere più relax. Mi piacerebbe farlo per un anno pieno, ma mi do un primo obiettivo: 40 giorni. Se per 40 giorni nessuno mi leggerà e mi commenterà, allora smetto perchè posso anche monologare con i gatti del condominio (che sono cinque, uno in più del minimo sindacale). Se salterò un giorno posterò due volte il giorno successivo. Voglio qualcosa che sia solo mio, perchè chi ha provato a farmi sentire sbagliata dalla testa ai piedi non può averla vinta, ma che sia anche aperto a tutta quella gente sconosciuta che non ti può ferire perchè non glielo permetti. Stranamente, solo a chi vogliamo vicino diamo certi permessi.

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