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sabato 1 settembre 2012

Benvenuti

Faccio un passo indietro per condividere una piccola gioia, un piccolo orgoglio con voi - mia giovane allegra combriccola: durante Agosto, mentre navigavo a vista senza nulla di preciso da cercare (praticamente cazzeggiavo, saltando da un sito all'altro, ovviamente sempre su argomenti di mio interesse - altrimenti sai che schifo, ed in fondo sono i momenti più belli, perchè di solito è così che casualmente inciampo in qualche perla, inizio ad esempio con "cerca: Rosai" e finisco su Rilke), sono capitata in un blog di un ragazzo trentenne innamorato della poesia.
Apro una parentesi per ribadire quanto mi piacciono questi giovani trentenni - quindi quelli nati in anni con davanti l'otto (ma anche già quelli del nove attirano la mia attenzione e la mia simpatia): sono bravi, impegnati, interessanti! Mi riempiono davvero l'anima e mi fanno ben sperare per quando avranno in mano loro il Paese. Io assisto inorridita all'arrivo di quelli del sette che si accumulano piano pianino su di noi del sei, e sono a dir poco terrorizzata, perchè con le debite eccezioni (poche!) mi sembrano tutti dei deficienti, proprio quelli di cui ho scritto in "Generazione di fenomeni". Come ai banchetti di frutta, dove quella più bella, grossa, tirata a lucido e colorata di solito è quella che sa da plastica, quand'anche non ti trovi il verme da passeggio compreso nel prezzo.
Comunque, questo blog sulla poesia: bello e buono (per come mi esprimo io, "bello" è cosa che ti fa star bene passando per gli occhi, "buono" è cosa che ti fa star bene andando direttamente all'anima; nella vita si possono trovare cose - e persone! - belle, oppure buone, ed incredibilmente a volte ancora belle e buone assieme), ben impostato, ben scritto, molto "di pancia" come piace tanto a me. E' stato aperto pochi mesi prima del mio, contiene un centinaio di post (come il mio), ma è stato visitato e commentato circa trecentocinquantamila volte. Come dire che il mio si becca il sei meno meno. E che cavolo, come a scuola, come lo odiavo quel numero ignobile, ma non perchè io avevo tutti otto e qualche nove; è che piuttosto datemi un cinque, o un quattro (una volta ne ho preso uno in latino: una versione lasciata in bianco, black-out totale, ma una volta ci può anche stare, infatti a casa non hanno detto bai) ma non il sei vi-prego-non-il-sei! Quel voto tiepidino, che non dice niente, nè carne nè pesce, come una base di pizza senza niente sopra, come pane azzimo!
Poi però, guardando oltre le apparenze (cosa che non dovremmo mai dimenticarci di fare, mai, mai, e ancora mai, in OGNI COSA, dalla più semplice alla più importante della vita), dentro al Profilo del giovane trentenne c'era la lista di tutti i blog da lui seguiti, cioè esattamente trecentocinquantamila, tutti collegati fra loro, tutti bloggers attivissimi che si seguono e si scrivono fra loro. Allora io mi do almeno un bel nove, perchè sulla mia pagina del Profilo Utente non c'è scritto volutamente ed assolutamente niente: Siete su Trecose, grazie e ciao. Non serve neanche lasciare il soldino, come nei bagni dell'autogrill, dove se vedi che la signora grassona con lo straccio in mano sta per fare pausa ti attardi a lavarti le mani così esci senza ringraziare, e fai la figura del morto di fame. Non una parola, non un nome, mai dato un bigliettino, mai detto pubblicamente niente a nessuno, a parte a Paolo Orler questa estate a Campiglio, e lui che è un uomo di terra pratico come pochi mi ha subito chiesto se ci potevo metter dentro della pubblicità (eh no, non si può, perchè con la pubblicità c'è lucro, e se c'è lucro non puoi più usare gratis le immagini dei quadri, soprattutto dei pittori vivi o morti da poco, rischi grane mai viste, ma agli Orler non serve farsi pubblicità sul mio blog, visto che praticamente io sono loro testimonial solo esistendo: non parlo d'altro!). E quelle tremila e passa visite, quei commenti, sono tutti commenti veri, non solo semplici scambi di saluti di passaggio; sono navigatori che come lupi solitari cercano, leggono, meditano e scrivono. Una gran bella soddisfazione, e grazie a voi, che se io mi do un nove voi vi meritate come minimo un dieci, la lode e magari anche la pacca sulla spalla dal Preside, altro che il meno-meno.
Dunque, io ho curiosato su e giù per questo blog, ed ho lasciato un commento/complimento perchè quando è giusto è giusto, e dopo qualche giorno i miei due lettori fissi sono diventati quattro! Attenzione però che è difficile capire subito a fondo i Poeti, soprattutto per noi scrittori di prosa con vena comico-riflessiva dal lungo passo: sono degli aristocratici, all'inizio è meglio stare un po' in punta di piedi ed ascoltare e basta. Io riempio pagine intere col mio flusso di coscienza (c'è chi se ne spaventa, mi rendo conto che se non c'è l'abitudine è cosa che tende a soffocare), col mio "parlato" che da mesi non è più monologo, perchè sente la vostra presenza amica - anche di chi non lascia il nome, ma c'è! - e diventa dialogo, mentre chi è poeta dentro cosa fa? La pagina intera contiene due-tre frasi, solamente, ma di un terso e di un puro che aggiungere qualcosa sarebbe rovinarle. Io butto giù seimila battute in mezz'ora, mentre il poeta per arrivare a mille ci mette una settimana, e sono parole scelte con cura silenziosa ed attenta, limate, purificate, temprate. Cosa volete, a me non dispiace affatto, è solo l'altra faccia per me, che pure vivo in un fiume di parole che ora gorgoglia come polla d'acqua limpida, ora invece ribolle come lava infuocata. Io vendo assicurazioni e racconto le mie storie, mentre loro come niente fosse ti presentano Rilke e ti ci fanno dialogare, sarebbe stupido non approfittarne. Mi piace proprio, questo Tra Cenere e Terra (se adorate i silenzi dei mari di Scuffi, è d'obbligo provare ad assaggiare il profumo del suo blog, anche direttamente da qui, cliccandoci sopra). E poi mi piace questo mio voluto intreccio tra poesia e prosa, tra il volo e la passeggiata, tra il mare e la roccia. E' pur sempre un ponte per comunicare, tra chi scrive e chi legge, anche se io sono un po' ombrosa e non riesco a collegarmi alla folla dei bloggers attivi, sarà l'età. Preferisco stare in disparte, a guardare i due mondi che combaciano e completano la mia estate.
E allora, prima che arrivi la marea di un nuovo post dei miei più tipici (è già lì che bussa, con i suoi avverbi, con le sue digressioni, come una bottiglia aperta, perchè ben dieci ne ho scritti in Agosto, faticando come una bestia per non condividerli subito, ma un pochino di silenzio ed attesa a volte diventano un buon collante, per evitare di dare tutto troppo per scontato), accolgo tutti coloro che sono poeti dentro e fuori con un ricordo di Wislawa Szymborska, che è anche un abbraccio fortissimo - poichè anche per lui è stato importante, in momenti in cui, forse, scrivere diventa salita - al mio amico più profondo, al mio altro "me", che mi legge sempre in silenzio ed in silenzio mi parla, perchè è più poeta dentro e fuori di chiunque altro io oggi conosca:

La vita - è il solo modo
per coprirsi di foglie,
prendere fiato sulla sabbia,
sollevarsi sulle ali;
essere un cane
o carezzarlo sul suo pelo caldo;
distinguere il dolore
da tutto ciò che dolore non è;
stare dentro gli eventi,
dileguarsi nelle vedute,
cercare il più piccolo errore.
Un'occasione eccezionale
per ricordare per un attimo
di che si è parlato
a luce spenta;
e almeno per una volta
inciampare in una pietra,
bagnarsi in qualche pioggia,
perdere le chiavi fra l'erba,
e seguire con gli occhi una scintilla di vento;
e persistere nel non sapere
quel qualcosa di importante.

(Un appunto - Wislawa Szymborska)

2 commenti:

  1. Eh, sei la prima persona che mi dedica un post. Essendo uno dei tuoi cinque lettori fissi, ho il privilegio di conoscerti e sai, quando ho deciso di seguire gli altri trecentocinquantamila blog, non l'ho fatto per ricambiare un favore, ma perché ci ho trovato tanta umanità dentro. La stessa che trovo in te. Il fervore, la passione per le cose del mondo. Quella fiamma che non si spegne. Ci sono i blog che preferisco leggere, i blog della gente che scrive bene, i blog della gente che vive, e vorrei avere soltanto più tempo per loro, più costanza. Mi piacciono le storie, mi piace ascoltarle (di professione sono uno psichiatra sai?), mi piace scriverle, perché adoro la prosa anche se ho l'animo del poeta. E passo dal tuo come da tutti gli altri blog che vengono aggiornati con estremo piacere, anche se di tanto in tanto, perchè poi ci sono le mie letture, la mia vita, tutto ciò che di bello e buono c'è fuori di qui. Grazie per le tue parole, e scusa per i pensieri sconnessi, ho scritto di getto senza cura ed attenzione. Ti abbraccio amica d'anima.

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    1. I pensieri che vengono dal cuore non sono MAI sconnessi! Mi dimostri ancora una volta che la poesia ha anche un'altra faccia... altrettanto profonda, ma ironica, arguta, sempre curiosa e direi quasi "affamata" di mondo, di mani da stringere, di occhi da guardare. E che, alla fine, ti trova sempre, anche quando ti nascondi (parlo per me stessa, ovviamente). Ricambio l'abbraccio.

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