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venerdì 26 ottobre 2012

Assicuratori digitali

Vorrei chiarire, su richiesta, perché non sto facendo salti di gioia in riferimento alle ultime modifiche relative ai rapporti fra assicuratori, introdotte con il Decreto Legislativo n. 179 del 18 Ottobre a cui hanno affibbiato quel soprannome tanto carino (“Cresci Italia 2.0”). Me ne sto qui nel mio piccolo ad emozionarmi per eventi d’arte, o a raccontare dell’inevitabilità della vita, ignorando totalmente la cosa che pure alla fin fine mi riguarda da vicino più di Scuffi, Armodio, Faccenda e tutti gli Orler messi insieme (ma vuoi mettere?), mentre i vertici del Sindacato stappano le bottiglie e si gloriano sui giornali neanche fossero riusciti ad ottenere (solo ed esclusivamente per merito loro, sia chiaro) la ratifica della pace tra Israele e Palestina, o qualcosa di portata altrettanto fondamentale per il genere umano, sulla quale finora anche il Genio della Lampada nella famosa e simpatica barzelletta aveva desistito clamorosamente.
Il fatto è che per ora sono scettica e dubbiosa, e un tantino anche seccata perché mi sembra che tutto questo can can ci prenda un po’ tutti per i fondelli. Magari mi sbaglio, per carità, e se sarà così sarò come sempre pronta a fare ammenda, adesso lo posso fare anche pubblicamente dentro al blog; tuttavia, mi piace la citazione andreottiana (sempre che sia davvero sua, e comunque in quanto ad aforismi Andreotti resta un grande) “a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina”. Per certo un fondo di verità ce l’ha.
Premetto che questa volta il Cresci Italia Versione Turbo non l’ho letto tutto e bene: visto che nella prima parte la parola che più ricorre – e sinistramente – è “digitale” (istruzione digitale, sanità digitale, giustizia digitale…), ho sentito un brivido lungo la schiena e ho saltato a piè pari dentro la parte che riguarda il “mio” mondo. Morirò digitalmente soffocata dall’informatica, mi fa paura.
Cosa fa gioire tanto i nostri sindacalisti (e, per principio, quando un qualunque sindacalista gioisce io tremo); l’aspetto puramente tecnico e normativo sta tutto qui: chiunque si occupi di assicurazioni in Italia (dalle Compagnie ai Broker, dagli Agenti ai Subagenti eccetera eccetera) dal 2007 deve essere obbligatoriamente iscritto al Registro Unico degli Intermediari, che è composto da cinque sezioni in cui ricadono dentro tutte queste figure, a seconda del loro ruolo. Fino a ieri la collaborazione fra Agenti era vietata, che in teoria voleva dire: se un mio Cliente ha una necessità che la mia Compagnia mandante - o le mie Compagnie mandanti, se sono un Agente plurimandatario - non riesce a soddisfare per i più svariati motivi (perché non gestisce quel Ramo, perché il suo prodotto di quel Ramo fa schifo o costa troppo, perché metteteci quello che volete), sempre in teoria io sono destinata a perdere quel Cliente, essendo evidente che qualche Collega che lavora per un altro marchio che può offrirgli ciò di cui ha bisogno me lo porterà via.
Secondo le proposte del Decreto Digitale (ma direi che le possibilità che venga convertito in Legge sono alte, quindi diamolo per scontato) da domani questo divieto non ci sarà più, e io – che tra l’altro sono monomandataria, quindi rappresento una sola Compagnia, e tolta quella non ho altra scelta - potrò andare da un Collega di un’altra Compagnia ed accordarmi in tutta legalità affinchè sia lui ad emettere e gestire la Polizza che serve al mio Cliente (quella che io non riesco a fare), ovviamente retribuendomi con una parte delle sue provvigioni visto che se non era per me col cavolo che concludeva quell’affare. Tutte da decidere le modalità con cui questa cosa dovrà avvenire, ma sarà permessa.
Si vede che ho ripetuto due volte “in teoria”? Vada per la terza: IN TEORIA! E perché?
Perché E’ OVVIO che, nonostante non fosse permesso e/o legale, noi questo giochino lo facevamo anche prima, o pensavate davvero che fossimo così fessi da stare lì a guardare mentre i nostri migliori Clienti andavano ad assicurarsi alla concorrenza? Ma nemmeno il più stupido tra i dipendenti di Direzione (o tra coloro che legiferano delle nostre cose, non sapendo assolutamente nulla di come funziona il mondo reale) si può bere una balla così clamorosa, per piacere. E’ il miglior Cliente il mio vero patrimonio, e pur di non perderlo le studierò tutte. E’ altrettanto evidente che il tutto avveniva in stile “stretta di mano al bar”, visto che non poteva essere certificato: ad esempio, io ho un carissimo amico che lavora per una Compagnia che non ha nei suoi listini una Polizza per gli impianti fotovoltaici bella come la nostra, e quindi ho assicurato io un paio di impianti di Clienti suoi. Per la legge risulta che sono andata io fino a lì a stipulare la Polizza, ho fatto firmare io il modellino 7A, il 7B, il Questionario di adeguatezza, il contratto, ho ritirato io l’assegno a me intestato eccetera eccetera. Visto che non ci crede nessuno, diciamo che si avvicina di più al vero che io sia andata a pranzo con questo amico, gli abbia lasciato una bella busta con tutta la roba da firmare dentro, e lui si sia arrangiato tranquillamente da solo, rimandandomi tutto firmato indietro insieme all’assegno (a me intestato!), così per la legge l’intermediazione è stata limpida da me al suo Cliente, che io in realtà non ho mai visto. E le provvigioni? Beh, diciamo che poi può essersi verificata l’ipotesi inversa, e cioè che io lavori per una Compagnia che non ci permette di assicurare la Responsabilità Civile dei Professionisti perché il nostro prodotto è bellissimo ma costa il triplo di qualunque altro prodotto equivalente sul mercato (prodotto altrettanto ben fatto, eh, perché in Direzione sarebbe sempre ora e tempo che finissero di pensare che le Polizze bellissime le abbiamo solo noi e quindi la gente deve fare la fila fuori della mia porta pur di pagarle il triplo: non è così che funziona!). Se abbiamo fatto il giochino inverso per una o più Polizze dello stesso importo, direi che siamo pari, ognuno si tiene le proprie provvigioni e la cosa finisce lì. Oppure ci si paga una cena, dipende da quanto siamo amici. O magari – e diciamolo una volta per tutte, basta con questa ipocrisia di m/da! – ce le si passa sottobanco, senza fatturare niente, tanto all’Agenzia delle Entrate non gliene dovrebbe fregare più di tanto: le tasse che non ci paga sopra lui che li ha presi sottobanco, in realtà le verso io che non posso scaricarmi il costo! Perché va detto – attenzione prego – che noi assicuratori siamo dei contribuenti modello: non possiamo fisicamente evadere una cippa. Le nostre entrate, le provvigioni, sono certificate fino all’ultimo centesimo dalle Compagnie mandanti, perché per loro sono un costo e giustamente se le segnano tra le “uscite”. Certo, posto che io non menta, non ometta di dichiarare un’intera fetta di reddito comunque certificato e verificabile, ma allora lì siamo nel campo della delinquenza da dementi (ti beccano in venti secondi) ed è giusto picchiare giù duro. Ma se io non mento volontariamente (e io, personalmente, non lo faccio) per un assicuratore non è fisicamente possibile ricevere soldi IN NERO. Ci paghi le tasse sopra fino all’ultimo centesimo possibile. Io poi, che sono integerrima fino alla stupidità, ho anche dichiarato provvigioni prese da un Broker che mi aveva risolto – senza mandato - un “problemino” di un Cliente molto grosso con una fidejussione che era una rogna mai vista e la mia Mandante non voleva fare (però ti comodano tanto, eh, cara Mandante, tutti gli altri soldini che questo qui ti versa per i rischi più graditi…). Le ho dichiarate e ci ho pagato le tasse sopra, praticamente tra essere fuorilegge per l’ex-ISVAP o per gli Uomini in Grigio ho scelto di rischiare con l’ex-ISVAP e tenermi buoni i secondi.
Torniamo però a me ed al mio amico e collega, uno o più di uno, con cui finora abbiamo usato questo sistema per evitare di perdere reciprocamente i Clienti. Non so se vi siete accorti ma io per ben due volte ho usato la parola Cliente associata ad un’altra parolina, di fondamentale importanza, che è “migliore”. Tutte queste manfrine si fanno per i Clienti di un certo peso, mi pare lampante, non certo per il motorino dello sfigato che cambia Compagnia ogni anno per risparmiare due Euro. Vorrà dire che ora potremo farle alla luce del sole, fatturandoci reciprocamente le provvigioni, che si presume siano bei soldini, tanti almeno da giustificare tutta questa rottura di scatole. Benissimo, diventeremo ancora più bravi per il fisco, è giusto e da bravi italiani digitali.
Ma lo spirito della Legge non era affatto questo! Mai stato! Lo spirito della Legge, come quella prima di questa, e quella prima ancora, e via indietro fino a risalire alle famose lenzuolate di Bersani nel 2007 (tutte norme emanate da chi – ribadisco – di quello che succede in una Agenzia di assicurazioni, dei suoi tempi, e dei suoi costi soprattutto, non sa e/o non capisce assolutamente niente), era quello di tutelare il consumatore medio-piccolo (il consumatore grosso, o l’Azienda, che nemmeno avrebbe esattamente la qualifica di “consumatore”, ma se c’è da muover carta per niente ci cacciamo dentro tutti, si presume abbiano già la forza contrattuale per gestirsi bene le pratiche assicurative). Lo spirito era quello di dare una mano alle famiglie in difficoltà. Di aiutare chi non ce la fa ad arrivare a fine mese. E scusatemi la rude franchezza, ma con questa novità a mio parere non cambierà nulla, per questa gente qui. “Al fine di favorire una scelta contrattuale maggiormente consapevole da parte del consumatore”… scusate, sono ancora che rido.
Se mi entra in ufficio un Cliente che ha con me solo ed esclusivamente la Polizza RCA, e spende trecento Euro, ribadisco fino alla nausea: io ci guadagno circa trenta Euro, lordi. Che poi quando ci ho pagato le tasse sopra diventano quindici. Cosa dovrei fare per lui? Ci metto il mio miglior sorriso, la mia disponibilità, la mia professionalità, la mia competenza, il mio impegno, tutto il tempo che vuole, gli spiego tutte le clausole più astruse, lo proteggo da qualunque rivalsa (la famosa rivalsa! Leggersi il post “RCA Telefono & Internet”). Ma se questo si sogna che io cominci a chiamare uno o più Colleghi di altre Compagnie, vedere chi può fargli venti Euro di meno, far emettere la Polizza a loro, rilasciare una fattura perché io, in tal modo, riceverò dal Collega diciamo diciotto Euro lordi di compenso (sai che gioia per il mio commercialista quando dovrà registrarne un centinaio, di fatture così… mi spara subito un bell’aumento del 30% sulla parcella), beh, il mio Cliente se lo può scordare alla svelta. Piuttosto cambio lavoro, ma capisco che chi scrive le Leggi non ci arrivi. Chissà se si pongono mai un paio di domande, quando vedono che ormai la gente squarterebbe la mamma per un posto pubblico, non parliamo di un posto nel “giro” della politica, piuttosto che aprirsi la Partita IVA, lavorare dodici ore al giorno rischiando in proprio, e dando lavoro ad altra gente.
Tra l’altro, in tutte le celebrazioni di gioia esternate dal Sindacato perché ora noi Agenti potremo accoppiarci selvaggiamente alla luce del sole senza essere incriminati, si è sorvolato un po’ troppo velocemente su un altro comma di questo articolo 22 (“Misure a favore della concorrenza e della tutela del consumatore nel mercato assicurativo”, ma per favore…), e cioè il comma 1 che – se non ho capito male, ma nessuno ne parla, magari ho davvero capito male oppure ne ho letto una “versione burla” – abolirebbe il tacito rinnovo dei contratti RCA. Vale a dire: ogni anno la tua Polizza scade, e ciao. Ti mando l’attestato 40 giorni prima (NON più anche l’avviso 10 giorni prima), e arrangiati. Se ti dimentichi e vai fuori copertura, non venire a lamentarti da me. Se la rivuoi, bisogna rifare tutto daccapo: trattativa, emissione del contratto, sedicimila firme. Cioè come fanno le Compagnie On-Line, ma loro sono strutturate esattamente per questo. Noi diamo altro, e a volte avere la quietanza pronta per l’incasso è estremamente più comodo per tutti, Clienti compresi! Del resto chi vuole ogni anno fare il giro di venti Sportelli e/o Numeri Verdi diversi per farsi i suoi sacrosanti conti (di cui ha ogni diritto, beninteso) già lo fa, mica aspetta il permesso del Legislatore. L'ho detto e ridetto: se uno vuole davvero spendere meno possibile - parliamo solo di quantità, non certo di qualità - l'unico giochino è cambiare ogni anno; come con il gestore telefonico, con la bolletta del gas, dell'energia, forse come con la Banca. Io piuttosto mi taglio le vene, ma mica siamo tutti uguali: evidentemente c'è gente che ha giornate intere da perdere per risparmiare trenta Euro all'anno (ecco, io se perdo un'intera giornata butto via qualcosina di più di trenta Euro, per quello mi guardo bene dentro prima ancora di cominciare il giro), disponibili subito cash per il nuovo I-Phone!
Torno all'abolizione del tacito rinnovo, e mi immagino uno scenario da Inferno dantesco: ogni mese centinaia di Polizze da riemettere, magari identiche a prima, con spreco infinito di carta, toner (tutta roba che costa… e dove li mettiamo questi costi? Su chi li ribaltiamo, tanto per capirci?), tempo, voce, a discapito della consulenza VERA, perché quanto ancora dovremo andare avanti a discutere di venti Euro in meno sulla RCA obbligatoria mentre c’è bisogno di tutelare la casa, la salute, il futuro, il risparmio? Macchè, perdiamo pure una mattinata intera a rinnovare tre Polizze di ciclomotori! Questo comma terrificante non l’ha notato nessuno?

P.S. Confesso, questo post l’avevo scritto alla pubblicazione del Decreto, perché anche se Scuffi, Armodio, Faccenda e gli Orler messi insieme in effetti mi piacciono di più delle questioni assicurative (ma anche presi singolarmente, devo dire) io comunque sono seria per quanto concerne il mio lavoro. Nel frattempo, la mia Mandante ha chiarito quanto meno l’aspetto del non tacito rinnovo, ricordandomi ancora una volta (se mai ce ne fosse stato bisogno) perché io resto monomandataria, e perché rappresento non altri ma Lei, questo glorioso nome del nostro passato, troppo spesso transitata in mani immonde, ridotta a spezzatino per faccendieri senza scrupoli, spremuta senza pietà, sedotta ed abbandonata, ma ancora così affascinante. Perché, in fondo, qualche testa buona da noi c’è. Infatti, la risposta a questa bomba del non tacito rinnovo è stata: stiamo calmi, va bene, aboliamo ogni termine di disdetta. Caro Assicurato riottoso, vuoi andartene? Vai, è un tuo diritto. E sono anche magnanima, ti garantisco comunque i quindici giorni di copertura post-scadenza, anche se sotto sotto non te lo meriteresti, visto che mi stai abbandonando senza neanche uno straccio di telefonata, o sms, o fax (fallo almeno per educazione, visto che io mi preoccupo se vedo che vai in giro scoperto). Equivale esattamente ad eliminare il tacito rinnovo, visto che ti lascio la massima libertà. In fondo, io non corro dietro a chi non mi vuole, mai fatto neanche sulle questioni personali, figuriamoci se alla mia età mi metto a farlo sul lavoro.
Ma se conservo ancora qualche Cliente educato e sano di mente, al quale va bene quanto gli avevo proposto l’anno prima, che vuole venire a trovarmi pagando la quietanza “rinnovata tacitamente” (che magari costa anche meno!), parlando di altre cose altrettanto se non più importanti, credo che abbia tutto il diritto di farlo senza sentirsi giudicare uno che fa “scelte contrattualmente inconsapevoli”. Anzi, secondo me questi sono i più dritti di tutti, che hanno capito che dieci Euro spesi in più oggi fanno un aiuto in più quando davvero serve, domani.

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