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venerdì 8 marzo 2013

Vita in stand-by

A fine Dicembre, e a dire il vero anche in Gennaio, mi ero riproposta di scrivere "meno e meglio", magari un paio di post al mese, senza cadere nella bulimia, senza divorare l'intero vasetto di Nutella appena aperto. Ma io vivo di emozioni, e soprattutto (ora mi è chiaro più che mai) scrivo di emozioni: quando me ne capitano tante mi attacco alla tastiera e apro le chiuse alla diga. Esco fuori tutta, posso scorrere come un ruscello montano, saltellante limpido tra i sassi, o travolgere come un fiume in piena, ma per certo non riesco a trattenermi.
Febbraio è stato così: una serie infinita di emozioni - tante, forti, alcune molto belle ed altre bruttissime - che hanno dato vita ad un accavallamento di post, spostando sempre più indietro, com'è tipico dell'ordine cronologico inverso dei blog, inesorabile calendario, il post "Talento e merito", che avevo scritto dopo la sera del primo di Febbraio. Oggi ho quindi deciso di fare un esperimento: l'ho cancellato da dov'era, quel post, e lo voglio rimettere fuori qua sopra. In primis perchè mi era uscito particolarmente bene, si vede nettamente che era stata una bella serata. I miei pezzi migliori (e mica solo i post di Trecose, anche altri brani, racconti scritti nel tempo, anche i temi a scuola) sono sempre stati legati a momenti emotivi molto forti; non dico che io non riesca a scrivere semplicemente per il gusto di farlo, semplicemente per esercizio di stile, semplicemente per vedere se posso scrivere anche quando non ne ho gran voglia (e a dirla tutta sono le volte in cui sono curiosa di vedere cosa ne viene fuori, mi piace mettermi alla prova). L'ho fatto in passato, sia in conto proprio che in conto terzi, come i trasporti con gli autocarri. E non tutto era da buttare, anzi. Ma quello che viene fuori da una spremuta emotiva (testa, cuore, pancia, occhi, anima...) ha una marcia in più. Devo dire che quella sera, un venerdì, ora come ora è l'ultima sera di spensieratezza vera e profonda che io ricordi oggi, a distanza di oltre un mese.
Infatti, il lunedì subito dopo il mio collaboratore si è dimesso, come ho già avuto modo di raccontare, causandomi una valanga di problemi presenti e futuri. A dirla tutta, ho nel frattempo scoperto che la scelta era programmata già da un pezzetto, non è stata per niente un'offerta stratosferica ed estemporanea, ma quando vuoi bene a qualcuno sono cose che rifiuti di vedere. E gli dovrò anche pagare la liquidazione, spallata finale che ha fatto saltare altri miei ben più interessanti progetti, per i quali avevo dato la mia parola, sempre una e sola.
Nel mio lavoro come ci si comporta in questi casi: si chiama la Direzione Commerciale, si spiega il problema, e si fa un accordo per poter scontare più del normale le Polizze, onde evitare di perderle. A me è stato detto questo: "Certo, certo, adesso lo facciamo subito, guardi, ci prepari un bel file excel con tutte le Polizze che lei ritiene minacciate, anzi adesso veniamo lì così prepariamo un piano d'azione, magari le diamo anche una mano per trovare un nuovo collaboratore cazzutissimo... ah, no, un momento, ma lei è quella che non vende le Polizze Vita Miste? Allora scusi, no, non facciamo niente, si deve arrangiare, saluti e ci stia bene". Giusto per capirsi, cari assicurati e cari consumatori, cosa contate voi per le Compagnie di Assicurazione: un emerito tubo. Come noi Agenti, del resto. Tutte pedine di scambio. Io ripeto il mio consiglio: trovatevi un Agente serio, di cui vi fidate, e non guardate troppo solo al prezzo finale, perchè con quello - e con la vostra pelle, e con i vostri risparmi - le Compagnie ci giocano a freccette. Per la mia sorte, ad esempio, ora attendono che io salti per poi accorparmi a qualche altro Collega con le stesse difficoltà (chissà chi, chissà dove, come se costituire una Società con uno sconosciuto fosse la cosa più normale dell’universo). Quindi sto vivendo settimane pesantucce, è come se mi avessero spedito in barca a remi contro una corazzata. Certo, se credono che io mi spezzi per questo, possono aspettare seduti sulla sponda del fiume per l'eternità, ci mancherebbe. Però a causa di questo, di un surplus di lavoro, di impegni, di pensieri, ho giocoforza messo in stand-by la mia parte emotiva.
Confessione per confessione, ci sono stati anche un paio di episodi, lo scorso mese, che mi hanno iniettato una dose di anestetico di quelle che farebbero stramazzare un elefante: errori causati da stanchezza, da parole di troppo, da stupide incomprensioni, ma è come se la capacità di "vivere" si fosse momentaneamente allontanata da me. Sottolineo momentaneamente, perchè non posso pensare altrimenti, ma devo ammettere che siamo alla calma piatta. Anche l'ultimo Evento Orler, meraviglioso come sempre (a proposito, giusto per un'indicazione tecnica: bellissima l'idea delle luci basse, e anche del velluto alle pareti), con tutte le persone a cui voglio più bene, a cui sono andata tappatissima da non sembrare neanche io, col plateau tacco dodici e le parigine con i fiocchetti, per capirsi. Più di qualcuno mi ha coccolato come una star, e io dentro avevo mare a forza zero. Una sorta di palude. Calma piatta, come fissare una bottiglia d'olio su uno scaffale.
Un paio di mesi fa un Amico Lungimirante mi aveva raccomandato "Vivi!", e io l'avevo preso molto sul serio, devo dire. Vivi, vivi, vivi. Ma se è la vita che ti evita, hai poco da fare. Se l'arte si allontana (con tutti i tuoi progetti e i tuoi entusiasmi), e gli uomini pure (le amicizie si raffreddano, le persone cambiano), bisogna accontentarsi delle assicurazioni, anche se da sole sono due palle.
E allora lo accetto, con fatalismo, questo periodo di sfiga totale, mica mi frega, l'aspetto io la vita, seduta sulla sponda del fiume, a mia volta. Del resto, cosa posso fare, mica posso sopprimere Paperino per evitare il contagio. Arriverà nuovamente, l'ondata di piena. Tornerà, la pioggia di emozioni. Eccome. Ma visto che per ora latita (la bastarda, fa anche capolino giusto per farsi desiderare e poi ti lascia a bocca asciutta), mi sa tanto che mi zittisco per un po'. E' inutile che mi sforzi per niente. Lascio il post su Antonio Orler come ultimo, così chi bussa a Trecose ed entra se lo trova davanti e se lo guarda, bello di mamma sua, anche se il resto della casa è malinconicamente immerso in una mezza penombra che fa tanto ospedale durante l'ora del sonnellino pomeridiano auto-inflitto. Quando riprenderò ad emozionarmi - QUANDO, non SE - quando avrò tempo, e modo, e voglia, e possibilità, e occasione, di VIVERE, allora scriverò ancora. Per me sola, perchè è una delle cose che amo fare stratosfericamente, e per condividerlo, perchè la vita a quello porta, se è vita VERA. E la mia lo è.

4 commenti:

  1. Cara Signora, peccato che non abbia gradito l'Evento Orler, mi sarebbe piaciuto leggere un suo commento. Voci di corridoio parlano di baruffa nell'aria, non di mare forza zero. Molti auguri. Luca S.

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    1. Gentile Luca S., mi stupisce un suo secondo commento, guardi che al terzo entra di diritto nel Fans Club, non si esponga troppo...
      Comunque: non ho detto che non l'ho gradito (anzi, l'ho definito meraviglioso!), ho solo detto che non ero nello stato d'animo adatto, cosa che dimostra - se mai ce ne fosse stato bisogno - quanto io sia una persona vera, con i suoi alti e bassi, e non una mera voce "a servizio di".
      E a proposito di voci, dica al suo corridoio di farsi gli affari suoi. Grazie.

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  2. Mi piace la tua spremuta emotiva...è buona, e rigenera...

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    1. Grazie, caro. Non sai quanto bisogno avrei di rigenerarmi davvero, ora... Ma, un passo alla volta, tutto arriva, al momento opportuno. E' una certezza.

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