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martedì 20 agosto 2013

Liaison estiva con Cagnola Srl

(Se l'Elefantino perde il pelo, ma...)

Non amo parlare a vanvera, e non mi piace chi lo fa. 
Anche i classici discorsi a vuoto sui luoghi comuni mi danno un po' di fastidio. E' vero che tendenzialmente parlo parecchio, ma cerco di farlo con cognizione di causa, di argomenti sui quali sia un minimo ferrata, o su cui io abbia esempi pratici vissuti direttamente sulla pelle mia; in caso contrario è meglio ridere e scherzare di futilità varie, e siamo tutti più contenti.
Giusto per dire a tutti quegli scellerati, quei perfidi, quei bruti che negli ultimi mesi mi hanno allertato perchè avevo deciso di mettere un quadro in vendita da Cagnola Srl che non è giusto riempirsi la bocca di paroloni ("sono dei delinquenti", "dei farabutti", "veri disonesti" eccetera) quando non si è provato - eh, no, non si fa: è come dire che gli assicuratori sono tutti ladri. Prima provare e poi giudicare, questo è il mio motto, rigorosamente con i verbi all'infinito che fa tanto internazionale e piacione.
Io l'ho fatto! E ora racconterò con dovizia di particolari la mia personalissima esperienza, pregando chiunque sia addentro al mondo dell'arte di diffondere il mio messaggio. Tutto vero, reale, e, volendo, corredabile di dati certi e cartacei. Delinquenti? Farabutti? Disonesti? Non esageriamo... Una cosa è certa, comunque: birichini. Col miglior sorriso, ma tanto birichini. Giudicate voi, e magari datemi dell'ingenua (è cosa che mi capita spesso, ultimamente), ma mi raccomando: un'ingenua imparziale.
Cominciamo dal principio. E' necessario che io faccia riferimento al mio post "Sinonimi e contrari" di questo recente Maggio ( http://trecose.blogspot.it/2013/05/sinonimi-e-contrari.html ), esattamente quando racconto che a me piacerebbe cambiare spesso i quadri, pur sapendo che non è esattamente un segnale di intelligenza (dal punto di vista dell'investimento). Del resto, sono una persona normale, ho la casa con il mutuo, sento anch'io il calo di lavoro dato dall'infausto periodo economico: non posso continuare a tirare fuori soldi freschi all'infinito, per quanto io comprenda che questo sarebbe il sogno di ogni gallerista. Prima o poi per comprare nuove opere devo permutare o vendere quelle vecchie. 
E qui entra in scena Gastone Biggi. 
Un paio d'anni fa ho acquistato un dipinto di Biggi della serie dei Fiori; non l'ho comprato da Franco Boni, per intendersi, che all'epoca era ancora a Telemarket, perchè un mutuo casa ce l'avevo già e non era il caso di aprirne un altro. L'ho trovato tramite una ricerca on-line, in un canale alternativo, per quanto sempre ufficiale, e l'ho pagato parecchio meno. Tutto sommato eravamo contenti. 
E non ho smesso di credere in Biggi, sia chiaro! Trovo sia un astrattista fenomenale, e che la storia di vita e pittura che ha alle spalle (è uno dei pochi in cui vedo ancora fortissimo il connubio "vita e pittura") parli per lui. Assieme a tutte le autorevoli voci che l'hanno accompagnato. Certo, ti deve piacere l'astratto, ma a quell'astratto lui ci è arrivato con un percorso; personalmente mi piace come studia l'astrazione del colore, più che della forma (sia essa tesa a ricordare il fiore, piuttosto che la serie infinita di punti), riesce a passare dall'estrema delicatezza alla violenza più sferzante in un solo gesto. Ora sussurra, ora grida. E poi, con lui, ho scoperto che mi piace da matti l'industrial paint, mi ricorda lo smalto, è vivida come i miei pensieri, sempre lucida, sempre intensa. Non sono mai stata così rimbambita da credere che potesse valere quanto un appartamento in centro, ma nessuno può negare che sul mercato dell'arte televisiva (che, ribadiamolo per ogni utile ragionamento, è lontano anni luce dal mercato delle aste o delle Gallerie) girino sovrumane schifezze di gente che ha ancora in bocca il ciuccio, ben più sopravvalutate rispetto all'ironico e tosto vecchietto. Secca un po' che sia arrivato a ottantacinque anni dipingendo pochissimo (il nostro Fiore è il suo dipinto n. 5.505, perchè lui ha sempre numerato tutte le opere fin dalla primissima), e poi si sia messo di colpo a spennellare come un forsennato decuplicando la sua normale produzione, ma non si può pretendere tutto dalla vita (lui dovrebbe stare attento però, perchè così facendo ci sarà più di qualcuno che gliela chiama).
Senza nulla togliere alla bravura ed alla grandezza del Maestro, diciamo che, forse, probabilmente, non mi piace più di tanto il NOSTRO, QUEL quadro. Magari ho cambiato umore. Non mi va più di alzarmi e vedere un fondo così scuro. Non sopporto più il verde. Chi lo sa. Oppure non ho digerito bene la storia della mancata pubblicazione, e questa sì, bisogna dire che è stata una gran porcata (libera traduzione di "promessa non mantenuta"), anche perchè i cataloghi più prestigiosi di Biggi dell'ultimo periodo riguardano Mostre internazionali, e si sa che all'estero la carta tira tantissimo, se un quadro non è pubblicato è come se non esistesse.
In prima battuta ho contattato l'organizzazione dove l'avevo reperito, precisando che non volevo soldi, ma mi sarebbe piaciuto cambiarlo con qualcos'altro (chiedevo anche consigli in merito!), e non si sono neanche degnati di rispondermi. Personalmente ho trovato la cosa gravissima, perchè io ho una vera e propria fissazione per il post-vendita, lo dico sempre anche a tutti coloro che lavorano con me: è orribile la sensazione di aver speso dei soldi (tanti o pochi non importa, ma diciamo che quando non sono proprio pochissimi - come nel mio caso - è ancora più evidente) per acquistare qualcosa da qualcuno, dalla Polizza al divano, dal quadro al frigorifero, e sentirsi totalmente abbandonati, rifiutati, cancellati non appena l'assegno è andato a buon fine. Esigo che nessun mio Cliente la provi, e gradirei - nel limite del possibile - non provarla neanche io, quando sono dalla parte di chi compra. Da quel giorno, infatti, uno dei miei link ai "Siti consigliati agli amici" è improvvisamente sparito, chissà se tra i miei più vecchi lettori c'è chi ha buona memoria. Mica mi agito tanto, io, per queste cose; conosco il sottile ed infausto potere della cattiva pubblicità.
In seconda battuta ho inviato una mail al rappresentante ufficiale di Biggi, che nel frattempo aveva lasciato la traballante Arca Verde per scendere in campo con il Terzo Polo. Che vedessero loro se gestire la cosa come un cambio o come un conto vendita da privato, poco importa. Anche in questo caso, assenza totale di risposte: ma costa davvero così tanto? E' così difficile? E' evidente che io vivo su un altro pianeta, il Pianeta della Correttezza che probabilmente verrà riscoperto troppo tardi; mando addirittura la risposta scritta via posta (con tanto di francobollo da 0,70) a tutti i curricula che ricevo, fosse anche per il classico formalissimo "no-grazie-siamo-a-posto-ma-terremo-presente". Firmata di pugno. E lo faccio perchè so che a ME farebbe piacere, se fossi dall'altra parte della scrivania. E' un gesto umano, un gesto d'altri tempi. Sa di coccola. Per lo meno capisci che per trenta secondi sei esistito per qualcuno. Invece niente di niente (e così facendo ti instillano il subdolo dubbio che ci sia il flop in agguato dietro l'angolo).
Qualunque terza via non era percorribile, perchè Gastone Biggi è un nome controverso, corrucciato quanto la sua raucedine, e nessuno che non lo tratti alla luce del sole lo considera. O ti ridono dietro o te lo valutano mille Euro (e parliamo di un 100 x 80, non sono così masochista). Antipatici.
Non ci restava che Cagnola quindi, e visto che a me piace tutto sommato fare questo genere di esperienze sociologiche, da raccontare ai nipotini nelle lunghe notti invernali, la terza battuta si è diretta lì, al Signor Renato Marchioni, referente per l'Arte Contemporanea, che ha risposto praticamente subito! Un bacio in fronte non foss'altro per la cortesia. Biggi a loro interessa - è chiaro, lo promuovono alla stragrande, vorrei anche vedere che dicessero di no. All'inizio c'è tutta una serie di schermaglie, che ricordano la danza amorosa di corteggiamento dei pinguini, da fare, perchè visto che da Cagnola non possono sapere se da questa parte c'è un collezionista che vuole muovere un po' di opere piuttosto che un disperato in mano agli strozzini, tentano prima di proporti l'equivalente di un paio di pizze ai funghi per un quadro che tu hai pagato una somma a cinque cifre. Ma rispondono sempre. Il Signor Marchioni, che di persona non ho mai visto nè sentito, è stato gentile e premuroso. Alla fine ci siamo accordati. 
Apro una piccola parentesi maligna, perchè a quel punto è successa una cosa curiosa anzichenò. Non uno, non due, non tre, ma QUASI TUTTI i nostri amici e/o conoscenti collezionisti, i quali (tutti, unanimi) quando dicevamo di avere in casa un Biggi ci guardavano con il sorrisetto di compatimento e l'occhio paterno di chi vorrebbe dirti che gli dispiace per il solenne bidone che hai preso ma non sa quali parole usare per non ferirti, ebbene, costoro tutti, al sentire che l'avevamo messo in vendita se ne sono usciti con un "mah, siete sicuri? proprio adesso? io ci penserei, io me lo terrei...". Due verbi al condizionale, comunque, eh. Non uno che abbia usato l'indicativo ("lo compro io") o men che mai l'imperativo ("vendimelo"). Giusto per continuare il Grande Affresco del mondo dell'arte e di chi ci gira intorno, chi di qua e chi di là del fiume. Sono sicura che anch'io agli occhi di molti sembro un po' suonata.
Analisi grammaticale a parte, la Cagnola Srl è definita "agenzia di affari per la vendita per conto di terzi" ai sensi dell'art. 115 del T.U.L.P.S., come chi vende auto usate, o i servizi funebri, o le infortunistiche stradali. Firmi un Mandato di Vendita della durata massima di novanta giorni, durante i quali presumi che loro presentino realmente il tuo quadro in televisione, o quanto meno tentino davvero di venderlo usando le modalità che ritengono più opportune. E lo presumi tranquillamente e fiduciosamente, visto che firmi nero su bianco che - della cifra pattuita di vendita - loro si trattengano un terzo, un terzo secco. Una bella cifretta, che ritieni possa ingolosirli. 
L'unico punto un po' oscuro e decisamente migliorabile del Mandato è il n. 2, in cui si legge che il Mandatario (cioè loro) non può "essere ritenuto responsabile in caso di guasti o vizi agli oggetti", ma bene o male la colpa grave è compresa, per cui incroci le dita e consegni quadro, autentica e Mandato firmato al simpatico e loquace addetto che viene presso casa tua per il ritiro. Che ovviamente è uno che ha sempre lavorato per Telemarket (quando addirittura non ci lavora ancora, te lo dice con un candore disarmante), e qui bisogna chiarire subito una cosa che innervosisce un pochino, perchè da Cagnola si sgolano continuamente a ripeterci che non dobbiamo confonderli con Telemarket, perchè trattasi di altra Azienda, pensando che siamo tutti imbecilli. E' evidente che è un'altra Azienda per la Camera di Commercio: ha un'altra Partita IVA, un'altra ragione sociale, eccetera eccetera. Che discorsi. Ma è altrettanto evidente che Cagnola E' in tutto e per tutto Telemarket. Ha i suoi dipendenti. Sta nella sua sede. Vende le sue opere d'arte. NON E' VERO che "sono tutte opere provenienti da privati", proprio per niente. A meno che non vogliamo cavillare sul fatto che Telemarket, non essendo a conti fatti un Ente Pubblico, può essere considerata un soggetto "privato", ma la vedo un pochino tirata per i capelli. 
Il problema tuttavia non è questo, del resto la Cagnola Srl a casa sua può fare quello che vuole, come io faccio quello che voglio a casa mia, anche mandar via un Cliente che a naso non mi va, perchè sospetto che sia un tira-bidoni, oppure perchè ad ogni rinnovo mi fa perdere tre anni di vita con estenuanti trattative per uno sconto di dodici Euro.
Il problema è che le uniche opere che la Cagnola Srl vuole/deve/può (mah? non ho ancora capito qual è il verbo servile giusto) vendere sono le ex-Telemarket, o del suo giro. Prendiamo il nostro Biggi, per esempio. E' stato ritirato il 16 Maggio, e da quel momento io e mio marito abbiamo iniziato a monitorare come in un infinito gioco del Risiko TUTTE le loro trasmissioni di Arte Contemporanea. Monitorare non significa vederle tutte in diretta; saremmo già al ricovero, nel caso. Però registrarle tutte, questo sì, tutte, e passarle con la velocità x30 di Sky (mai ringraziato tanto Sky come in questi mesi) per vedere se arrivava LUI. Dopo circa quattro-cinque giorni ecco che il buon Roberto Porcelli fa la sua famosa faccia stupita come se gli avessero detto che è appena stato scoperto sotto lo scantinato della sede di Roncadelle il più vasto giacimento di petrolio degli ultimi tempi; e avverte che è arrivato un nuovo Biggi, inedito, meraviglioso, uno dei Fiori, introvabile. Era mezzanotte e un quarto (Biggi va fortissimo tra gli insonni). Il quadro ha il vetro, e fa un effetto specchio devastante, non si vede un tubo. Via subito a toglierlo (e stando attenti, o vi taglio le mani), e arriva l'una meno venti. All'una meno un quarto la trasmissione finisce. Noi ci guardiamo perplessi.
Passano altri tre-quattro giorni ed ecco che riappare il nostro Biggi in una fascia oraria umana, Porcelli non ha neanche bisogno di sgolarsi più di tanto, confermato, via subito, e ti credo, battimani, evviva evviva. Dopodichè, più nulla. Silenzio totale. Sparito dal palinsesto (con noi testardi ed eroici, sempre a registrare, controllare e verificare). Tant'è che ce ne siamo anche dimenticati, e aspettavamo Agosto dando per scontato che da Cagnola ci marciassero un pochino sulle valute. 
Spiego: nel Mandato ti si dice che qualora l'opera venga venduta tu sarai avvisato con una mail a fine mese, ed il denaro ti verrà accreditato via bonifico alla fine del mese seguente. E' un contratto abbastanza standard, sono tempi ragionevoli e comprensibili, è evidente che nessuno che abbia l'intelligenza pari quanto meno a quella di un pennarello crederà mai ad Alessandro Orlando quando sbandiera che tu vai a Roncadelle con il quadro sotto il braccio, e ne esci subito con i contanti cash in mano. L'ha detto davvero, in diretta! Il Signor Orlando deve avere una dispensa particolare dal Papa in persona per raccontare tutta 'sta montagna infinita di fandonie e non temere di finire dritto dritto all'inferno. Oppure nella prima ora di diretta gli pizzicano un po' gli occhi e le orecchie, e non si ascolta. O ancora resetta tutto dopo ogni trasmissione, pensando che la gente lo segua sempre per la prima volta, ma non è così. Ha fatto decine di trasmissioni sui tappeti Habibian di Nain, bellissimi tra l'altro (ne ho preso uno anch'io, era prima di approdare agli Orler... per carità, ammetto che non ha l'afflato ed il fascino storico di un caucasico di fine Ottocento, ma sul parquet a listoni scuri mi sta da dio e fa una scena pazzesca), dicendo ogni volta che era la prima e l'unica. Per non parlare di quando cerca di convincerti che un Habibian a nove fili è più pregiato di uno da sei, con una improbabile quanto impossibile spiegazione tecnica su DOVE passa il filo dell'annodatore.
Noi, che valiamo almeno quanto un pennarello e mezzo, davamo per scontato che Cagnola ci avrebbe dato la conferma della vendita all'ultimo giorno utile, per poter poi pagare all'ultimo giorno utile. Lo fanno anche i Broker con le Agenzie di assicurazione, e li perdoniamo ogni volta. A tutti sotto sotto fa piacere girarsi un bel po' di soldi altrui, di questi tempi.
Tuttavia, poichè fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, io il giorno 22 Luglio mando una mail gentile gentile a Renato Marchioni giusto per precisare che il mandato scadrà in pieno Ferragosto, come si fa per la riconsegna dell'opera invenduta (voglio dire, è mica è davvero invenduta, eh?). E lui, sempre rapidissimo, mi risponde dicendo che "l'opera è stata prenotata due volte ma poi non confermata" (non è vero! La prenotazione era stata una sola) ed "è qui nei nostri magazzini" (a fare la muffa da circa due mesi, aggiungo io) e ancora "per noi va bene portarla a fine mandato". 
Uno shock. Nuova mail con cui preciso che "in franchezza sono un po' delusa" perchè l'opera non ha avuto visibilità, come cavolo pensavano di venderla in questo modo, insomma dai Renatino, una sola volta all'una di notte e poi basta, ma vi fanno proprio schifo cinquemila Euro così sull'unghia senza rischiare niente? Sibillina risposta: "Spero di riuscire a recuperare nei prossimi giorni". Non mi è dato a sapere cosa lui intendesse dire, considerati i "prossimi giorni" trascorsi nella calma piatta più assoluta; il novantesimo giorno è arrivato puntualmente, senza spuntar di Fiori alcuni. 
Passati altri sei giorni, abbiamo preso armi e bagagli e siamo andati a riprenderci il quadro a Roncadelle, prima che ci finissero le ferie e diventasse tutto più complicato. 
Lo show-room dell'Azienda-che-non-è-Telemarket è esattamente nello stesso posto di prima, sempre bello e ben tenuto, anche se le opere in esposizione stavolta erano di un livello che sfiorava l'infimo, rispetto alla nostra prima volta. Che peccato. Il personale è gentilissimo e sorridente, se si passa sopra al senso di gelo e all'atmosfera da coltello che aleggia un po' dappertutto. Non ne ho le prove, ma secondo me hanno tassativi ordini di non parlare con "i privati", di non fare commenti, di non aprire bocca neanche per chiedere come vi siete trovati, o che peccato il quadro non è andato, perchè non ci riprovate o altre amenità del genere. Ecco la vostra opera, ecco l'autentica, una firmetta qui e via, è stato bello, ma forse neanche più di tanto. Mi sapeva da trafila vista altre volte, mi si è infilato in testa il sospetto strisciante che anche quella misera, unica conferma fosse in realtà una finta, tanto per darci lo zuccherino.
Questo è quanto. Mi resta, tra un sospiro e l'altro, lo spazio per una serie di riflessioni, che non pretendo siano verità assolute, ma che temo siano difficilmente smentibili. A meno che, a distanza di oltre un anno dai post rivelatori sull'essenza più profonda del mio Paperino, la sua nuvoletta scura non abbia fatto di noi l'unico Cliente Cagnola totalmente insoddisfatto (il dubbio, di fondo, permane, ma dovevo almeno provarci...):
- La dispensa papale di Orlando è arrivata anche a Porcellino, a quanto pare. Perchè mente proprio di brutto brutto. Non è assolutamente vero che hanno centinaia e centinaia di quadri di privati, tant'è che fanno vedere sempre gli stessi, fino alla nausea, a volte. Stessi nomi e stessi dipinti. E la maggior parte sono di Telemarket, ce li ricordiamo benissimo: Biggi e Mambor, ovviamente, più intere camionate di Sciacca e Faccincani, per non parlare di tutti quegli street-artists... oppure per una probabilità su cento milioni tutti i possessori di "fondamentali opere" di Pho hanno deciso di disfarsene nella medesima settimana? Tutti improvvisamente indebitati al punto di vendere a mille Euro, provvigione compresa, un'opera pagata quattro volte tanto l'anno prima? E poi, se avessero davvero centinaia e centinaia di opere di singoli privati, con Mandati di novanta giorni, scadrebbero i termini prima di poterle presentare tutte.
- Hanno, in effetti, qualche quadro da privati, da gente comune, di quella che firma il Mandato a vendere, ma presumo solo per fare un bel po' di fumo, perchè non sono assolutamente intenzionati a promuoverli o a venderli. Altrimenti, certe scelte commerciali non si spiegherebbero. Quadretti da mille Euro presentati decine di volte (e in teoria ci dovrebbero guadagnare appena dai trecento ai cinquecento euro), e un Biggi inedito che fa la muffa in cantina, mentre Porcellino dice "non chiedeteci più Biggi, non ne abbiamo più, men che meno il ciclo dei Fiori che è andato via bruciato". Ti cresce il naso. I Biggi da spingere sono solo i loro, non c'è dubbio, riconoscibilissimi del resto, perchè sono incorniciati tutti uguali, l'ha notato anche un telespettatore polemico che ha fatto perdere per un attimo l'aplomb ridanciano a Porcellino. Oltre a noi, ovviamente, che conosciamo personalmente il corniciaio di Telemarket perchè ha il capannone a circa un chilometro in linea d'aria da casa nostra, e prima di conoscere Franco Ristori portavo lì tutti i miei quadri a spogliare e rivestire (perchè con tutto il bene che voglio agli Orler non sono cieca: le loro cornici sono terrificanti).
- Certo, mi possono dire che il "mio" Biggi non era della qualità giusta (in base a quali parametri vorrei sapere, visto che proprio sulla qualità aveva puntato chi me l'ha venduto...), che è una frase ad effetto che fa sempre colpo. Io lo trovo qualitativamente pregevole, comunque. E' complesso, graffiato, con forti riferimenti alle sue puntocromie, ed inediti elementi a croce. L'accostamento del colore è studiato, tutte tinte forti. Ma poi torno pragmaticamente al punto: che te frega? Tu presentalo, lascia decidere allo spettatore, alla sua sensibilità, al suo gusto. Alla fin fine, la provvigione la prendi lo stesso. A meno che... sul "mio" prendi la provvigione di un terzo, mentre sui "tuoi" il prezzo intero. Oppure il Terzo Polo te li passa a condizione che tu venda solo i suoi. Mistero della fede.
- Tutta questa manfrina dei privati bisognosi viene enfatizzata, a mio parere, solo per avere una giustificazione ufficiale per rifiutare qualsiasi rientro e/o permuta, che è la cosa che più detesta chi vende arte. Non è una critica solo a Cagnola, cari signori. Andiamo avanti così, e il mercato si ingessa. Mica li fabbrico, io, i foglietti colorati verdi, o rosa scuro. Eccheccavolo. 
- Non posso sapere, ovviamente, con certezza, qual è la reale portata delle vendite di Cagnola. Roberto Porcelli afferma che vendono come dei dannati, e io glielo auguro, così l'economia gira, ma ho i miei seri dubbi. Per lo meno sulle opere davvero di privati, che puntualmente sgamo su Ebay (Classic o Annunci indifferentemente) già il giorno dopo che Robertino ha pronunciato la famosa frase "l'opera non è più disponibile" (fatalità). In questi giorni, una china di Xavier Bueno, ad esempio, ne sono certa. O un paesaggio di Annigoni grande e spettacolare, cascasse il mondo. Entrambe pezzi unici e inconfondibili. Se giudico a naso (il mio nasetto da sedici), per quanto io ci capisco di mercato, di crisi, di vendite, di Clienti più o meno incazzati e/o senza soldi, è un'operazione studiata a tavolino, e a tavolino ha la fine già scritta.
- Avevo scritto a Renato Marchioni la mia delusione, e qui la ribadisco. Ma non perchè non mi hanno venduto il dipinto, assolutamente; vorrà dire che lo metterò in vendita su altri canali, anche se meno esposti di quello televisivo, oppure lo prenderò come una strizzatina d'occhio del destino e me lo terrò, chissà. Il fatto è che mi sono sentita presa in giro. Da tutta l'operazione, dagli inviti spudorati che fanno ai telespettatori a contattarli per mettere in vendita le proprie cose, già sapendo che non verranno mai mostrate, se non una volta sola, all'una meno venti. Dalla mail che lui mi ha scritto il 24 Luglio, in cui mi dice di essere "dispiaciuto nel sentire che non siete stati, fino ad ora, pienamente soddisfatti", ma mi prendi per scema o scherzi? E ha insistito per arrivare a fine mandato, tenendo il quadro in magazzino a marcire (e rischiare graffi, colpi e danni vari) ed impedendomi, di fatto, di poterlo re-immettere sul mercato per conto mio. Delusa dalla sfilza inenarrabile di bugie. Dalla incredibile faccia tosta. Dal fatto che il collezionista è sempre considerato un emerito deficiente, con cui si può/deve parlare solo ed esclusivamente di denaro (montagne di denaro facile, perchè solo quello l'emerito deficiente sa comprendere).
- Molto birichini.



"In questa Serie quasi ovvia e banale ho voluto però rappresentare la per me insopprimibile esigenza dell'uomo di ritrovare una bellezza perduta, il profumo di un fiore, la sua ritmica presenzialità, la sua non violenza, il suo offrirsi alla umana specie all'inizio di ogni nuova stagione come rassicurazione che il sole continuerà a sorgere, la luna ad imbandirci la chiarezza della notte, gli animali che certamente non cesseranno di contrappuntare con la giustezza infallibile del loro istinto la precarietà bisognosa del nostro vivere".
Gastone Biggi

AVVISO AI NAVIGANTI: Tra i vari commenti che seguono, occhio al mio "Aggiornamento" dei primi di Settembre, che ho inserito come un curioso ed imprevedibile ragguaglio a questa love-story sotto l'ombrellone... 

80 commenti:

  1. Mettilo in vendita all'asta meeting art cosi gli artefici della bolla Biggi dovranno difendere il prezzo..fidati..un gallerista..

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    1. Grazie del consiglio, indubbiamente ci penserò su. E' già la terza persona, e anche la seconda era del settore, che mi consiglia la Meeting Art, a conferma della serietà dell'organizzazione e del nome.
      Tuttavia... temo che gli "artefici" non farebbero nulla comunque, perchè più di una volta li ho sentiti dire durante le dirette che i Biggi che passano nelle aste costano poco perchè sono di seconda scelta rispetto ai loro... Fanno invidia ai politici di professione, a volte!

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    2. Ma questa srl risulta che paghi o no?

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    3. Caro Claudio, è una domanda a cui io non so risponderti. Ovviamente io non sono stata pagata, ma è normale, visto che l'opera è stata resa invenduta. Curiosando per il web ho trovato voci di gente soddisfatta (confermano che il mandato - buono o cattivo che sia - è stato comunque onorato), altre no, ma troppo poco corredate da dati precisi per non farsi venire il dubbio che siano "di parte" (lo sappiamo tutti, vero, come funziona su Internet se un'azienda vuole portare in alto o in basso qualcuno...).
      Credo che per conoscere la verità bisognerebbe indagare a livello legale (di sicuro coloro ai quali non sono stati pagati quadri realmente venduti non dovrebbero starsene lì a guardare piagnucolando, ma agire!).
      Tuttavia, vuoi che ti dica una cosa? Dopo questo tipo di esperienza io mi sono un po' disinteressata alla Cagnola Srl. Continuo a seguire, quando mi capita, le loro trasmissioni, per curiosare sui nomi proposti, sugli andamenti delle cifre eccetera. Ma sull'aspetto "interattivo" della cosa ho messo una bella pietra sopra. E in due anni ammetto che molte cose possono cambiare...

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    4. giuliano gozzi MANTOVA29 agosto 2018 alle ore 10:52

      assicuratrice o grande scrittrice?
      Ti leggo solo oggi 29 08 2018 perché incuriosito dalla impossibilita' di vederli in TV ho cercato "CAGNOLA" su internet e non ho trovato nulla di recente.
      Chissa se esistono ancora.
      Io da anni guardo solo ORLER canale 144 perché almeno li un commentatore, tale CARLO VANONI, prima spiega e poi vende.
      Ho ritrovato anche ALESSANDRO ORLANDSO con propria rete TV ma vemde solo cose oscene e come sempre raccontandole tutte come bellissime e poco di piu'
      Sono passati tanti anni dalla Tua esperienza ma temo he il mondo della TV sia sempre lo stesso
      Cerca un canale ufficiale magari vicino a casa e accontentati di quento un esperto vauta la tua opera;
      diversamente tienila perché almeno io, ho sempre pensato che con i quadri guadagnino davvero in pochissimi
      Ciao collega
      GIULIANO

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    5. Anche se Trecose è un blog inattivo da anni, mi sento tuttora più scrittrice che assicuratrice, ma mi raccomando, Giuliano, non facciamolo sapere alla nostra comune e onnipresente Mandante :-)
      E' passato (e cambiato) un mondo dalla mia vicenda Cagnola/Biggi, e per quanto io mi sia, negli ultimi anni, molto allontanata dal mondo del mercato dell'arte, in effetti il mio punto di riferimento televisivo resta Orler. Con molta moderazione.
      Riguardo a Cagnola, da quanto vedo oggi come oggi ha un solo canale sul digitale terrestre, da cui trasmette ogni tanto dopo un imponente ridimensionamento; uno dei suoi "pezzi pregiati" (cioè Marco Vinetti, fuoriuscito con altri colleghi dalla nave ammiraglia) presenta trasmissioni proprie come VimArte. Molto gradevole come sempre, tutto da tracciare il suo sentiero.
      Un saluto alla tua splendida città!

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  2. Ciao Mariquita,ho scoperto il tuo blog da questo link http://www.finanzaonline.com/forum/investimenti-arte-e-collezionismo/1436500-e-nata-telemarket-you-40.html messaggio di "uno dei tanti" delle 14:08.
    Penso che per quanto riguarda l'arte moderna e specialmente Biggi,Mambor e Faccincani tu abbia TOTALMENTE RAGIONE!!Forse il discorso è diverso per quanto riguarda il paesaggio romantico del 1800 di cui sono appassionato dove mi sembra di aver trovato una "rotazione" di opere compatibile con un conto vendita!Se hai seguito le trasmissioni a mio avviso resta l'ENORME MISTERO del Vanvitelli affidato a loro a 1'000'000 di €uros!!XD
    Ho avuto solo il tempo di "piluccare" il tuo blog ;-),ti leggerò senz'altro con costanza,scrivi veramente molto bene!
    In bocca al lupo per tutto!

    Francesco

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    1. Grazie! E benvenuto... già mi stai simpatico!
      Avevo notato il link su Finanza on Line, anche perchè da quel giorno gli accessi al mio blog sono improvvisamente schizzati alle stelle: ma quanti siete?! Mi sa che alla fine ringrazierò pubblicamente "Uno dei Tanti", soprattutto se tra un saltello e un piluccamento conosco nuovi appassionati d'arte che non si limitano solo a quel post... La mia malattia, comunque, si ferma al contemporaneo; l'Ottocento lo adoro come una cascata di pace, ma solo da Mostre e Musei, nulla di televisivo/compulsivo...
      ADORO anche quando mi fate i complimenti per come scrivo :-) Direi che tra arte e scrittura è una bella lotta in quanto a mia irrefrenabile passione, vado a giorni alterni!
      Spero tanto che facendo zapping tra i miei post passati tu possa divertirti... e divertirmi! Grazie ancora.

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    2. molto simpatica la signora anche molto fine da scrivere una lettera molto signorile che certo le persone in questione non ci fanno una bella figura.. la invito a leggere le mie poesie sul sito www.thepress.it a leggere qualche mia poesia. Saluti Marcou

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    3. Grazie mille Marcou, lo farò sicuramente con piacere.

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  3. Ciao Mariquita, sono capitato sul tuo blog passando per FOL. Complimenti per la scrittura; altro che 140 caratteri! Un racconto chiaro, ironico e soprattutto interessante.
    Il bello (e raro) di internet. Blog aggiunto ai preferiti.
    Roberto

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    1. Grazie mille Roberto!! Ammetto che questo post ha un po' "sforato" la mia lunghezza media (la mia, che già abitualmente non si becca l'oro in sintesi...), ma l'argomento era particolarmente delicato, e ho dovuto essere moooolto precisa ed accurata, onde evitare ovvie contestazioni.
      Francesco, che ha lasciato il commento prima del tuo, mi ha già "piluccato" e commentato ancora, a sorpresa: spero di ritrovare, in qualche post più vecchio, nuove tracce anche del tuo passaggio. In fondo, qua ci divertiamo parecchio! Scoprimi!
      Ancora grazie.

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    2. Quello che a me fa rabbia sono le bugie continue di Alessandro Orlando,che crede di avere di fronte imbecilli patentati...Giura e spergiura,e le porte dell'inferno sono pronte ad accoglierlo,che ha venduto quadri dello stesso autore a cifre che definisco,con un eufemismo,bugiarde,mai applicate,pur di vendere altri quadri dello stesso artista...Mai sentito un uomo piu' falso...e spergiuro

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    3. E' verissimo,e quanta gente e' stata ingannata

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    4. Questo mio commento e' relativo alle sue performance su Telemarket,che mi ha rifilato delle sole,fra le quali le famose opere di Cascella,poi sequestrate anni fa.e qualche Schifano dell'atelier del maestro.

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  4. Si, ti seguirò sicuramente. Ho già scorto almeno un altro paio di post interessanti, sempre intorno al mondo dell'arte. Ho notato con piacere che, come me, stimi tantissimo Dario Olivi. Per me è il numero 1. Ciao - Roberto

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    1. Fai buon uso delle Etichette degli Argomenti, allora!
      Con l'arte vado spesso a braccio, è il mio volo libero... è lei, da qualche tempo, il vero fulcro del mio blog, perchè - lei, lei sola - ha unito tutti coloro che mi seguono più o meno fedelmente, e con lei negli ultimi cinque anni ho letteralmente stravolto la mia vita, incrociando... altri voli liberi. Ammetto che era una lotta impari, contro l'argomento "assicurazioni", ma con un po' di ironia anche quello diventa estremamente gradevole, scommettici. Basta trovare l'Agente giusto :-)

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    2. Sfondi una porta aperta con certe tue affermazioni. Arti figurative e musica sono il mio volo libero. Sarà forse una piacevolissima sorta di legge del contrappasso, che "affligge" chi lavora coi numeri ? ... ebbene si, 2 passioni su 3 ci accomunano; non a caso provengo, per così dire, da Finanza on Line. Avessi un blog, per parafrasarti lo chiamerei: "2,5 cose che so, - Investimenti, Arte e poi tutto il resto (quello che non capirò mai)" :-)
      Presto scandaglierò il tuo blog. Roberto

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    3. Dario Olivi e' bravo...ma credera' veramente che tanti sgorbi che vende,siano questi capolavori che esalta? Secondo me e' solo scena e con fare convincente vende ,cose improponibili a cifre sempre piu' alte a noi fessi che abbocchiamo...Se acquistiamo un'opera d'arte ,prendiamola almeno bella,perche' sappiamo che immediatamente si deprezza di un 30 se non 40%,se intendessimo rivenderla subito,e mai recupereremo quello che si e' speso,salvo casi eccezionali.Altro che investimento.Tenere a parete ,per anni ,certe brutture,pensando che siano beni rifugio,e' davvero un inganno...Avremo arricchito solo le tasche dei galleristi alla faccia Nostra,poveri gonzi creduloni.La mia coscienza mi impedirebbe di esercitare la professione di imbonitore,vivrei di sensi di colpa

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    4. Ciao Anonimo Notturno! Basta solo usare un minimo la testa... E' evidente che un'opera comprata in Galleria (sempre che l'artista "sfondi" davvero) ci mette anni e anni ad ammortizzare il ricarico di chi la vende, chiaro. Se realmente c'è chi fa il salto verso le quotazioni milionarie, se lo godranno i nipotini dei nipotini...
      Infatti io ce l'ho ormai tatuato sulla pelle: compro solo cose che mi piacciono, senza pensare alla rivalutazione per i posteri (o al limite sperando solo in qualcosina per la pensione, tra più o meno un ventennio, certo non per dopodomani...). In fondo, la bellezza (e la serenità interiore che la bellezza dà) è già in se stessa il migliore degli investimenti.
      Altro discorso è però il rapporto umano che si instaura con il Gallerista di riferimento. Io so che pago molto il fatto di essere Cliente Orler, ma non acquisto solo l'opera: acquisto l'emozione di partecipare a certi eventi, la sensazione di far parte di un gruppo, il privilegio di poter dare del tu ai loro artisti, di andarli a trovare a casa. Dipende sempre da cosa ciascuno cerca: se far l'affare della vita o migliorare l'anima.
      Quanto a Dario, beh, è pur sempre lavoro, anche per lui... "il migliore mai visto negli ultimi trent'anni" è un po' un tormentone... Però sulle cose in cui crede veramente non ci si sbaglia, ed è rimasto uno dei pochi a farlo capire davvero.

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    5. Buonasera o meglio buonanotte Mariquita...Apprezzo molto il Tuo stile garbato e carico di sano humor.Con questa mia ,volevo sottolineare che stimo molto la professionalita' indiscutibile di Dario Olivi...Questo ,pero' non mi esime da esprimere qualche osservazione critica al suo operandum mediatico.Mi accorgo,ad esempio,che quando presenta le cosiddette opere astratte o informali,dove appare di tutto...dalle accumulazioni ,alle bruciature,ai monocromi,ai sacchi piegati,ai pennelli ammucchiati e quanto altro ,che di artistico hanno solo le iperbole del presentatore,il cui compito ,pero' e' quello di vendere ad ogni costo,ha l'ingrata abItudine di lanciare frecciatine dispregiative nei confronti dei veri pittori cultori della tradizione piu' classica e piu' vera...definendoli paperisti e campestri...dimenticando che la pittura autentica,quella dalla A maiuscola e' fatta di tecnica appresa con anni di studio e di fatica...mentre tutta l'altra sporcizia...spesso fanno uso di materiale organico,quando ,invece,no, e' solo improvvisazione mirante a provocare con un lavoo sbrigativo,che spesso non eseguono neppure loro,sevendosi del cosiddetto atelier....Quando ,invece, presenta artisti dalla mano baciata dal Signore,vedi Nunziante,Scuffi ed altri che sanno dipingere davvero,lancia frecciatine ai precedenti...Quello che mi fa davvero rabbia e' che i veri pittori,vedono precluse le proprie possibilita' di mercato,dai cosiddetti artisti del nullismo. grazie all'appoggio di una critica ben prezzolata..Emozionarsi,fino a star male davanti a un monocromo sollecita tutto il mio sarcasmo,,,e mi chiedo se una semlpice stesura di un colore su una tela possa dare origine a cosiddetti capolavori dai prezzi da capogiro...con spiegazioni psicoanalitiche profonde ma di pura fantasia..Mi chiedo in quale mondo siamo capitati ..Ho ,ormai capito, che piu' un'opera e' brutta piu' costa e piu' viene esaltata...e non credo sia giusto..Una di queste sere,Ti racconto di cosa e' capitato a me a tal proposito...sperando di non annoiarTi..Grazie per la Tua gentile ospitalita' ed a presto Mariquita...Lucio

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    6. Ciao a te... allora attendo il tuo racconto, una di queste sere, Lucio Notturno. Però un po' dissento da come mi hai "dipinto" Dario, giusto un po'. E' vero che ogni opera dev'esser venduta, e quindi bisogna spingere per forza (è lavoro, si diceva, no?), ma non ho memoria di averlo mai visto "sbrodolare" (come si dice dalle mie parti) sui nuovi astrusi linguaggi. A parte forse su Arman, ma ammetterai che siamo parecchio su di livello, con lui. Io personalmente il cuore in mano gliel'ho sempre e solo visto con la Pittura Vera. O forse, dal momento che davanti alla Pittura Vera anche il mio, di cuore, sragiona, magari non sono obiettiva... Mah.
      Comunque, visto che adesso ci siamo ufficialmente presentati, due inviti: uno, non usare le maiuscole deferenti con me, altrimenti mi imbarazzo; e, due, mi faresti immensamente felice se leggessi anche altri miei post più vecchiotti, magari solo quelli con l'Etichetta Scuffi & Co, o Arte (tipo quello sulla Fiera di Verona dell'anno scorso "Barcollo ma non mollo"). Siamo sulla stessa lunghezza d'onda! A presto.

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  5. AGGIORNAMENTO DEL 02/09/2013:
    Accidenti, questa Liaison estiva può trasformarsi in un amore serio... I più attenti tra quelli che hanno letto questo post, dalla pubblicazione fino ad oggi, avranno sicuramente notato che è sparito uno dei "birichini" con cui lo avevo concluso. Lo devo a Renato Marchioni, che mi ha telefonato in persona oggi pomeriggio, mentre stavo preparando un'offerta per una fabbrica di mobili. Una bella sorpresa, gioviale e simpatico come nelle mail. Via uno dei "birichini" quindi, se non altro per questa dimostrazione di coerenza. Mi ha anche convinto, tutto sommato, che il "sospetto strisciante" della finta conferma fosse, appunto, solo un sospetto, e che il quadro sia stato davvero confermato (una volta). Non male quindi: un'apparizione decente, una conferma. E poi via, in punizione!
    Sul resto, però, non è riuscito a farmi cambiare idea. Per niente. Anche se devo dire che ci ha provato con passione. Si merita un "più" sul registro.

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    1. Non la conosco, ma mi sembra che abbia le idee confuse sul mondo della arte, del commercio e delle televendite , forse perché troppo vicino al Caro Ulivi e company .Chissa quanto vicino...Forse La Cagnola sta davvero dando filo da torcere ai mercanti di Venezia...
      Se per la sua opera avesse voluto scegliere la via della qualità e non del risparmio sarebbe stata confermata come molte altre .Cosi lei non ha fatto altro che unirsi al coro di chi si lamenta... ma non sa comprare. BEN LE STA

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    2. Oooooh, dunque.
      Di solito non pubblico MAI commenti totalmente anonimi (è troppo facile nascondersi dietro ad un mouse, almeno metteteci un nome a caso, fate una figura migliore). Tanto meno prendo in considerazione ironie da terza elementare sulla mia vita privata, direi quanto mai scontate considerando che sono una donna (ho ricevuto insinuazioni gratuite a chili sulla mia amicizia con il Professor Faccenda, adesso pare si aggiunga anche Dario Olivi con la O: un bel trio di pervertiti!).
      E mi dispiace, in fondo, pubblicare questo, perchè mi sembra che non perori davvero la causa di Cagnola Srl (che confermo essere realtà gradevole e interessante), dal momento che da Cagnola i Biggi sono venduti a prezzi decisamente inferiori rispetto a quelli dell'attuale Dealer (che come noto è ArteInvestimenti), per cui se seguiamo il ragionamento dell'Anonimo Amico Sgrammaticato sarebbero tutti di infima qualità (visto il risparmio). Come il mio, del resto, che ho pagato esattamente la cifra che Cagnola chiede per i Biggi di quelle dimensioni, provvigioni comprese.
      Tuttavia, ho precisato tante volte che il mio mestiere nulla c'entra con il mondo "della arte", e non sia mai che in questo momento, in cui il mercato è devastante a Venezia quanto a Milano, a Torino o a Brescia, mi si tacci di colei che non accetta le critiche....

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  6. A proposito, un'altra doverosa precisazione!
    L'uso del diminutivo sul cognome di Roberto Porcelli non voleva assolutamente essere denigratorio. E' solo che quando il tono di uno dei miei post va sul leggero, o, comunque, sul meno impegnato, tendo ad abbondare con vezzeggiativi e diminutivi (Paolino, Carletto, Renatino eccetera).
    Una con un cognome come il mio non può permettersi il lusso di prendere in giro i cognomi altrui: avete una vaga idea di cosa significhi, quando i ragazzini delle scuole medie scoprono Enzo Jannacci, farsi tutte le ore di ginnastica con il coretto di "El purtava i scarp del tennis" in sottofondo??

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  7. Ciao Mariquita,ieri sera sono tornato in tempo per vedere l'ultima mezz'ora della trasmissione condotta da "Diminutivo"!! ;-) Stava giusto presentando Biggi e ne aveva uno sul cavalletto!!Ha detto che non NE ARRIVANO PIU' in previsione della mitica mostra di New York e ha invitato chi ne avesse a mandarne!!Ha anche aggiunto che sabato o più probabilmente domenica tirerà fuori i quattro/cinque che sono rimasti e farà vedere come verranno bruciati dal Pubblico Famelico!!Siccome sarò oltre Gottardo mi attrezzerò con il dvd-recorder per vedere i risultati di questa vendita stile F1(casualmente domenica ci sarà anche il GP d'Italia!)XD!!
    Buona giornata e buon lavoro!

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  8. Rossella de Bortoli Castelfranco veneto20 ottobre 2013 alle ore 15:29

    Carissima Mariquita provo a scriverti pur non possedendo le tue doti dialettiche.Sono una con anello al naso e sveglia al collo . Se non trovo Franco Boni in tivu un paio di volte la settimana,mi manca qualcosa, se non vedo Dario Olivi godo lo stesso. Ho comperato 8 Biggi 9 mambor oltre a 8 schifano e tanto altro .Dei primi due ho intenzione di comprarne molti altri, anche il tuo se vuoi ,che tra l'altro ritengo molto bello.Seguo tutto quello che succede sul contemporaneo ,in arte da una decina di anni ,e analizzando i singoli artisti e la loro storia mi sono fatta una mia idea illusoria .Non mi piacciono i " pittori ripetitivi " e di cassetta ,che non citero' mai come artisti. Il mio Boni negli ultimi 10 anni ha voluto presentare solo artisti che riteneva tali. Berlingeri Schifano Emblema Pozzati Biggi Mambor e qualche giovane interessante come Rapetti e Pisani . Ho condiviso tutto e sono convinta che alla chiusura (finalmente ) di quella organizzazione televisiva innominabile,che ha sempre fatto i propri interessi deprezzando a rotazione i poveri artisti che le si erano affidati ,gli stessi avranno finalmente dal mercato la valutazione che storicamente compete a loro . Non posso dire lo stesso del tuo amico Dario, che alternativamente propone artisti di livello e poveri artigiani.Ti dico apertamente come la penso pur sottolineando che non voglio essere ne saccente ne arrogante,spero di essere capita solo per la franchezza.Il tuo amico si e' permesso in diretta televisiva e in un momento storico ,di grande eccitazione mercantile ,di riuscire attraverso la tv di portare un qualsiasi artista della loro scuderia a diventare un grande artista ,investendo in esposizioni e pubblicita'.A Napoli dicono "anche se ci metti u rum nu strunnzu non sara' mai nu babba'."ti faccio un piccolo elenco : Bellet elettricista ,Meggiato grande fabbro,webber grande sarto,Tommaso Tommasi grande pittore in ritardo di 100 anni,Scuffi ottimo pittore mi e' simpatico per la modestia, De Lutti puro imbianchino ( e'disposto a dipingere di tutto,copia vedova riopelle e ultimamente Pignatelli e i pittori del monocromo che oggi vanno tanto di moda) lascio per ultimo il pezzo piu' grosso .
    Nun.,lui mi dicono e' stato a New York , ha portato in asta un suo quadro ,e se lo e 'ricomprato al prezzo che sappiamo e che e' stato pubblicizzato largamente. E' un grande pittore totalmente accademico ,purtroppo per lui non sara' mai un artista. con Vedova era stata fatta una speculazione che tutti sappiamo .con N. La cosa non funzionerà ,anche perche ' la fine che sta facendo il mercato di vedova e' sotto gli occhi di tutti. Aggiungo solo che i miei quadri li compro alle aste .non sono proprio completamente tonta. Riguardo alla tua esperienza con la vendita televisiva senza far nomi.e' vero che qualcosa passa da una parte all'altra .ma sto vedendo ,purtroppo che opere passate la settimana prima in aste italiane si trovano dopo pochi giorni in televisione in vendita a prezzo raddoppiato(vedi .13000euro di un Mambor che rincarato dal compratore a 20.000 ,ricaricati del35 per cento da C. Diventano 27000 ). Speculatori che comprano in asta e poi pongono su Ebay il giorno dopo non avendo ancora l'opera a disposizione ,lo ha fatto per un Perilli ,un furbone romano, questa settimana. Mi sono sfogata un po' . Ti voglio bene.

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    1. Carissima Rossella, ti pubblico subito perchè te lo meriti, e con la lode anche. Sei troppo forte che non sembri neanche vera! Altro che saccenza o arroganza, mi dai un sacco di spunti di riflessione, e ti dirò che sono d'accordo con te diciamo al novanta per cento. Anch'io adoro Berlingeri (ne ho tre), ho un Pozzati, ho un Emblema pagato una follia e mezza dagli innominabili ma mi piaceva troppo, e sono certa che prima o poi verrà riscoperto come merita (gli innominabili hanno riempito tante fosse, negli anni...). Nel nuovo ufficio che stiamo finendo di attrezzare se ne starà vicino ad una opera enorme di Franca Pisani, tanto per dire.
      Circa i giudizi "dell'altra sponda" sfondi una porta aperta con Bellet (ho Clienti che fanno roba identica, ma li assicuro come serramentisti, e poi mio marito ha fatto l'idraulico per trent'anni, sa bene gli effetti del phon da elettricisti in cantiere). Meno su Meggiato, io lo adoro, lì la porta resta chiusa. Sull'Eccelso invece il mio giudizio "artistico" resta sempre troppo influenzato da quello "personale" (vedi post del 07/09/2012).
      Non ho mai avuto esperienza d'asta (a parte Ebay, ma credo che non si possa considerare tale), forse per un po' di timore, forse per lo scoglio della "prima volta" mai superato, mah! Dopo gli acquisti televisivi dall'emittente moribonda sono passata direttamente alle Gallerie (Vecchiato per alcune cose e Orler per tutto il resto), perchè ho scoperto quanto mi piace, da Cliente, il contatto umano; sarà deformazione professionale, no? Io insisto sempre, con chi vuole assicurarsi on-line, che una certa differenza c'è...
      Sono contentissima che tu mi abbia trovata e commentata; mi piacerebbe che mi leggessi ancora (magari solo i post con l'etichetta Arte, giusto per vedere se siamo d'accordo o meno su altre cose... e poi così fai amicizia con Michele, che adora Schifano!). E ovviamente, se davvero ti incuriosisce/interessa/ingolosisce il mio Biggi, scrivimi la tua mail (che io non pubblicherò, ma userò solo per contattarti privatamente).
      Sei tosta tosta tosta. Del resto, donna e veneta voglio ben dire!

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  9. Vorrei un parere su due artisti diversi l'uno dall'altro su cui ho investito tanto (sono un collezionista) Concetto Pozzati e Villeglè. Cosa ne pensate? Tutti dicono che ho fatto un'ottima scelta. Grazie.

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    1. Gentile Collezionista Anonimo, il mio parere poco vale, perchè come avrà notato dal mio blog professionalmente faccio altro (lì sì, potrei dire qualche parola in piazza), e le mie idee sull'arte contemporanea vengono più che altro da una questione di "pelle" (oltre che da tante visite a Musei, Mostre e Fiere)... Però mi piace condividerle, per cui eccomi qua.
      Sono straconvinta che sia Villeglé che Pozzati abbiano una storia che parla per loro, e quando si va su nomi che hanno fatto la storia generalmente non si sbaglia. Purtroppo entrambi, sul recente, si sono dati ad opere "seriali" in gran quantità, quindi dal punto di vista del mero soldino in casi come questi è fondamentale scegliere l'opera del periodo giusto, altrimenti si compra solo una cosa bella e basta. Il che però, di questi tempi, non è poco. Piuttosto che una schifezza destinata a rivalutarsi io compro cento volte un quadro che mi trasmette bellezza e armonia, anche se non mi aiuta con la pensione. Parere personale, però!

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  10. Cara Marquita,
    ho scoperto oggi il tuo blog: avevo per sottofondo la voce di Franco Boni, su Elite Shopping TV, che annunciava l’ennesimo imminente boom di Gastone Biggi (questa volta grazie alla prossima mostra di New York) e mi è venuta la voglia di leggere qualche commento del popolo di Internet su questo artista (che, francamente, non mi entusiasma in modo particolare). E, così, ti ho trovata. Ho letto quanto necessario per “annusare” l’aria e, salvo l’intervento di un “poverello” (al quale bene hai risposto), il sito mi è piaciuto.
    Ed ora sono qui a scrivere: sono un appassionato di pittura, pieno di libri e monografie, visitatore indefesso di musei, mostre e gallerie, spettatore di televendite (Elite, per l’appunto, ed Orler) e, qualche volta, acquirente dalle stesse. Con grande moderazione, però (in vent’anni soltanto una decina di acquisti ….).
    Ma le televendite continuo a seguirle: è indubbio che gli Orler, sebbene cari, siano i migliori per l’innegabile qualità di buona parte delle opere proposte e le capacità dei suoi presentatori. Olivi svolge molto bene il suo lavoro, dimostrando anche conoscenza della materia di cui parla; il Carlo Vanoni è semplicemente bravo: venderà poco, ma non ci sono altri che riescano a presentare le opere come lo fa lui.
    Elite è sicuramente (ma è solo la mia personalissima opinione) in fase discendente e credo che la recente “iniezione Franco Boni” non le gioverà, anzi (il Boni, per mille motivi, non ha mai goduto della mia simpatia). Il livello qualitativo delle opere presentate, salvo qualche rarissima eccezione, non è elevato ed i prezzi, nonostante il continuo susseguirsi delle promozioni, sono altini. Per quanto riguarda i presentatori (del Boni ho già detto) l’unico che, sino a qualche tempo fa, reggeva bene era l’Alessio Calestani, ma da un bel po’ di tempo, ormai, ha smesso la veste pacata del presentatore preparato per indossare quella del venditore fastidioso ed insistente. Del terzo, Vincenzo, manco parlo.
    Di quale pittura mi interesso? Direi di tutta, dal Rinascimento in avanti perché ogni corrente o fase è stata indispensabile per quelle successive: non nego, però, il fatto di essere, oggi, particolarmente affascinato alle opere realizzate dagli Artisti che emergevano nel periodo immediatamente successivo al secondo dopoguerra italiano (Afro, Tancredi, Crippa, Dova, Dorazio, Perilli, Sanfilippo, ecc.) e straniero (Riopelle, Fautrier, Tobey e, naturalmente, Pollock). Per tutto ciò che ha visto la luce dalla seconda metà degli anni ’60, mantengo una sostanziale riserva.
    Mi riesce difficile fermarmi quando parlo o scrivo di arte e pittura, ma ritengo che come primo approccio possa bastare. Seguirò il tuo forum con piacere certo e, quindi, avremo occasioni di scambiarci opinioni.
    Un caro saluto
    Roberto

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    1. Gentile Roberto, ormai non passa giorno in cui io non ringrazi sotto sotto i signori di Cagnola Srl per non avermi venduto l'opera di Biggi, perchè così ne è saltato fuori questo post che continua - a distanza di mesi - a ricevere commenti e attenzioni. Un blog sussurrato, fatto di fette di emozioni, le mie giornate, i miei piccoli sfoghi e le mie gioie, è improvvisamente diventato come una paginetta di quotidiano (sai, tipo l'oroscopo in fondo all'ultima...): non è importante, forse è quasi un gioco, ma un'occhiata giornaliera la gente la dà.
      Sono entrata in contatto con persone (collezionisti, appassionati, semplici navigatori interessati) che mai avrei potuto immaginare; ogni nuovo commento mi stupisce e mi fa felice. Soprattutto, ovviamente, se come il tuo, cioè del tipo che sta sulla mia lunghezza d'onda, che suona le mie corde.
      Benvenuto nel mio blog. Purtroppo, essendo appunto un blog e non un forum di discussione, lo scambio di opinioni resta un po' limitato e passa necessariamente tramite me. Però sfogliando molte pagine passate (al limite, solo quelle con l'Etichetta che più ti invoglia), sarà facile sentirmi presente.
      Grazie per i tuoi pensieri e per la gentilezza con cui li hai raccontati. Ti aspetto dentro qualche altro post.

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  11. Mi inserisco anch'io in questi vostri simpatici interventi,per ricordare a tutti i collezionisti ,di essere molto cauti negli acquisti di opere d'arte ,proposte nelle infinite vendite televisive...A me ad esempio e'capitato di avere fiducia nel Sig.Orlando di Telemarket ,che qualche anno fa,da me contattato su un investimento nel campo dell'arte,mi consiglio' vivamente di acquistare un Gonzaga...Mi disse con cinismo che era prossimo alla morte e che i suoi prezzi,sarebbero esplosi ai livelli di De Chirico...Io ,non ho mai creduto a queste performances,ma ho,invece ,presa per buona l'ipotesi pdi un forte rialzo delle sue quotazioni...dietro la garanzie di Orlando...Ebbene,proprio oggi avendo affidato alla meeting la vendita della stessa, in asta quest'ultima delle dimensioni 40x50,ha realizzato solo 2000 euro...La stessa era stata da me acquisita da Telemarket a 7000 euro...Considerato che il netto che mi sara' liquidato dalla Meeting sara' di circa 1500 euro,ci ho rimesso ben 5500 euro...Ora ,seguendo la trasmissione presentata dalla persona summenzionata,si continuano a fare assurde promesse,che finiscono con l'impoverire ingenui acquirenti che magari bruciano i propri sudati risparmi inseguendo queste mere promesse...Quello che mi rende furioso e' che tali imbonitori sanno di affermare il falso,e continuano a farlo con un cinismo assurdo...Approfitto per salutare Te Mariquita,e tutti gli amici...Lucio

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    1. Posto che per quanto riguarda Alessandro Orlando e le sue performances (passate, presenti e future) ogni commento è superfluo, sono convinta che nell'evoluzione di un collezionista di tipo "televisivo" (e non particolarmente milionario) ci sia purtroppo una sorta di percorso obbligato, costellato di fiducia ora bene ora mal riposta. Fa parte dell'entusiasmo iniziale. Dell'adrenalina. Della sottile e inconfessabile speranza dell'investimento, perchè no, per se stessi o per figli e nipoti. Poi ci si evolve, puntualmente. E fortunatamente, direi. Come bruchi che diventano farfalle! Il piacere dell'arte diventa davvero tale, senza addetti ai lavori di ogni genere e sorta, senza bugie, senza illusioni. Magari il milionario di turno continuerà ad azzeccare il nome giusto grazie al consigliere giusto, ma per me va benissimo anche un pezzetto di pittura, semplice semplice, che possa ancora farmi stare bene. E persone con cui parlare della bellezza di un'opera d'arte senza il terrore di trovarmela a sorpresa nel bagagliaio con la ri.ba. appiccicata sopra. Dipende da quello che uno cerca (a Gennaio saranno passati due anni da quando ho postato "Bulimia d'arte" - nulla vi vieta di andare a ritroso nel tempo per rileggermi, eh! - e lo riscriverei col sangue parola per parola...).
      Un abbraccio a Lucio e alla sua condivisione, ma non demoralizzarti troppo: Gonzaga e molti altri nomi illustri stanno pagando il periodo nero della figurazione, ed in generale tutti paghiamo il momento nero del pantano economico. Passerà, probabilmente facendo un po' di sana pulizia da certo lordume.

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  12. http://whiteboxnyc.org/exhibit/biggi-new-york-a-survey-exhibition/

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    1. Doverosa immediata pubblicazione per questa segnalazione anonima (certo che siete proprio degli inguaribili timidoni!) ma molto opportuna!

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    2. Anche se in effetti... che non si trattasse nè del Metropolitan nè del MoMA qualche lieve sospetto ce l'avevamo... Uno spazio espositivo sicuramente gradevole e d'effetto, soprattutto visto il quartiere. Un po' come la Soho Gallery di Londra, di cui ci aveva mostrato il depliant un perplesso Marcello Scuffi, quando si ventilava di un suo sbarco oltremanica. Ambientazioni a pagamento di tutto rispetto, che anche i più violenti detrattori della cordata-Biggi troverebbero interessanti, se presentate con la doverosa correttezza e non come "uno dei due più importanti musei di N.Y.". Io sono buona, ma c'è anche chi non la prende tanto bene, a sentirsi trattare da fessacchiotto.

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  13. A proposito di Cagnola! volevo vendere una t.m. di guttuso del 70 archiviata e mi hanno offerto 2000 euro! saluti.

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  14. Buongiorno Mariquita,
    e' con estremo piacere che ho scoperto il tuo blog essendo anch'io un amante dell'arte e musicista cercando notizie su Cagnola per sapere qualche dettaglio in piu' che in tv non dicono nel caso dovessi avere bisogno di loro.
    Leggendo le tue considerazioni mi sono fatto un'idea di come funziona la struttura infatti mi hai dato solo conferme in quanto gia' mi ero fatto un idea della poca serieta' che ruota intorno al canale 124-125 avendo sbandierato a tutto il mondo che il 31 ottobre sarebbe stato l'ultimo giorno di Telemarket con tanto di saluti con la lacrimuccia dei presentatori quando regolarmente(non tanto) hanno fatto finta di niente continuando a rimandare la chiusura della stessa.
    Questa volta alla scadenza ci diranno che ci hanno ripensato e che Telemarket non chiude piu'.
    Anch'io sono daccordo con te quando sostieni che le due societa' in fondo sono la stessa cosa e che il conto terzi lo lasciano come ultima spiaggia tanto per avere una politica parallela e di conseguenza ancora piu' ascolti.
    Come dice un proverbio:chi vivra' vedra',poi ne riparleremo.
    Ah,volevo dire all'amico che ha venduto il suo Gonzaga a 1500 euro come puo' aver fatto.I Gonzaga non si vendono,figuriamoci poi a queste condizioni.
    Con cio' come si dice,compriamo cio' che ci riscalda il cuore e non solo un quadro perche' costa e basta.
    Un saluto a tutti.
    Stefano

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    1. Parole sante, gentilissimo Stefano. Grazie per il tuo commento, per le tue idee e i tuoi modi garbati (in un mondo di polemici sono sempre un toccasana). E' mio il piacere nell'ospitarti su Trecose, sperando di ritrovarti spesso qua e là, dove riscalda il cuore.

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  15. Complimenti per il pezzo: simpatico ed istruttivo. Mi sono permesso di linkarlo sul sito di tappeti che frequento, anche causa il riferimento ai nain 9la di orlandesca memoria.

    infotappeti.freeforums.org/post22769.html#p22769

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    1. Un secondo intervento da un amico del Club del Tappeto Orientale dopo quello di Antonio su "Globalizzazione di inizio Novecento" (del 03 Aprile 2012); grazie! Per i complimenti e per il link... io a mia volta sono una vostra curiosa, per quanto non iscritta, visitatrice (ammiratrice sincera ed assoluta dell'onniscienza di Mario C. sul mondo dell'annodato... supera anche Nonno Catone)! Spero non si fermerà qui "da Cagnola" e tornerà a trovarmi anche in altri post. Buon anno ad Infotappeti!

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    2. Gentilissima Mariquita, la ringrazio per le cortesi parole spese in mio favore ma, le assicuro, sono immeritate. La mia fortuna è la memoria donatami dal buon Dio e, oimè, i 65 anni di età: 45 dei quali trascorsi amando il mondo del tappeto. Ho apprezzato il suo racconto della "Cagnola affair" perchè descritto senza animosità ma con semplice voglia di descrivere. Bisognerebbe riuscire ad essere sempre così, senza lasciarsi prendere dall'animosità: io a volte non riesco.
      Un cordiale saluto non disgiunto dall'augurio per un sereno 2014.
      Mario C.

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    3. Carissimo Mario C., non ci provi nemmeno a fare il modesto: è un onore il solo fatto che Lei abbia letto uno dei miei post, figuriamoci un Suo intervento... e poi Le assicuro che la Sua onniscienza mi è stata personalmente confermata da Nonno Catone durante una serata Orler (e si era ancora all'inizio della cena, non alla fine, giusto per capirsi: le menti erano ancora lucide e vigili...), mai fonte fu più sicura.
      Raccontare con brio e senza astio è la cosa che più mi piace: ci sono già abbastanza musi lunghi e denti affilati in giro, non ne servono altri. Le nostre passioni meritano sempre un occhio attento, ma col sorriso.
      Grazie per la Sua attenzione e ovviamente per gli auguri, che ricambio caramente.

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  16. Non la conosco, ma mi dispiace che una persona raffinata come Lei, abbia potuto cadere in una trappola di mercato abbastanza evidente. Non voglio fare il professore, ma dopo 40 anni di collezionismo nei quali ho avuto la fortuna di conoscere e frequentare nei loro studi alcuni dei grandi Maestri figurativi del primo e secondo novecento italiano, un pochino di idea e esperienza me la sono fatta, anche se quotidianamente sono convinto che devo imparare ancora tante cose.
    Le televisioni commeciali come Telemarket, Elite, Orler, Arte TV e attualmente Cagnola con la regia di Giorgio Corbelli, hanno il merito di avere riscoperto, presentandoli come dei geni, alcune meteore degli anni '60 come i Biggi, i Mambor gli Emblema e tanti altri, che personalmente ritengo gli scarti di quegli anni. Alcuni critici e storici dell'arte, come Giulio Carlo Argan, negli anni '60 hanno presentato questi e altri artisti come dei geni, poi si sono persi. Voglio ricordarle che un grande storico dell'arte come Giulio Carlo Argan, aveva dato per veri i falsi Modigliani trovati a Livorno, quindi questi grandi critici sono bravissimi a scrivere, ma forse un pochino meno a vedere e valutare il bello nell'arte. Negli ultimi anni ritengo che ci sia una crisi di identità anche nel mondo dell'arte, il collezionista che si avvicina a questo favoloso mondo tante volte non riesce a distinguere il bello dal brutto, e di questo dobbiamo ringraziare i grandi storici, critici e giornalisti, che si vendono a queste organizzazioni. Questo è il mio pensiero.

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    1. Gentile Amico Anonimo, sono felicissima che Lei abbia potuto esprimere il Suo pensiero, e per la gentilezza con cui l'ha fatto La ospito su Trecose più che volentieri. I miei anni di collezionismo vero e proprio (quindi non si contano gli studi prima e la passione museale poi) sono solo tre, i primi due - come tipico - alquanto bulimici, l'ultimo più riflessivo, ponderato e attento. Si cresce, si cresce. Un po' alla volta. Tutti.

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  17. Buongiorno Signora,
    spero di non tediare con il mio tecnicismo giuridico, solo per dire che ogni esenzione dalla colpa grave che un professionista pattuisca con un privato come me o lei è nulla per legge.
    Se troverà il quadro dannegiato dovranno risarcirla eccome per le norme vigenti sulla buona custodia dl depositario o mandatario.
    Le chiedo piuttosto dove, secondo lei, Cagnola voglia andare con questo che a me pare un giochetto brutto.
    Forse un rinnovo con margini più alti per loro?
    grazie
    cari saluti

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    1. Non tedia assolutamente, caro Paolo, anzi la ringrazio per il piccolo chiarimento. Il quadro mi è comunque stato riconsegnato integro; sarei curiosa di vedere come si sarebbero comportati, in caso di danneggiamento...
      Circa il suo quesito, secondo me il caso è duplice: per le opere a cui questi signori non sono direttamente interessati può anche essere che il tentativo sia quello da lei ipotizzato; il contratto prevede infatti la possibilità di un rinnovo trimestrale a prezzo di vendita ribassato da concordare, anche se non ho approfondito in merito e quindi non so se la loro spettanza nel caso rimanga fissa in Euro o decrementi in percentuale.
      Per le opere di artisti sui quali hanno un interesse specifico, come appunto Gastone Biggi, di cui ora come ora gestiscono (indirettamente) l'intera produzione, credo di non avere dubbi: vogliono vendere solo le proprie.
      Buon anno.

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    2. Temo che lei abbia ragione riguardo le opere di artisti da loro (più o meno) controllati: ieri sera Cagnola vendeva le schegge di Schifano esibite pochi gg fa da Telemarket addirittura e sfacciatamente allo stesso prezzo (2700)
      Il venditore ha addirittura detto: Cagnola non ha sede espositiva, ci appoggiamo a telemarket...
      Quindi Telemarket non ha chiuso
      E allora?
      Temo ci siamo addirittura profili penali in questa vicenda.anche perché sul sito di Telemarket mai si è dato atto di una società in liquidazione mentre si urlava e si scriveva il contrario...

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  18. Gentilissima Signora MARIQUITA, la ringrazio per aver pubblicato nel suo blog il mio commento del 1° gennaio, nonostante l'anonimato, dovuto al fatto di non avere dimestichezza con la scelta delle opzioni, in più mi ero dimenticato di firmarmi. Io abito a Brescia e qualora anche Lei fosse di Brescia o nelle vicinanze e avesse intenzione di conoscermi, ne sarei felice. La stessa cosa potrebbe essere rivolta anche agli ospiti del suo blog. Un augurio di buon anno, Mario.

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    1. Gentilissimo Signor Mario, La ringrazio di questo secondo intervento e dell'invito. Non sono di Brescia (vivo vicino a Venezia) ma a Brescia ho carissimi amici, e a volte qualche incontro capita. Il mio blog è nato come una creatura semplice e senza pretese, ma ha nel tempo raccolto intorno a sè un gruppetto di appassionati... questa idea di una conoscenza non più virtuale comincia ad allettarmi. Recentemente, curiosando in alcuni forum (non ultimo quello di Finanza On Line, che ha "lanciato" in quanto a numeri questo specifico post su Cagnola), ho scoperto che è usanza di forum rodati un incontro quanto meno annuale per dare un volto alle voci. Un blog non è un forum, ma non è detto che non possa essere idea applicabile anche a noi... chi è interessato bussi!
      Ricambio con affetto gli auguri.

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    2. Gentile Mariquita, purtroppo ho dovuto ridurre il mio commento per l'esigenza dello spazio limitato spero tuttavia sia sufficientemente chiaro ma vorrei veramente che si arrivasse finalmente a parlare di arte e mercato e non solo di mercato!
      cordiali saluti
      Antimo Mascaretti

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    3. Per gli amici che leggono: questo secondo intervento del Sig. Mascaretti doveva in teoria trovarsi sotto al primo, che invece appare dopo... mah! Misteri della tecnologia che non voglio approfondire; leggeteli nell'ordine giusto, visto che la mente umana può (ancora) scegliere, a differenza di queste fastidiose macchinette piatte!
      Per il caro Sig. Mascaretti: e se invece/addirittura riuscissimo a parlare solo di arte?... Quale meravigliosa oasi di pace e benessere diventerebbe questo mondo? Come vede, almeno su Trecose (blocchi tecnologici a parte) non ci sono limiti alla vastità dei pensieri, e tutti i commenti gentili e costruttivi come il suo sono graditissimi, indipendentemente dal numero di righe.

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  19. Gentile Mariquita,
    Cercando risposte a domande insistenti dentro me su Cagnola srl sono approdato al suo blog e debbo dire mi sono molto divertito sia per il suo racconto sia per i tanti commenti che il suo caso ha suscitato. Preciso subito per amore di correttezza che il mio punto di vista è quello dell'artista. Un artista che però non troverà sul mercato almeno per ora perché ho, per oltre quaranta anni lavorato lontano dal mercato per una scelta che devo dire oggi mi danneggia, ora che per collocare la mia opera nella maniera che ritengo adeguata, mi sento veramente in un'altra dimensione. Al di là di ciò, vorrei però portare il divertente caso che le è accaduto come un sintomo da analizzare, un sintomo di un mercato che in genere non attribuisce valore alle opere ma solo alla quotazione. Come sempre accade, in particolare nel nostro Paese, anche ciò che in teoria potrebbe essere buono lo si vanifica con un comportamento che definire equivoco è un eufemismo. E' accaduto con la novità (qualche decennio fa) delle televendite ed ora con l'idea di vendere "Conto terzi" di Cagnola. Questi stumenti indicano l'evoluzione e purtroppo anche il degrado del mercato dell'arte. Mi piacerebbe sentire che il collezionista compri solo per passione, che non si fidi mai dei "consiglieri" giusti o sbagliati che siano, ma che giudichi sempre un opera con la sua cultura, il suo gusto, il suo piacere (quest'ultima è la cosa più importante). La storia dell'arte non è fatta da Francesco Boni, sinpatico " incantatore di serpenti" che nenia le sue frasi di elogio iperbolico come una musica orientale ripetitiva e instancabile, nemmeno da Dario Olivi, volenteroso e bravo venditore ma che purtroppo si trova a vendere spesso una qualità non eccelsa( ma questa è responsabilità eventualmente del mercante) ritengo sia ora che si abbandoni proprio nel campo dell'arte il conformismo che vi stagna, occorre vedere le opere sempre e valutare la qualità non solo formale di esse. E' ingenuo pensare che un artista solo perchè oggetto di speculazione raggiungerà il posto tra i pochi che restano, e questo a prescindere dalle quotazioni del momento che possono anche essere stratosferiche. Il mio è un invito a liberarsi dalle influenze velenose di presunte scale di valori che non passeranno pochi decenni e saranno tutte riviste e modificate.Il mercato quello fasullo in gran parte di oggi, sta tirando brutti scherzi ad ignari compratori che si trovano in mano opere spesso mediocri un po' come i malcapitati che a suo tempo comprarono i bond argentini... Su Orler (famiglia di mercanti seria certamente che non conosco di persona anche se anche a loro ho inviato a suo tempo i miei due libri d'artista a tiratura limitata, senza ricevere alcuna risposta ed in questo non si sono distinti dagli altri operatori italiani, ché quelli europei al contrario sono fantastici in fatto di modi cortesi...) dico che a volte hanno opere di alta qualità e altre volte e più spesso propongono artisti dal "fiato corto" con i quali può darsi si quadrino i conti economici ma che è impensabile arrivino a vincere come i cavalli purosangue i gran premi...come si diceva una volta, guardando un asino: sarà...ma le orecchie da corridore non ce l'hai! Dovrebbero ripensare forse la selezione degli artisti, "muovere le acque" di più ma ognuno è padrone beninteso di vendere chi vuole anche se questo che dico vale per quel discorso sulla qualità che è l'unica cosa che possiamo all'occorrenza "esportare" ad operatori stranieri di grosso calibro che mai venderanno Mambor, Biggi, o peggio Meggiato (che si presenta alla Biennale con un Paese da terzo mondo...suvvia, un po' di pudore!) e neppure Nunziante che è un virtuoso ma non un artista, e l'arte come l'amore non la si può comprare o far credere che ci sia quando non c'è..
    Un cordiale saluto
    Antimo Mascaretti

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  20. Gentile Mariquita, la ringrazio intanto di aver inserito per intero il mio lungo intervento. Lei ci invita a parlare d'arte, da parte mia accolgo volentieri il suo invito perché ritengo l'arte una delle esperienze fondamentali della vita purtroppo spesso fuorviata dal prevalere del punto di vista economico che oggi tutto domina, ed è forse anche questa una causa della nostra attuale crisi che a me pare evidente, è prima di tutto crisi morale ed ideale di un popolo, di una civiltà. Sono ancor più contento del suo invito che estendo agli artisti in particolare, che sono troppo spesso "assenti" con la loro poetica, con le loro idee e propositi in dibattiti come il nostro e che lasciano parlare troppo gli "esperti" che sono in aperto conflitto di interessi quasi sempre. Oggi purtroppo non c'è più la critica d'arte, ricorda le recensioni sui giornali, le "terze pagine"? tutto è sparito per motivi di economicità, e non ci sono o annaspano le vere gallerie(una manciata quelle serie e vere in Italia). La bellezza( e non intendo l'idea classicista) sta scomparendo dalla nostra vita, dalle strade, dalla letteratura, ci "accontentiamo" di ciò che una povera epoca ci fornisce per "valori" e non ci accorgiamo il più delle volte che è la vita, la nostra vita che diventa misera anche quando ci sono i soldi (ed oggi non ci sono).La consapevolezza è richiesta agli artisti. Il saper guardare alla tradizione per tornare ad essere come a me piace dire "originari" piuttosto che originali,magari a tutti i costi. Occorre smettere di essere "colonie" di idea artistiche che non ci appartengono e che dominano da una settantina di anni per la disgrazia della guerra con tutto il disastro che ha portato nel vecchio continente europeo.
    La saluto e ringrazio.
    Antimo Mascaretti

    Antimo Mascaretti

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    1. Ed è una disamina, purtroppo, che vedo applicabile a moltissimi settori, non solo a quello artistico... Però io, personalmente, qualche persona innamorata della bellezza (esteriore ed interiore), persona pulita, persona con valori veri, la conosco, ed è a queste persone che penso quando mi alzo alla mattina. Fa stare meglio.
      Grazie mille, caro Sig. Mascaretti, per la sua condivisione!

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  21. Salve alla autrice dell'articolo (che a me piace chiamare post, anche per smarcarsi dall'editoria industrialotta) e a chi a contribuito con le risposte (chiamati commenti, termine a volte riduttivo) che poi spero di avere la forza e la pazienza di leggere.
    Vorrei fare solo qualche osservazione su Biggi e sul valore dei quadri contemporanei.

    Su Biggi: come Castellani e altri, sono partiti nel momento buono, quando molto poteva essere fatto nel campo dell'arte in generale (pensiamo alla psichedelia, mata a Londra a fine anni cinquanta, poi espansa nella musica di fine anni sessanta), solo per fare un esempio. La psyc. era dovuta all'uso di sostanze e molti artisti della visual art ne facevano da sempre uso, in particolare Lsd cominciò a girarne sempre di più alla metà dei cinquanta e solecitò alcuni pittori ma anche musicisti, a ispirarsi alle cose del mondo e ai loro oggetti interiori, secondo una visione soggettiva che è stata definita alterata, mostruosa, spaventosa, multicolor, eccetera, anche a seconda dell'esperienza squisitamente soggettiva e temporanea, diversa da volta a volta (viaggio e ritorno). Le arti visive: ho conosciuto Antonioni alla metà degli anni ottanta e l'ho quasi perseguitato fino a parlare con me per la prima volta, cui ne sono seguite altre, per mia fortuna. Che c'entra Antonioni? C'entra eccome! Intanto già aveva tenntato in Deserto rosso di mistificare la realtà, di stravolgerne i colori, dipingendo dei magnifici pini che si stagliavano su un orizzonte dove passava il treno: operazione fallita miseramente a causa di una banalissima pioggerella e forte umidità, che dilavò il lavoro di una decina di persone, che con scale elettriche tipo Enel, erano saliti a livello delle cime dei pini per colorarli con pistole a spruzzo). Ma il tentativo era quello (parole sue) di riflettere il paesaggio con gli occhi della protagonista, la Vitti, nella finzione presa da un male oscuro, dalla solitudine, dal senso di inutilità, dal nichilismo che pervade tutta la trama del film, il primo a colori del maestro.

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  22. Segue
    E' possibile che Biggi un domani vada in asta a un mezzo milione di dollaroni? Forse, ma credo che ormai, tutto quello che ha fatto è stato visto e rivisto e se qualcuno lo voleva valutare molto lo avrebbe fatto no? Pensate a qualche pazzoide che dirige una corporation e che guadagna un milione di dollari al giorno, anche per scherzo, potrebbbe acquistare un quadro a meno di due o trecento mila dollari? A che gli serve comprare uno Schifano a Trentamila dollari, per metterlo in cantina e tenerlo a invecchiare per quarant'anni, per poi, al termine dei suoi giorni, sapere che quel quadro ora vale trecentomila? Nel frattempo Bacon vale tre milioni di dollari, capite?
    A Viareggio, quando uscivo da scuola, nel 1974 credo, esponeva una decina di quadri tutti di stesse dimensioni (sui 100x80), a prezzi che oggi equivalgono a un ventimila euri, credo chiedesse sui quattro-cinque milioni di allora. Risultato, questo strano artista che era venuto da solo, in treno con i suoi quadri, li riportò tutti con sé, senza che nessuno dei facoltosi dignitari di Viareggio ne comprasse uno. Il suo nome era Sir Francis Bacon e era già famoso nel mondo, sia chiaro. Vendeva in proprio, capito, andavi nella galleria e parlavi con lui e se mvolevi acquistavi il quadro. Oggi uno di quei dieci quadri è stato battuto a non meno di due milioni di dollari: ventimila euri per un milione e mezzo di euri oggi e a salire e di molto, sia chiaro. Nessuno li ha comprati, lo sottolineo e ne sono contento.

    Valore dei quadri contemporanei.
    E' un bel tema perché non si tratta solo di stabilire se un quadro mi piace o no, ma si tratta anche di collocare un pittore all'interno di una storia della pittura, mi spiego? Voglio dire, se parliamo della ragazzina che dipinge dei vividi e allegri vasi di fiori, ben fatti e curati, e che si vendono a due o trecento euri, il problema non si pone ma quando siamo di fronte ad esempio a un quadro astratto, dove vediamo che apparentemente (a volte del tutto realisticamente), si tratta di colature di colore su un supporto, dalla carta alla tela al legno al metallo, oppure a una serie di pennellature di varia forma e colore, nella più completa astrattezza e informalità, è chiaro che valutare e collocare una roba di questo tipo è assai più problematico.
    Io seguo questo criterio: la coerenza interma del lavoro complessivo del pittore e il confronto con chi lo ha preceduto.
    E' chiaro che se mi metto a spiaccicare sulla tela una serie di colpi di colore e a farli sgocciolare di proposito, tenendo la tela dritta, se prendo degli stracci e li strofino sulle parti colorate di fresco e ne provoco degli effetti di trascinamento dei colori gli uni sugli altri, ottengo un risultato che solo in minima parte controllo in tutto e per tutto. In altre parole, una bambina americana, si chiama Marla o Darla credo, (sul Tubo forse si trova)ha tenuto dall'età dei tre anni delle mostre di suoi manufatti, in cui in modo del tutto spontaneo, guazzabuglia dei colori su dei supporti, standosene seduta e divertendosi anche molto. Sembra strano ma a volte si crea la magia e nell'insieme la pattugliata di colori che Darla ha messo sul fooglio assume una conformazione del tutto simile a quella di altri pittori quotati centinaia di dollari e anche migliaia di dollari (e non per questo validi artisticamente).

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  23. Cosa voglio dire? Che se non stiamo dentro una forma, a parlare per noi è la tecnica usata e il nostro inconscio. Ma chi può valutare se il nostro inconscio parla un linguaggio che diviene interessante per tutta la gente del mondo? Qui le cose sono più facili: se un quadro esprime qualcosa di profondo, per quanto orribile, parla un qualcosa di universale, che tutti possono riconoscere, mi spiego. Se invece lo costruisco a tavolino (come fanno molti artisti in serie, sponsorizzati da noti galleristi (disonesti)), si perde il contesto universale o si finisce per copiare.
    La copia, questo è il secondo criterio.
    Quelle sgocciolature, quell'accozzagloia di grumi di colori è già stata fatta da qualcuno in passato? Se la risposta è si, allora devo pensare che siamo dentro alla copia di una rappresentazione tecnica, e devo stare molto attento: il contenuto di quella tecnica è abbastanza universale? Se si posso comunque dirmi che si, la tecnica è già stata impiegata ma in fondo anche Goya o Rembradt o Picasso usavano tecniche tradizionali e tutte simili tra loro e nei secoli. Quindi ci deve essere un valore in più che si deve poter cogliere, un valore universale per quanto non originale nella tecnica e non sovrapponibile a quello già espresso da altri prima.
    Prendiamo un figurativo che ho seguito con piacere: Lucian Freud: usa una tecnica originale? No di certo, molti pittori tedeschi e non solo usavano prima di lui tecniche simili per rappresentare la figura umana.
    C'è un valore universale nei suoi quadri? Ostia se c'è, e come! Rappresenta quello che in parte, il maestro Antonioni ha cercato di cogliere in molti suoi personaggi, la solitudine, la soggettività estrema, il senso di isolamento e di materiale finitezza e temporalità, l'alto valore drammatico delle espressioni del volto è un valore assoluto, che colloca il pittore nella storia dell'arte di diritto.

    Si può pensare che uno dei cento cavalli di Schifano o una delle prime opere dei punti, le scie ecetera di Biggi abbiano per i fruitori contemporanei uno stesso peso e considerazione artistica e universalità? A voi la risposta. Ma vale anche per Andy, si dirà. Attenzione, Andy ha fatto nel 1961-2 quello che certa gente fa oggi, sia pure con qualche variante. Voglio dire, ancora oggi si vede gente che acquista diritti sulle foto di Marilyb e poi ci lavora sopra con le solite TECNICHE STRANE, come le chiamo io e viene fuori con un centinaio di quadri che non dicono nulla, non parlano a tutti noi anche perché quella roba l'abbiamo già vista quasi mezzo secolo fa. (vedi il grande Omar, tralascio il cognome, specie se lo sostiene il critico che spadroneggia sui canali della rai, ex uomo del Craxi, e che di roba contemporanea o non ne capisce nulla o fa finta, perché dentro al giro).

    Saluti, al

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    1. Spero che chi, a distanza di un anno e mezzo, ancora capita più o meno casualmente dentro questo post (pure io continuo a chiamarli "post"...) e arriva a fine lettura, legga con attenzione anche tutto il suo intervento, gent.mo Alberto, che mi è giunto già da sè suddiviso in tre parti, e che riporto integralmente (purtroppo parecchi internauti sono maniaci della sintesi, e non è sempre un bene, si perdono un sacco di belle cose... fortunatamente io amo le lunghe riflessioni). Non mi perdo oltre: dice già molto di suo, con spunti davvero interessanti.
      E la ringrazio.

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  24. ciao MARIQUITA, ho letto solo adesso della disavventura con la galleria Cagnola, e ti devo ringraziare di quanto hai segnalato, perché anch'io volevo mettere in vendita alcune opere presso l' elefantino, però se le cose stanno così mi guarderò bene d'intrattenere rapporti con certa gente.
    Complimenti per numerosi articoli che hai scritto, non li ho ancora letti tutti ma mi prometto di farlo appena posso ed anche di leggere tutti i commenti.
    Anche se ho ancora molti post da leggere, ho diverse obiezioni, diverse considerazioni che non condivido, e cercherò di esporre nella forma più semplice e comprensibile nel mio prossimo commento, perché purtroppo io non ho una penna sciolta come la tua.
    saluti.
    gianni

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    1. Ciao Gianni, grazie! Ultimamente sono presissima col lavoro, e non hai idea di quanto mi manchi potermi sedere a scrivere con calma delle mie Tre Cose, ma... mi tengo in allenamento con i vostri interventi, belli da leggere, da pubblicare e commentare.
      Guarda che ti aspetto!

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  25. ciao MARIQUITA, io non voglio fare il saputello,però della mia esperienza vorrei dispensare qualche suggerimento del tutto disinteressato a te ed agli amici dell'arte. Faccio una breve e veloce cronistoria per introdurre il mio pensiero. Sono un collezionista,ed ho iniziato a collezionare quadri nel 1975, acquistati presso varie gallerie e presso venditori d'arte. Con un po di presunzione e tanta ingenuità
    ho acquistato diversi pittori del 900 italiano, alcuni affermati ed altri giovani talenti.Alla fine degli anni 80 abbandono il figurativo e guardo con maggior interesse all'astrattismo e ad artisti con caratura internazionale, e relaziono con tante
    gallerie. Prima considerazioni : il mercato dell'arte è molto difficile ,non è un
    equazione matematica, ci sono una montagna di variabili, per cui certe cose succedono e basta. Nell'arte ci sono gli ARTISTI e i pittori ed è qui la differenza .Tu con l'aiuto di galleristi seri (se ne trovi) ti devi far consigliare per scegliere gli
    ARTISTI giusti o che ti piacciono.Gli artisti sono quelli che si trovano sui testi di storia, sono quelli che si trovano nei musei, sono quelli che hanno creato qualcosa che prima non c'era.I pittori copiano,copiano,copiano.Quindi non lasciarti coinvolgere solo dalle tue emozioni , dai tuoi gusti, perché purtroppo è il mercato
    che comanda che ti piaccia o no.Permettimi ancora uno sfogo: perché compaiono
    quasi esclusivamente pittori italiani nei post che ho letto, quando sulla scena internazionale ci sono artisti a cui bisogna guardare con interesse e gli italiani si possono contare sulla punta delle dita? Altrimenti mi spiace, ma farai gli stessi errori che ho commesso io nel 1975 ,cioè di acquistare solo pittori che ti sarà molto difficile rivendere anche rimettendoci sul prezzo d'acquisto, come è successo a me ed all'amico Lucio.Inorridisco a leggere che Rosella ha 8 Biggi 9 Mambor ecc..
    La storia dell'arte è fatta da altri artisti che purtroppo non leggo tra queste righe.E per concludere ognuno può fare quello che vuole però chi è "causa del suo mal pianga se stesso", e poi comunque siete tutte persone intelligenti, quindi usiamola bene questa intelligenza, e non dirmi che la componente economica non ti interessa, perché alla fin fine tutto ruota attorno al valore del quadro, sia quando vuoi comperarlo che quando vuoi venderlo o vuoi permutarlo.Spero di essere stato chiaro.Un saluto Gianni.

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    1. Gent.mo Gianni, direi che in linea generale, in linea teorica, in linea di massima (comunque si voglia dirlo il risultato non cambia) CHIUNQUE non può che essere d'accordo con te! Nella pratica però ci sono molti distinguo e sottodistinguo da fare... fermo il fatto (in primis, imprescindibile) che ogni collezionista fa il suo percorso, cominciando da un punto A e finendo ad un punto B, con errori, valutazioni, ricerca, sogni, rincorse, sviluppo, aspirazioni che nessun "consigliere" potrà mai evitare, perchè non servirebbe a niente. Nessuno nasce per DNA innamorato di Lucio Fontana. O di Cy Twombly. Ci si arriva necessariamente per gradi, spesso passando per i paesaggi, i ritratti e le casette.
      Detto questo, i principali distinguo possono essere, per dirne una, gli anni in cui un collezionista affina i suoi gusti: io, ad esempio, nel '75 facevo la seconda elementare; alla fine degli anni '80, così cruciali per te, io passavo dal Liceo all'Università... Mi sono accostata all'arte intesa come "contemporanea" e soprattutto come "acquisto" solo negli ultimi cinque anni. Parliamo di mondi differenti; del resto, anche all'inizio del Novecento c'è chi ha comprato Modigliani per un nonnulla e per ripiego, solo perchè gli erano "scappati" sotto il naso i nomi più ridondanti di quegli anni. Ancora un distinguo è dato dalla famiglia di provenienza: c'è chi nasce tra collezionisti e chi nasce tra operai di cantiere. Altro grosso distinguo è la disponibilità economica: quanto possiamo investire in arte all'anno? Un milione di Euro, centomila Euro, diecimila, o meno? Facile evitare grossi errori con grossi assegni in mano ad oculati art advisors personali.
      Per quanto riguarda il mio piccolo, minuscolo mondo, so bene che affidarsi all'emozione è un errore tattico madornale, per un collezionista. Eccome. L'ho anche scritto, in modo ora ironico ora no, in più di un post in cui spero di ritrovarti. Tuttavia non riesco e non posso farne a meno, tant'è vero che spesso - in slanci di ammissione di verità - nemmeno mi definisco realmente "collezionista", quanto persona che va a caccia di cose belle ("belle" in base al proprio gusto personale, è chiaro) per portarsele a casa e goderne la vista e la compagnia. L'aspetto economico della rivalutazione, credimi, per me resta un gradevole corollario (se dovesse esserci), ma assolutamente mai la base della scelta. Mi ha molto incuriosito (e ti ringrazio, perchè mi piacciono le domande curiose) il tuo dubbio sul perchè io citi praticamente solo autori italiani (aggiungerei: solo CERTI autori italiani). Il fatto è che il mio - l'avrai di certo notato - non è un blog specializzato, come molti in rete, di cui anch'io sono assidua lettrice e frequentatrice (suggerisco sempre il precisissimo lavoro on line di Roberto Milani, ad esempio). Io di mestiere faccio altro, altro di molto arido, aggiungerei; nel titolo del blog l'arte, che è la seconda delle Tre Cose, corrisponde alla mia passione, e la passione mi porta all'emozione, all'incontro, al sogno. Parlo quindi principalmente di autori VIVENTI, che ho conosciuto di PERSONA, che ho potuto osservare al lavoro, che ho potuto "ascoltare" con gli orecchi e con l'anima. E finisco per tralasciare sicuramente nomi importanti (stranieri ma anche italiani) semplicemente perchè... non li conosco! L'aver scelto una formula di blog con commenti aperti mi permette di ricevere sempre nuove segnalazioni dal popolo di internet che bussa alla mia porta, volutamente o per caso, e così cresco e imparo, ma Trecose resta sempre e comunque un Diario sulle mie emozioni personali, uno specchio della mia vita (senza pretesa alcuna), non certo un sito di storia dell'arte, o un Forum.
      Ti ringrazio ancora per aver condiviso con me le tue osservazioni e il tuo "percorso da A a B", e spero di ritrovarti presto.

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  26. ciao Mariquita, ho letto con passione il tuo post, rinnovo i complimenti per la bella esposizione che ti avvince e ti coinvolge. Sei una scrittrice mancata, anche se hai ancora tempo per rimediare oppure potresti scrivere i testi di prefazione dei cataloghi delle mostre d'arte.
    Permettimi ancora una seconda considerazione sulla galleria Orler e Vecchiato.
    Olivi e Vanoli sono degli ottimi venditori anche preparati,ma quello che mi spaventa è come loro vendano con la stessa enfasi un capolavoro De Chirico o Fontana e un quadro di Scuffi. Quindi al collezionista non danno un indirizzo, un suggerimento, un consiglio in quanto il loro obbiettivo è solo quella di vendere.Per non parlare poi dei prezzi, io non conosco quelli della galleria, ma in televendita i prezzi sono il doppio di quelli del mercato, e questo lo puoi sperimentare.
    Vecchiato è una galleria storica del Veneto,però peccato che si sia sporcata con i falsi di Music. Quindi tu che frequenti le Arte fiere, guarda anche ad altre gallerie sia della tua zona che in giro per l'Italia, secondo me sarà molto utile per sentire le diverse opinioni degli addetti ai lavori.
    Per tornare alla tua risposta, volevo informarti che io sono un collezionista che può spendere circa ventimila all'anno e che sovente ricorro alle permute per acquistare quadri di artisti internazionali, e quindi se si acquista male, poi non si riesce più rivendere o permutare un quadro. Fai in fretta a passare dal "percorso A a B" perché sovente alcuni artisti che non ti danno nessuna emozione, magari si trovano appesi alle pareti di musei e a forza di guardarli ne cogli le emozioni.
    A questo proposito ti vorrei citare un fatto: sono gli anni 80 e vado a Torino da un gallerista che conoscevo bene e mi fa vedere due opere, una di Ruggero Savinio 120X150(nipote di DeChirico) e una di Boetti 70X90 aeroplanini.Il prezzo era identico £ 17.000.000 a rate naturalmente e mi ricordo che il gallerista insisteva perché prendessi Boetti, artista dell'arte povera,invece io ho preferito Savinio, perché mi trasmetteva più emozioni. Dopo 10 anni ho permutato Savinio per un valore di 15 milioni pur di liberamene perchè nessuno sul mercato lo trattava ed invece Boetti lo avrei potuto svendere per 300 mil. Avrei molti altri fatti da raccontarti, ma non voglio annoiarti oltre.Nella speranza d'incontrarti a qualche Arte fiera ti porgo i miei più calorosi saluti. gianni

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    1. Ciao Gianni! Siamo sicuramente d'accordo che la televendita non vada mai bevuta come oro colato, chiunque sia il presentatore. Vendere è il loro mestiere, e chi più chi meno tendono tutti a forzare la mano (di persona ho potuto ascoltare spesso opinioni drasticamente diverse rispetto a quanto detto in video); credo che la televendita vada approcciata come lo sfogliare di un bel catalogo, ma non possa prescindere dal contatto umano. All'interno del contatto umano poi vanno fatte ulteriori distinzioni, prima di arrivare ad un vero rapporto di fiducia. Personalmente ho approcciato moltissime Gallerie (in Fiera e fuori), ho acquistato da sette-otto (in Fiera e fuori), ma la sensazione di potermi fidare totalmente nei giudizi e nei consigli è riservata a pochi rari casi. Quando il gallerista ha davvero per le mani l'affare della vita, la perla nascosta, tendenzialmente se la tiene, non va a fare beneficenza in giro. Forse non è una coincidenza, ma gli "affari" migliori (passami l'orribile termine) io lo ho fatti in quello scrigno di meraviglie che è la Bottega Ristori a Firenze, che infatti non è una Galleria... Ci trovi pochi nomi (esclusivamente pittura, niente di internazionale, molto di toscano, qualcosa di già storicizzato), ma su quelli - Antonio e Xavier Bueno, ad esempio, ma in mezzo ci passa anche De Chirico - è davvero senza paragoni.
      Mi ha molto colpito il tuo aneddoto sulla scelta Savinio/Boetti, perchè - in fondo - conferma uno dei miei pensieri su quanto ognuno di noi sia "pronto" al nuovo, a seconda del periodo storico in cui vive. Prendi me, ad esempio; istintivamente io adoro Boetti, mi ha sempre affascinato (come idea, messaggio e realizzazione) da quando ho cominciato ad avvicinarmi all'arte intesa non solo come "vado-al-museo", e di sicuro più dei Savinio (padre, figlio e spirito santo). Questo vuol forse dire che sono "pronta", che sono "avanti"? Per nulla, vuol solo dire che sono cresciuta trent'anni dopo di te, e dopo Boetti. Tant'è vero che quando Carlo Vanoni magnifica le lamierine di Liam Gillick (probabilmente l'odierno "avanti") io non so se ridere o piangere; magari tra trent'anni mio nipote le troverà con la massima naturalezza una forma d'arte squisita. Il tuo ragionamento sull'importanza di acquistare opere un domani "monetizzabili" è sacrosanto, ma si scontra con la mia personale esigenza di circondarmi di qualcosa che io sia in grado di comprendere, per poi amare.
      Poi su tutti i nostri discorsi (ora appassionati, ora razionali) arriva a sparigliare le carte il "Mercato" (e chi lo fa), che spesso non ha un filo logico, altrimenti non si spiegherebbero certe salite e certe discese. Penso al caso recente di Turi Simeti, che sta facendo grandi numeri pur essendo a tutti gli effetti "la terza scelta di un movimento artistico" (secondo la definizione di un potente gallerista nostrano), e me l'avevano proposto a un niente, qualche anno fa! Eppure non l'ho voluto prendere in considerazione, e non perchè non lo capissi o non mi piacesse; qui siamo oltre anche a questo, oltre al linguaggio e alla forma (i primi due, in effetti, mi piacciono!). Ma non credevo nelle potenzialità di un "già visto", eppure...
      Quindi, senza logica, io continuo ad usare - prima di qualunque altra cosa - il cuore, e il cuore mi porta inevitabilmente verso una certa pittura, che non mi renderà mai ricca sfondata, ma almeno mi fa stare bene dentro.
      Ti saluto con un grazie dei tuoi complimenti per il mio primo folle amore, ancor prima dell'arte, che è scrivere.

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  27. Buongiorno, sono in "pausa corso di formazione", (come docente, quindi ho la gola secca ed arrivare alle 17.30 sarà dura), mi ero ripromesso di scrivere qualcosa quanto prima possibile perchè ieri sera ho letto questo post; ci ero arrivato mentre stavo guardando Orler ripensando non sò perchè ai commenti di mia moglie quando vide per la prima volta Orlando dopo un mio invito a guardare qualcosa di alternativo ... Tralascio i termini, si possono immaginare, dopo si e no 5 minuti di trasmissione ha detto che quel canale avrebbero dovuto oscurarlo ... Ho provato quindi a cercare qualcosa su Internet, ho intuito subito che questo era il posto giusto; come accaduto per altri post, sono in sintonia con le tue opinioni, nel commento del 1 febbraio trovo gli spunti che condivido totalmente. Il mio percorso di collezionista ... micro ... è analogo al tuo, ho la passione da tanti anni ma solo negli ultimi (dopo aver estinto i vari debiti di mutuo, finanziamenti, ecc... ho anche 3 assicurazioni sulla vita, ma quasi non volevo dirlo proprio qui ...) ho potuto comprare qualcosa che puntavamo da un po' di tempo. L'unica linea guida che seguiamo è la seguente; compriamo quello che ci piace molto, quello che ci piace di più, compatibilmente con le disponibilità del momento, cercando comunque di tenere d'occhio alle quotazioni, ma ben consapevoli di quanto ciò sia estremamente complesso. Non abbiamo l'illusione che l'arte sia un investimento, la sola cosa importante è che guardando i nostri pochi ma amati dipinti (li abbiamo comprati perchè li abbiamo "amati") proviamo sensazioni di piacere, ovvero "stiamo bene con loro". Lo so, potrebbe sembrare "l'enigma dell'ovvio", riprendendo il titolo di una mostra del grande Tino che conoscerai bene, ma credo che l'umanità in generale, ed in questo periodo in particolare, farebbe molto bene a godersi l'ovvio . Infine è chiaro che l'arte è talmente appassionante che gli amori potrebbero essere tanti e le pareti sono poche e basse, non mi sento pertanto di escludere che prima o poi possa capitare anche a noi l'intenzione di cedere qualcosa per prendere altro, ma non ci vogliamo pensare adesso; al momento ci sono solo "entrate", le "uscite" sono bloccate per definizione ... e complimenti ancora per quanto hai scritto e come ...
    I migliori saluti
    Salvatore

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    1. Solo sei lettere: GRAZIE! E a presto, caro Salvatore... di solito, in quei particolari percorsi da A a B, le persone affini finiscono per incrociarsi, magari davanti ad un immenso lago di colore di Tino.

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  28. La mia esperienza con Cagnola TV è stata pessima; non solo non ha ancora liquidato il mandato, ma non risponde nemmeno alle mie email e alle mie telefonate. Non affidategli le vostre opere! Per la mia, regolarmente venduta, non mi hanno pagato.

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    1. Gentile Anonimo, do spazio al suo sfogo, anche se forse in questa sede è mal rivolto, dovrebbe usare altri canali, se effettivamente la sua esperienza è stata così disastrosa. Personalmente, come avrà letto nel post, io ho forti dubbi sul "metodo Cagnola", ma dal punto di vista dei contatti e della comunicazione non ho avuto alcun problema. Vero è che sono passati già due anni, non ho la minima idea di come si siano evolute le cose in quel di Roncadelle... Auguroni.

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  29. Gentile Mariquita volevo segnalare un link dove trovare quel Roberto Porcelli che diverse volte cita nel suo blog https://www.kickstarter.com/projects/1427219353/i-wipe-the-smartphone-cover
    Spero di essere stato utile a qualcuno che voleva sapere che fine aveva fatto.
    Complimenti
    Guido Maluccio

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    1. Bisogna ammettere che l'inventiva non gli manca! Mi chiedo com'è finita la raccolta fondi precedente (il mitico ombrello Noè)...
      Anch'io guido maluccio, comunque.
      P.S. Presumo sia la sua croce fin dalle elementari, caro Guido, e me ne scuso, ma era battuta doverosa :-)
      Tra l'altro, per quanto mi riguarda è anche vero!
      Un abbraccione.

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  30. Ciao Mariquita,
    potrei gentilmente avere un tuo contatto di posta elettronica?
    Grazie

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    1. E come faccio, caro amico?! Scrivertelo qui sarebbe come consegnarlo al mondo intero, quel mondo che (oltre alla brava gente) pullula di cattivoni...
      Diciamo che finora è successo un paio di volte (quattro, per l'esattezza) che io e miei lettori abbiamo avuto scambi privati di opinioni, e la metodologia è stata questa: voi inserite un commento indicandomi la vostra, di mail. I commenti non appaiono automaticamente, perché li devo moderare; ovviamente a quel punto io non lo pubblico, e uso la vostra segnalazione per contattarvi. Preciso che tendenzialmente preferisco mail con nomi e cognomi, piuttosto che strani indirizzi anonimi.
      Se ti va...
      P.S. Mi rendo conto che ti ho risposto con un ritardo imperdonabile, e chiedo scusa! Sto usando questi giorni estivi per fare un po' di pulizie di fondo in ciò che resta di Trecose (ammetto che è ancora molto cliccato nonostante la chiusura!).

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  31. Ciao cara Mariquita, prima di leggere della tua esperienza con Cagnolino avevo anch'io una mezza idea di vendere il mio Biggi tramite la suddetta Cagnola. Ora non più Del resto il mio Biggi lo amo e il suo autore lo considero un poeta del colore. A volte mi vengono degli scrupoli a spendere tanti denari per dei quadri ma poi mi tranquillizza vedendo chi spende 50.000 euro per una macchina. Sinceramente il mio Biggi mi trasmette molte più emozioni e chissà mai che un giorno non si riveli anche un buon investimento. Un caro saluto, Mario

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    1. Caro Mario, pubblico il tuo commento rompendo una promessa che mi ero fatta da quando ho deciso di chiudere Trecose (vedi scritta rossa in alto a destra), ma l'ho trovato così essenzialmente dolce che non ho potuto trattenere un moto di affinità e simpatia. E' vero, la speranza di non aver gettato al vento i propri soldi è sottile e sempre presente in ogni quadro, ma la coscienza di aver speso, comunque, per un investimento emotivo non è cosa comune, oggigiorno. Io l'ho venduto, il mio Biggi (e nemmeno così male, devo ammettere), forse era un amore nato storto... però sono arrivata in doppia cifra con gli Scuffi, quindi, come vedi, la malattia non mi ha ancora abbandonato :-)
      Se siamo degli incompresi ne vado fiera!
      Un abbraccio.

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    2. L'"arte" moderna è, per il 99%, fondata sulla produzione. Qualcuno pensa che un'opera d'arte si possa creare su ordinazione coatta in brevissimo tempo? qualcuno può pensare che schifano firmando un'esclusiva con Telemarket per 3.000 quadri all'anno possa creare, e non produrre, delle opere d'arte? Cambiando argomento, io di Cagnola non mi posso lamentare ma ho venduto un Cellini Rolex in platino ed un piccolo dipinto di Vincenzo Cabianca: oggetti entrambi rari ed appetibili sui mercati internazionali. Comunque il 33% netto è in effetti il 50% sul prezzo esposto da Cagnola. Faccio un esempio se concordo 100 Cagnola non lo espone a 133 ma a 150 il cui 33% è esattamente 50.

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