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domenica 3 maggio 2015

Etica e morale

Sono settimane che mi dibatto tra dubbi etici. 
Il lavoro va male, è ora di ammetterlo con franchezza; praticamente in tre anni il portafoglio dell'Agenzia si è ridotto di un terzo, spanna più, spanna meno. L'Infame ha dato il suo apporto, non c'è dubbio, ma non è assolutamente solo causa sua, anzi, non voglio dargli un'importanza che non ha. Tra l'altro, sono più che certa che in tempi meno duri non avrebbe fatto che danni minimi, da lieve venticello, nonostante il palese furto di contratti, nomi e dati vari; purtroppo, in annate magre come queste andare da un Cliente sventolandogli sotto il naso la fotocopia della sua Polizza e affermando che gliela rifarai uguale-uguale-identica al venti-per-cento-in-meno ha indubbiamente un certo appeal. Anche tra i Clienti più attenti e svegli, intendo, che in tempi non sospetti gli avrebbero sbattuto la porta in faccia. Figuriamoci tra la gente più semplice, tanto per usare un eufemismo, che non andrà mai a controllare che sulla Polizza dell'officina in effetti sì, gli stai facendo spendere il venti per cento in meno, ma semplicemente perchè stai assicurando il venti per cento in meno sui capitali (è molto insidioso, confrontare il premio pagato l'anno scorso mentre i capitali che assicuri sono quelli di dieci anni fa...). Oppure su determinate garanzie che prevedono una franchigia di 250 Euro, gliene schiaffi una da mille. Sento la bile che secerne in abbondanza, quando parlo di lui, quando anche solo PENSO a lui, io che credevo che - dopo più di due anni - non dico mi fosse passata, ma almeno si fosse un po' sopita. E' che in questi giorni si è rifatto vivo, da alcuni Clienti molto affezionati a me, e questa idea che dopo due anni ancora non se ne vada a cercarsi Clienti propri, nella zona ben distante da qui dove lavora adesso, ma sia di nuovo lì, a pescare nel mio acquario tanto è gratis, mi fa meditare propositi omicidi.  
Comunque, dicevo, non è causa sua. E' che - dai e dai e dai - è proprio cambiata la mentalità della gente, in generale. Prendiamo ad esempio le Compagnie on-line: io non le ho mai considerate delle vere concorrenti, perchè si rivolgono ad una clientela completamente diversa da quella che entra in un'Agenzia. Attenzione, non è nella maniera più assoluta una questione di prezzo, anzi, devo dire che più le Compagnie dirette (almeno, le tre-quattro maggiori tipo Genertel, Genialloyd, Linear, che sono realmente degli ottimi marchi) si organizzano con servizi e assistenze complete, e propongono Polizze senza strane rivalse e limitazioni, più i loro premi assomigliano ai nostri, è proprio la scoperta dell'acqua calda. E poi, ultimamente la Compagnia per cui lavoro io ha tariffe RCA talmente basse che spesso riesco anche a starci sotto, ai premi delle On-line più serie, sempre che io lo voglia, ovvio (già spiegato un milione di volte che lo sconto generalizzato a pioggia a tutti i Clienti, anche a quelli che vogliono solo il "minimodelminimodelminimo", è nefasto: lo sconto, anche di entità importante se serve, va conservato per quei Clienti che, nei limiti delle loro possibilità, scelgono di diventare "globali" per l'Agenzia, vale a dire si fidano dei nostri consigli e tutelano anche altri aspetti della propria vita oltre ad ottemperare ad un fastidioso obbligo di legge per le proprie autovetture). 
La differenza tra il Cliente-tipo delle Compagnie dirette e il Cliente-tipo delle Agenzie è puramente comportamentale: il primo trova che arrangiarsi, inserire tutti i suoi dati nel computer, dialogare tramite un software sia figo, l'altro invece no, lo vive con ansia, non sa come cavarsela. Non c'è altro. E va benissimo così, per carità! 
Sicuramente il primo dei due ricade spesso in una fascia di popolazione più giovane, ma mica sempre. Il primo è quello che ama potersi collegare a Internet alle due di notte di domenica, per farsi un preventivo su e via, giusto perchè ha la comodità nelle mani: ha ragione da vendere, io di certo non apro l'Agenzia alle due di notte perchè gira la fregola a lui. Il primo AMA l'autonomia, l'indipendenza, la comodità data da Internet, a costo molte volte di mettersi a studiare argomenti non suoi per informarsi più a fondo e in modo responsabile (qui ovviamente faccio riferimento solo a quelli bravi, che si aggiornano sulle pieghe delle condizioni contrattuali nei singoli siti delle varie Compagnie, che leggono tutto prima di flaggare le caselle, non certo ai molti deficienti che si limitano a usare - e male! - qualche pseudo comparatore che alla fine ti vende qualcosa che non sai cos'è ma che al comparatore fa guadagnare bei soldi, visto che il comparatore altro non è che un Broker come un altro). Il secondo invece o non ama proprio per niente Internet, o non sa usarlo bene, o non lo trova comodo, o lo trova troppo impersonale, chi lo sa, magari tutte queste cose insieme. Magari ama semplicemente chiacchierare un po', o ha più tempo libero nei nostri orari di apertura. In ogni caso, il secondo sceglie di FIDARSI, perchè assicurarsi presso un'Agenzia (di qualunque marchio, in qualunque posto del mondo) significa sotto sotto esattamente questo: scegliere un professionista nelle cui mani mettere i propri rischi, i propri risparmi, le proprie tutele. Scegliere di delegare una specifica persona (che sai che non ti prende in giro e non lo farà mai) affinchè sia lei a leggersi tutte le condizioni contrattuali, a valutare i vari tipi di coperture, e in base a quanti soldini puoi effettivamente destinare alla prevenzione ed alla protezione della tua famiglia - mica sempre tanti, mica sempre tutti, devi pur mangiare e vivere - ti proponga qualcosa che davvero ti serva. Certo, se poi riponi male la tua fiducia e/o credi alle parole di professionisti non degni di questo nome che ti tirano il bidone diventa un problema, ma nè più nè meno di quando succede nelle amicizie, o negli altri aspetti della vita. E' un rischio che si corre quando si dà fiducia a qualcuno, l'alternativa è non fidarsi di nessuno e diventare da autodidatti veri esperti di assicurazioni, impresa, credetemi, che può rivelarsi ardua. 
Quindi: sono tantissimi anni che esistono le Compagnie dirette, e più di tanto non ci siamo mai pestati i piedi a vicenda, perchè i nostri rispettivi Clienti-tipo sono sostanzialmente e profondamente diversi, equamente e amabilmente suddivisi, un po' di qua e un po' di là. Fin qua, tutto chiaro.
Invece, il perdurare di questo strano e melmoso stato di difficoltà che ci circonda, il restringersi sempre di più dell'imbuto in cui ci troviamo tutti, ha sparigliato le carte. La gente si è incattivita, si è fatta aggressiva, si guarda le spalle e morde, morde, morde sempre. Faccio un esempio, racconto un episodio reale che per me è stato il cosiddetto "fattore scatenante" per i dubbi etici e per tutto ciò che ne consegue e ne conseguirà: l'altro giorno è passato in Agenzia un nostro Cliente. Cliente-tipo nostro, persona di cui sappiamo tante cose, uomo molto dolce e buono che qualche anno fa è rimasto vedovo ed ha pianto la moglie a lungo, dopo una dolorosa malattia. E' stato male, è uscito dalle spire della depressione grazie ad un amico che l'ha letteralmente trascinato fuori casa, a zonzo nelle sale da ballo, facendogli prendere lezioni, finchè in una di queste sale ha incontrato una brava signora (sola anche lei) che è diventata la sua nuova compagna. E' evidente che mica l'ho fatto spiare di nascosto quest'uomo, tutte queste cose ce le ha raccontate lui, volontariamente, nel tempo, assieme alle difficoltà dei due figli per il lavoro, la figlia femmina, bellissima da concorso (le tiene nel portafoglio, le foto delle selezioni per Miss Italia), e il maschio, che lavorava in un'Azienda che assicuravo io e adesso vive all'estero perchè si è innamorato. Questo per mettere in evidenza il tipo di rapporto di confidenza che c'è tra lui e il suo assicuratore, cioè io. 
Occhei, l'altro giorno è venuto da me con un preventivo della concorrenza (ovviamente non Internet, perchè non è QUEL Cliente-tipo), pari a meno di metà di quanto stava pagando lui, e me l'ha dato da guardare: un preventivo normalissimo, con la RCA, l'Assistenza Stradale, e basta. Mentre lui aveva anche, nell'ordine: Incendio, Furto, Grandinate, Vandalismi, Rottura Cristalli, Infortuni del Conducente e Tutela Legale. Praticamente tutto, gli mancava solo la Kasko, ma quella costa, non l'aveva mai voluta considerare. Tra l'altro, nel preventivo che aveva in mano il massimale RCA era il minimo di legge, nella sua Polizza invece tutt'altro, ci girava una quarantina di Euro solo per quello. Facendo i conti con la sola RCA minima e l'Assistenza,  da me avrebbe speso meno rispetto al preventivo che aveva in mano, direi abbastanza meno. Ma lui si è incazzato, ha alzato la voce, si è agitato parecchio e ha pronunciato queste magiche paroline: "E' colpa mia, dovevo svegliarmi prima. Dovevo capirlo che potevate fregarmi". Credo che una pugnalata in piena schiena mi avrebbe fatto meno male. E' su questo che gioca sporco, ancora, l'Infame (anche se il preventivo non era suo)! E' per questo che non c'è più spazio per un assicuratore che sappia e voglia fare il suo lavoro come si deve! Abbiamo cercato di spiegarci reciprocamente, ma eravamo chiaramente su posizioni opposte: lui è convinto che io, consulente in cui aveva riposto la sua totale fiducia, debba fargli spendere A PRESCINDERE meno possibile (me l'ha proprio detto: "Paola, dovevi capirlo da sola, con questa crisi", certo, ma ammetto che non sono telepatica, non ancora, almeno). Io invece sono convinta che, proprio a causa di "questa crisi", se ti fai male o ti ciullano la macchina potresti avere dei problemi ben più grossi di duecento Euro all'anno (o "poco più di di sedici Euro al mese", trasponendolo in questo orrendo linguaggio rateale che ora come ora va tanto di moda). Senza contare che ogni anno ne parlavamo, ne ragionavamo, e lui era sempre stato d'accordo con me (e al limite, se avesse voluto ridurre le coperture al minimo, bastava che me lo chiedesse, mica c'era bisogno di agitarsi!), quindi questa esplosione di sfiducia è emersa, come una bolla velenosa, nell'arco degli ultimi dodici mesi. La "crisi" è andata ben oltre, oltre la manfrina del risparmio, oltre il pensare che risparmiando trenta Euro all'anno sull'assicurazione, o sulla bolletta del gas, si risolva un intero ménage familiare (famiglia composta da quattro persone spesso dotate tutte e quattro di smartphone di ultima generazione): ha intaccato la fiducia nelle persone. Siamo tutti contro tutti. Tu mi freghi, io ti mordo. O ti mordo direttamente, tanto presumo che tu mi possa fregare. 
Vengo al punto, e questa volta definitivamente, promesso. Con queste premesse, se viene a mancare la fiducia di base, viene giù tutto il palco. Fai due conti, e l'Agenzia si riduce di un terzo in tre anni. Di mirabolanti nuove entrate non vedo ombre amiche all'orizzonte, anche perchè ormai siamo tutti presi in questa guerra tra morti di fame, e anche se arriva roba nuova è sempre e solo robetta. Perdi robetta vecchia e arriva robetta nuova. Cosa fa un'Agenzia che ha in organico tre impiegate quando il suo portafoglio si è ridotto di un terzo? Suvvia, il passo è breve e il conto è facile: una deve stare a casa. Subito, presto, perchè se continuiamo di questo passo, se il trend è questo, tra qualche mese non sarò neanche in grado di pagare gli stipendi. E io sto male, malissimo. Sto male perchè vedo disperazione tutt'attorno, e so che ne aggiungerò altra. Sto male perchè continuo a vedere e sentire quelle oscene pubblicità in cui le allegre famigliole sono contente perchè i Famosi Supermercati tengono i prezzi bassi per "aiutare gli italiani", c'è anche il nonnetto sempliciotto che tanto per cambiare ha la calata veneta (chissà perchè, quando c'è il tonto di turno parla sempre senza le doppie), e poi qui da me si stupiscono perchè ottanta-dico-ottanta persone sono state lasciate a casa, da un supermercato. Parla una che non fa l'economista, ma se continuiamo a grattare i prezzi senza fare altro arriveremo ad un punto di non ritorno (a naso direi che dovrebbe essere più logico alzare i salari per aumentare i consumi, possibilmente agendo sull'enorme peso delle tasse sui salari stessi, ma ripeto: mai capita una cippa di economia). Mi sta bene un po' di sana concorrenza, non amo di certo il monopolio (su tutto, dalle assicurazioni al formaggio, dai mobili al salame, dai vestiti alle automobili alle utenze telefoniche alle sigarette), ma fino ad un certo punto: se oltrepasso quel punto, quel margine che permette un guadagno, allora diventa sterminio. Guerra tra i poveri. Abbasso i prezzi ma licenzio, ed inizia una spirale senza fine. La concorrenza va bene finchè crea posti di lavoro, non quando ti attacca alla canna del gas. 
Una deve stare a casa.
Una deve stare a casa.
Una deve stare a casa.
Sto male. 
Non solo perchè, egoisticamente, a me sono sempre servite tutte e tre, così diverse: c'è quella intelligente e precisa, che difficilmente sbaglia quello che fa, ma ai Clienti sembra distaccata e fredda (probabilmente è l'effetto di un'eccessiva timidezza) e quindi ha ruoli da amministrativa pura, che in Agenzia ormai sono poco sostenibili, devono mettersi a vendere anche le sedie, tra un po'. Poi c'è quella che non si capisce un tubo quando parla, però è sempre pronta e disponibile ad ogni nuova iniziativa (salvo sbagliare un po' troppo spesso cose di estrema semplicità spiegate trecentomila volte), e poi è davvero una gran gnocca fisicamente, i Clienti ci fanno la coda, soprattutto d'estate. Infine c'è quella cicciottosa che sa sorridere, che è la più commerciale di tutte e ha sempre saputo usare la parola giusta al posto giusto al momento giusto, che piace un sacco per empatia, però è stanca, parecchio stanca, non ha più tanta voglia di impegnarsi, non sempre fa le cose che le chiedi. Non più; in compenso fa molti più errori. 
Sto male perchè conosco le situazioni di tutte e tre, e so perfettamente quanto ad ognuna serva, questo lavoro, per le motivazioni più disparate, non sempre economiche, a volte anche di impegno personale e mentale, per avere la coscienza di una realtà diversa (spesso più importante, questo, dello stipendio in sè). 
Sto male perchè mi chiedo se serve davvero, arrivare a questo punto. Magari è ora che smetta io, invece. Magari non sono più fatta per questa professione, per questa professione come è diventata ORA. Forse sopravvivono solo i più aggressivi di noi, o i più ballisti, chi lo sa, di certo io sono una che non stressa, non sono aggressiva proprio per niente: non chiamo la gente a casa di sera mentre mangia, non mi piazzo fuori della porta, non forzo la mano a nessuno, mai. In un mondo in cui c'era chi si fidava io avevo un mio perchè, e anche bello grosso direi, ma in un mondo di cane-mangia-cane che ci sto a fare, con le mie mille attenzioni, con i miei scrupoli, con la mia consulenza a volte fine a se stessa ma solo per il gusto di averla fatta, anche se il Cliente non ha firmato niente, ma è informato e soddisfatto.
Certi mestieri finiscono, con naturalezza. Mi sento tanto un maniscalco, con tutto questo amore per le zampe dei cavalli mentre sta arrivando, prepotentemente, l'automobile.
Mi chiedo se serve che io sacrifichi una dipendente, che è una persona, una vita, e che con ogni probabilità (per età, attitudini e capacità) non troverà mai più un altro lavoro, se poi magari tra qualche mese sono io stessa a mollare, e allora tenendo duro potevo lasciare un organico da tre a chi subentrerà a me, al probabile cazzutissimo aggressivo ballista. Certo, nell'immediato risparmierei parecchio, tanto da tener duro per un altro anno o due, ma poi? Poichè nessuno ha certezze, è giusto sacrificare una pedina del gioco solo perchè ho il potere di farlo? Ma del resto, mi ripeto, ho bisogno anche io di una boccata d'aria, visto che i costi sono sempre quelli mentre i guadagni sono un terzo di meno, e checchè ne dicano quei grandissimi fenomeni dei Sindacati (un grosso bubbone, un enorme handicap di questo Paese! Avevano un senso a inizio Novecento, quando gli operai morivano nelle fabbriche sprangate senza alcuna tutela, non certo adesso per alimentare solo ed esclusivamente i loro nomi e i loro privilegi, ingessando il mercato del lavoro!) non posso farmi carico di un dipendente che non mi serve più, che non riesco a pagare, solo perchè lui "ha bisogno di uno stipendio". Mica mi cascano dal cielo, i soldi! Ecco, se penso ai Sindacati le lascerei a casa tutte e tre di corsa, subito, senza tante manfrine. Come tanti Colleghi professionisti (assicuratori e non) con cui mi sono confrontata, che da tempo ormai non pagano più le tredicesime e le quattordicesime (cosa per me inconcepibile, illegale, piuttosto si deve trovare una soluzione alternativa ma non puoi snaturare il contratto di chi lavora per te, è un furto).
Invece penso a loro, accidenti, al bene che voglio a tutte e tre, e sto un male cane. 

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