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domenica 23 dicembre 2012

Evoluzione/involuzione

Il 18 Gennaio scorso, cioè praticamente nella mia vita precedente, avevo postato una riflessione riguardo a Facebook. Vorrei davvero che, prima di continuare la lettura di questo post, venisse riletto quello; è stringato e forse meno gradevole degli ultimi, ma del resto in quel periodo stavo ancora risalendo la china della mia Quaresima (un post al giorno per quaranta giorni...) e buttavo giù le idee man mano che mi venivano, senza tanta attenzione alla forma. E poi all'epoca non mi filava ancora nessuno (il primo lettore fisso è arrivato in Maggio, a resurrezione avvenuta), potevo anche permettermi di non fare la splendida e di chiacchierare solo con e per me stessa. Il fatto è che dopo quasi un anno di scrittura on-line, di contatti con gente più abituata di me a "vivere" on-line, di confronti con il mondo di Internet (che per me è un mistero, e tale resterà), ho capito una cosa fondamentale ed ho cambiato totalmente idea sull'argomento.
Attenzione: non ho cambiato idea su Facebook, continuo a detestarlo, lui e l'uso che se ne fa. Continuo a non volermici iscrivere, non mi interessa e non lo farò. Non mi piace apparire, non mi fa impazzire l'idea di essere cercata e trovata da chiunque, non amo le ammucchiate di amici, preferisco sempre e comunque il basso profilo; non potendo evitare che sia pubblico l'indirizzo del mio ufficio, che ha funzione pubblica ed è in qualunque registro, quanto meno mantengo dove abito un luogo misterioso e sconosciuto (e mi pare di non aver mai chiamato per nome la mia dolce metà interista e sfigata).
Però mi sono accorta di aver commesso un errore madornale di interpretazione.
Io criticavo chi fa un uso smodato e un po' sciocchino (mi si passi l'eufemismo) dei social networks, soprattutto se trattasi di persone di età superiore ad anni quindici, perchè il Grande Web ha una memoria infinita: lodavo la grande ruota del tempo, rimpiangevo il diritto all'oblio. Trovavo assurdo il voler comunicare a tutti i costi, da parte della gente "normale" (quindi escludendo chi fa vita pubblica e usa questi strumenti per raggiungere, appunto, il suo pubblico), pensieri e momenti assolutamente privi di qualunque giovamento, solo perchè ora è facile ed immediato farlo. Mi spaventava l'idea di rendere eterni attimi di inutilità senza valore: "sto stirando e mi annoio", "mi piacciono i cani beige", "beviamoci una birra insieme a tutti i nati nel 1965 con il nome che comincia per S".
E invece non è così... oserei dire che è esattamente l'opposto! Un opposto subdolo, malefico, e che mi spaventa ancora di più della semplice superficialità umana di coloro che, a quaranta, cinquant'anni fatti (o giù di lì), si divertono a contare chi ha più amici virtuali.
Dopo quasi un anno di esperienza di blog ho realizzato che la gente, probabilmente, DIMENTICA IN FRETTA. Forse lo vuole. Siamo arrivati al punto che si legge e si passa via. Ci si infervora follemente (anche troppo, a volte) su una cosa, e poi la si azzera, come se non fosse mai stata. Oggi non vediamo più "ieri" come un passato prossimo, o "l'altro ieri" come un passato remoto (ma comunque un passato che è esistito, che ha contribuito a crearlo, quell'"oggi", perchè non ci può essere un oggi senza un ieri). "Ieri" non esiste più, esiste solo e sempre un eterno "oggi". Si vive solo nel momento presente, si fa tutto in modo iperefficiente ed iperattivo, ma poi durante la notte - evidentemente - si cancella tutto e si ricomincia, negando qualunque esperienza. A dire il vero dovevo arrivarci prima, per esempio quando parlavo della differenza tra i Surfisti e i Palombari (nel post del 6 Aprile "Generazione di fenomeni"). L'ho anche letto di recente in un interessante articolo su come le nuove tecnologie stanno cambiando il cervello della specie umana: tra i vari aspetti toccati - devo dire in modo assolutamente imparziale, con pregi e difetti - sottolineava come i bambini che imparano a leggere utilizzando strumenti come Internet imparino molto più in fretta rispetto agli altri bambini. Ma occhio: imparano a LEGGERE velocemente, in realtà sono molto più lenti e disabituati alla COMPRENSIONE del testo. Scivolano veloci, ma non sono capaci di scavare in profondità. E se continuano così, Dio solo sa quanta bellezza e quanta poesia si perderanno nella vita. Sono certa che sapranno fare una valanga di cose meglio di me, ma se un giorno prenderò uno di loro, lo farò sedere con in mano un libro (un libro di CARTA, di carta che profumi di carta, di carta che sotto le dita sappia da carta!!) e lo costringerò a leggere, per esempio, questo:

Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle

Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cielo

Mi riconosco
immagine
passeggera

Presa in un giro
Immortale

(che è Ungaretti, per chi non l'avesse riconosciuto), lo leggerà in un nanosecondo e la cosa finirà lì! Magari se gli chiederò cosa vuol dire davvero, se gli domanderò di andare "oltre", sarà costretto a correre su Internet, e digitare su Yahoo Answer "Chi-mi-spiega-Sereno-di-Ungaretti-dieci-punti-al-più-veloce"; perchè questi bambini cresceranno multimediali, saranno come schegge nel web-surfing, ma non proveranno mai cosa significa sentirsi "immagini passeggere". Per non parlare di fermarsi un attimo per respirare "il colore del cielo". E mi sa che è già tardi anche per tanti adulti (ma non per me, io so bene come respirare il colore del cielo, io alcuni giorni SONO cielo, ne porto dentro l'immenso, mi sento totalmente cielo, e stelle insieme, e sole, e luna!).
Altro che la Grande Memoria del Web! Il web sta appiattendo tutto, sta azzerando tutto. E' come con i blog (e mica solo il mio): la gente guarda sempre e solo l'ultimo post utile, il resto è incenerito per sempre, come mai esistito. Beh, mi spiace, io non sono così! Io vivo la storia, io SONO una storia, c'è un filo conduttore che è partito da un punto ics e non so ancora bene dove sta andando, ma c'è, ed è fatto di tanti tasselli. Tasselli di ricordi, di emozioni, gradini di una scala di eventi. E tutti questi gradini fanno "me" come sono, non solo un post o due. Ho un passato remoto e un passato prossimo, fatto di visi e occhi, di abbracci e di parole, di persone che ci sono ancora e di persone che non ci sono più (perchè hanno lasciato questo mondo, o perchè hanno lasciato questa "me", volontariamente, in modo improvviso e doloroso, o perchè la vita ha voluto così, in modo lento e graduale), e io CI PENSO. Io NON DIMENTICO.
E' ovvio che la ruota gira, e quindi sta bene che il passato resti passato (come appunto sottolineavo nel famoso commento troppo acerbo sull'argomento "Facebook"), ma senza cancellare la nostra memoria storica, senza bruciarne le radici.
Allora - mi interrogo - forse la mania per Facebook nasce da qui. Persone che si sentono svuotate, che non avvertono la solidità del proprio passato, che non hanno ricordi perchè non hanno capito l'importanza di custodirli, e che quindi ricorrono a questo strumento per lasciare una qualche traccia di se stessi, visto che il Web la conserva. Magari per sentirsi più utili al loro presente (senza riflettere sul fatto che in questo modo non è una scia luminosa, è più una bava di lumaca). Confermerebbe anche perchè tanti, troppi adulti ne hanno una vera e propria ossessione, rispetto ai giovanissimi, che lo usano ma poi si stufano presto (anche di questo!). E mi chiedo: perchè lui? Ci sono i libri, quelli veri, non solo con le facce. Ci sono le fotografie dei nostri nonni. Ci sono gli anziani da ascoltare. Ci sono i musei. C'è la letteratura, c'è l'arte. Le voci. Gli abbracci. Le risate a cena. Le esperienze da raccontare e da scambiare. Perchè lui?

P.S. In questi giorni raggiungo i miei picchi massimi annuali di stress e negatività. Chiedo venia. A breve, brevissimo, la positività tornerà a rompere gli argini, come solo lei sa fare. Nel frattempo, mi sa che è meglio se metto su "The one" a manetta. 

6 commenti:

  1. Si, credo di percepire anche io negli ultimi tuoi post un 'filino' di negatività! :)
    Ma in questo parli di qualcosa che mi è familiare (nel senso di 'tecnica e mezzi di comunicazione') e mi permetto di dirti la mia.. Senza pretesa alcuna, così tanto x chiacchierare e confrontarci, se ti va, magari sorseggiando due belle tazze di the...virtuale, s'intende! ;) Faccialibro!
    Sei davvero convinta di quel che dici? Lo segui così da vicino da poter affermare con certezza che le persone che hanno un account si comportano come tu dici?
    Io un account fb c'è l'ho.. Mi sono fatta guidare dalla mia curiosità, dal mio desiderio mai sazio di capire, di sapere.
    Non mi piace faccialibro. Ma non lo temo. E nemmeno lo sopravvaluto. Credo ci sia una parola semplice che può descriverlo fedelmente: "superficiale".
    Li è tutto così. Superficiale e scontato. E sono convinta che nemmeno il più ingenuo dei ragazzini, figuriamoci poi quelli che ragazzini non lo sono più da un pezzo, pensa di avere tanti amici veri quanti sono quelli che sono nel suo elenco su FB. Quanto a quello che si scrive sulle bacheche, beh è più o meno quello che si dice quando si è dal parrucchiere, al bar o in fila dal dottore.
    Invece sai cosa mi preoccupa e me lo rende così antipatico? Il fatto che sia immagine fedele di certa realtà. E se, quando dici che le persone dimenticano in fretta e facilmente, vuoi dire che sono superficiali e vuote, allora son d'accordo con te. Se vuoi dire che oggi Ungaretti godrebbe di maggior fama se fosse una velina, un calciatore o un concorrente di Xfactor o di Amici, allora sono con te. Ma non c'entra FB e non ne ha colpa il Web.
    Quelli sono strumenti. Semplici strumenti.
    Cosa voglio dire? Uhmmm..arte, eh? ;)
    Allora: io prendo pennelli e colori e vado ad imbrattare muri e monumenti.. Sono forse da condannare i pennelli ed i colori? :))
    FB non è la scoperta del secolo e non sarà mai veicolo di cultura, ma può essere uno strumento utile x regalare a basso costo un momento di svago o la bellezza di un contatto veloce, ma rassicurante, con persone care irraggiungibili xkè fisicamente troppo lontane da noi. La superficialità, si, ma nella sua accezione più positiva, ovvero leggerezza. Che a volte è una benedizione che ci è necessaria x spezzare la pesantezza di un giorno pieno di problemi che pesano come macigni. E soprattutto FB non è un'alternativa. Non siamo obbligati a scegliere tra FB e un buon libro, un buon film, la compagnia degli amici veri, una mostra, una poesia e tutto quello che fa più bella e più ricca la nostra vita.
    E se un ragazzino nn comprende il senso profondo di certe poesie, non è certo colpa del web. Anzi! Meno male che ha questo immenso serbatoio di informazioni al quale può attingere x soddisfare le sue infinite curiosità. (Curiosità benedetta, visto che non ha più nessuno che la stimola e la fa nascere in lui!) E forse (ma nn è sempre così) scaverà di meno rispetto a quanto avremmo fatto noi, ma quanto sapere in più è alla sua portata grazie al web?
    Il mondo sta cambiando? Si, sta cambiando. E anche la cultura cambia. E se guardi la storia, che tanto ami, ti accorgerai che è sempre stato così. Non mi spaventa questo. Fa parte dell'evoluzione naturale.
    Mi spaventa la mancanza di sete, di stimoli. Mi spaventano i giovani quando si arrendono e nn cercano. Mi spaventano i loro occhi chiusi. Mi spaventano gli scarabocchi senza senso che imbrattano i 'muri' ( feisbuk che sempre muro è, ma anche televisioni, giornali, libri..aule di scuole..). E ancor di più il vuoto e il silenzio che percepisco dentro le persone, giovani o meno giovani. La pericolosa mancanza di coscienza, che come una pesante nebbia si sta estendendo su ogni cosa. Ma non è certo colpa dei pennelli e dei colori... Matr.3957
    Ps.. Ti auguro un Natale fatto di cose belle, pensieri profondi, valori veri e cieli sereni. Buon Natale!

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    1. Rispondo alla domanda iniziale: Si, conosco bene Facebook, non per esperienza diretta, ma per una dose massiccia di "fumo passivo". Tra gente della mia età, e quindi ancora più difficile da capire rispetto al giocattolino nuovo dei giovanissimi: gente che non ti saluta più perchè non sei su Facebook, gente che comunica solo ed esclusivamente tramite Facebook. Gente che, a mio parere, arriva a credere che la realtà sia solo quella! Gente convinta DAVVERO di essere AMICA del Tal Personaggio solo perchè lo segue su Facebook o Twitter, e ne parla come di un vecchio compagno di scuola. Per non parlare dell'impellente bisogno quasi fisico di collegarsi a questo mondo virtuale ogni volta che io Datore Di Lavoro giro le spalle...
      E mi spaventa esattamente per quello che dici successivamente: passi la superficialità, passi la leggerezza, ma se le prendiamo come un gioco, NON se diventano l'alibi per giustificare un vuoto interiore. O peggio. Il mio primo post di Giugno ("Un post lunghissimo, per la verità") riguardava proprio questo. E a volte temo sia tardi.

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  2. Oggi si preferisce la sensorialità, lo stordimento delle sensazioni, all'emozione. Dovremo essere bravi a non uccidere l'emozione. Dobbiamo continuare a scrivere, di bellezza e di poesia. Educare all'arte dell'attesa. Della contemplazione. Sono felice di averti incontrata. Ti abbraccio e ti auguro il meglio per questo Natale, e per tutti gli altri giorni.

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    1. Ti ringrazio e ti abbraccio anch'io, Amico d'Anima, in una giornata che mi spacca in due: la gioia della festa grande per una fede che in me è forte, ed il dolore sottile di momenti e ricordi difficili.
      Leggere le tue brevi ed intense righe, che condivido pienamente, mi rafforza e mi rasserena. Ed è bello.

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  3. Un profilo feisbuk ce l'ho. L'ho aperto solo per curiosità, per vedere cosa ci provava o ci faceva la ggente, e se potevo usarlo come strumento di lavoro (ammetto sono un po' deforme professionalmente).
    L'ho usato per qualche tempo come un blog, nessun particolare stato, e non c'è manco una mia foto, ultimamente mi ha annoiato, e di brutto.
    Credo di aver capito solo una cosa, l'invenzione di Zuck non ha fatto altro che combinare ed amplificare 2 particolari pulsioni dell'animo umano:
    - quella di parlare di se (ah quanti corsi di marketing sui bisogni dei nostri interlocutori di “parlare di se”);
    - quella di non farsi i fatti propri. (il termine “fatti” non rende l'idea, ma ho troppo rispetto della tua casa per far volare altri termini).
    Ricordo che una volta postai la foto di un quadro di Klee, specificando titolo e autore (giusto per vedere l'effetto che faceva, alla Jannacci), beh non ti dico alcuni commenti ….
    Ciao - Roberto

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