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lunedì 10 dicembre 2012

Semaforo verde

Ho fatto il Redditest, il primo giorno che è uscito on-line sul sito dell’Agenzia delle Entrate (ero curiosa da morire dopo tutto il gran parlare che c’era stato). Mi ha sparato fuori subito una luce verde da paura, del resto il mio Modello Unico suscita spesso notevole simpatia, anche quando lo porto in Banca per rinnovare i fidi.
Poi come sempre ci ho pensato su, e mi sono venute in mente alcune cosette.
Sono d’accordo sul fatto che l’evasione fiscale in Italia sia una piaga devastante, che vada combattuta e sradicata, anche perché le tasse che non pagano gli evasori le paghiamo tutti noi altri fessi, cornuti e mazziati. Ma ho dubbi sullo strumento, dipinto come un innovativo modo per stanare i furbi, ma che tutto sommato non mi convince.
E’ evidente che se c’è gente che dichiara cinquemila Euro l’anno di reddito, e poi si intesta tre Porsche, due barche, o cinque case, va controllata, verificata e, se del caso, punita. Ma a mio modesto parere – l’ho già detto in altri post – non solo perché sono evasori: perché sono evasori IDIOTI. E se c’è una cosa che io, con il passar degli anni, sopporto sempre meno, è la stupidità umana. Quel credersi sempre più furbetti di tutti, quel pensare di poterla fare sempre franca, o anche più semplicemente la stupidità terra-terra di non considerare che viviamo in una società fatta di regole che vanno rispettate altrimenti salta il palco: tutte cose che mi fanno travasare bile, e desiderare di chiudermi in un eremo per il resto dei miei giorni.
In generale potrei anche, al limite, tollerare sarcasticamente i maghi della frode, quelli che davvero sanno pensarle e costruirle in modo da non essere mai beccati: mi danno fastidio anche loro, perché creano un danno che ricade sulla collettività, ma almeno ne ammiri l’inventiva o la sagacia. Ma gli idioti proprio no, e io ne vedo, nel mio lavoro (come pretendi che io mi beva che tu sei stato tamponato, se la tua macchina ha palesemente il segno di un paletto che la segna in due per lungo? Ma pensi che sia scema?).  
Tuttavia, nella mia ingenuità, io credevo che controllare, verificare e, se del caso, punire questa gente qui – gli evasori idioti - fosse abbastanza semplice anche prima, ad esempio tramite il PRA (per le auto), o l’Agenzia del Territorio (per le case): siamo uno tra i Paesi più burocratizzati al mondo, servirà a qualcosa avere trecentomilioni di registri e schedari, o no?
Invece il Redditest parte da un concetto diverso, e secondo me andrà a colpire proprio la povera gente, con il risultato che ingolferà, ancora di più, gli uffici addetti ai controlli, ed esaspererà, ancora di più, gli animi dei contribuenti già al limite della sopportazione.
Parto da me: ho un reddito lordo che non fa propriamente schifo. Sotto sotto non nego che a volte mi piacerebbe barare e non pagare le tasse su tutto, ma (oltre al fatto che so che è sbagliato, e quindi non lo farei a prescindere) io non posso, perché i miei guadagni sono costi per la Compagnia che mi paga, e mi vengono certificati ogni anno fino all’ultima virgola. Del resto è normale, altrimenti ci pagherebbe sopra le tasse lei. E sono tutti puliti e bianchissimi, perché vengono scorporati dal premio che ogni assicurato paga: un assicuratore non può e non potrà mai avere entrate “a nero”. E io di questi soldi pulitissimi che arrivano alla me “Persona giuridica” che ci faccio: beh, in primis ovviamente ci pago tutti i costi aziendali. Affitti, utenze, commercialista, stipendi, contributi, i pieni di gasolio milionari della Delta, nell’immaginario collettivo. In realtà anche tantissime altre cose, perché io faccio emettere fattura per qualunque centesimo io spenda: devo pagare le tasse, assolutamente, ma voglio pagarne legalmente MENO possibile, quindi come la mia Compagnia fa con me, anch’io pretendo di veder certificare ogni spillo di Euro che esce dalla mia cassa. Anche i trentanove Euro della casetta del Presepe che ho messo sul bancone alle Ragazze. Anche i sei Euro del parcheggio (tra i mugugni sbuffanti – ogni volta – degli addetti nelle varie città, che mi odiano). Anche la beneficenza! La beneficenza si deduce dal reddito d’impresa, ed è una bella cosa perché puoi evitare di pagare un po’ di tasse mentre fai anche del bene: una figata. Io credo sia moralmente obbligatorio destinare una parte dei propri guadagni a chi si trova nel bisogno, ma non perché me l’hanno insegnato i miei o perché l’ho sentito a catechismo: trovo assolutamente amorale spendere soldi per il SUPERFLUO se non si pensa a chi sta peggio. Se non hai neanche i soldi per mangiare capisco, ma se hai un capitale appeso alle pareti, o in garage, o nell’armadio, o nella cassetta di sicurezza in Banca, non venire a dirmi che sono tempi magri (e io qualcosa alle pareti, poco o tanto, ce l’ho).
Quando ho aperto la mia attività ho deciso che ad ogni Natale avrei destinato un Euro in beneficenza per ogni mio Cliente in portafoglio, e abbiamo anche fatto una sorta di intervista a campione per capire a quali Enti i Clienti avrebbero gradito fossero destinati questi soldi; per la cronaca, e per fare un po’ di pubblicità “buona”, sono stati scelti Amnesty International, Medici Senza Frontiere ed il CESVI di Bergamo, tutte organizzazioni con bilanci a posto e tanta chiarezza nel far capire dove vanno a finire i nostri soldi (perché la beneficenza va bene, ma non da cretini).
Poi, anche se il portafoglio Clienti sta calando da un po’, bene o male versiamo sempre le stesse cifre, così ogni Natale è come se fossero ancora con me tanti visi che ci hanno lasciato, magari perché tramite una Compagnia on-line spendono un Euro in meno. Quell’Euro. Mi piace pensare che, per ogni mio Cliente che è davvero in difficoltà e mi lascia, qualcuno in simili difficoltà riceverà qualcosa. Cose che fanno stare bene, e non ci paghi neanche le tasse sopra, quindi fanno bene due volte.
Tanti miei colleghi non sono così attenti e precisini, e spesso mi prendono anche in giro; ma io ribadisco: per ogni cento Euro che tu spendi senza ricevere fattura, sappi che l’anno prossimo ne lascerai giù più o meno sessanta in tasse. Se non ti crea problemi, fatti tuoi. Io la fattura la pretendo. Soprattutto di questi tempi, in cui il lavoro langue e la concorrenza è fratricida: bisogna sapersi fare bene i conti. E’ inutile impazzire per mille Euro di produzione in più o in meno, se non si ha un occhio vigile su come funzionano le uscite. Io sono una che legge anche le note in calce dei regolamenti (insomma, lo facevano anche Schumacher e la Ferrari, ci hanno vinto pure sopra, studiando le pieghe dei  regolamenti!), e può capitare che mi accorga di aver messo da parte i soldi per pagare le tasse, ma che mi servano per qualcos’altro, qualcosa della tipica serie “ora o mai più”. Non ha senso pagarle lo stesso alle giuste scadenze usando il fido bancario che mi costa l’8,2%: esiste una cosa carinissima che si chiama “ravvedimento operoso” (praticamente dopo qualche mese ti “accorgi” di non averle versate, e rimedi) che ti permette di pagare le tasse con un poco di ritardo pagandoci sopra una mora del 3,75% (6,25% con gli interessi legali). Aspetto un mese che sia buono per le entrate, e le pago quel mese lì: ho comprato quello che mi andava di comprare, non sono sotto in Banca (quindi meno spese), e pago le tasse come è comunque permesso fare: con calma.   
Fatte queste operazioni, rimane una cifra ics di soldini che io posso considerare spendibili dalla me “Persona fisica”, e quindi ci pago il mutuo, la spesa, le vacanze quando capita, i vestiti, tutte le mie cose insomma (tante cose, perché io adoro fare girare l’economia!), e le mie famose buone tasse: Inps, Irpef, IMU, un sacco di sigle assurde che vogliono solo dire “paga”.
Di tutto quello che spendo potrà rimanere traccia oppure no, dipende (con i privati per certo no, con gli altri a seconda di come butta). Ma pare che all’Agenzia delle Entrate non gliene freghi più di tanto: se a monte c’è abbastanza da spendere, nessuno dice niente, c’è luce verde. E invece non andrebbe bene, perché io posso fare un sacco di loschi acquisti nel nero più totale, in questo modo, senza che nessuno lo scopra o lo sappia! Come la mettiamo? Posso sempre dire che i miei soldi li presto o li regalo, ma siamo sicuri che lo spirito del controllo sia questo?
Prendiamo invece il caso di una famiglia standard, di quelle che adesso sono davvero tante: quattro persone, due redditi da lavoro dipendente per un totale di più o meno duemila Euro netti, quando va bene. Mutuo da pagare, figli da far studiare. Spese infinite di casa. Spese FISSE, inevitabili, anche se la fabbrica ti riduce l’orario, o ti mette in cassa integrazione. Non esci più, non fai ferie, ma ancora non ti bastano. Allora, di norma, ti fai dare una mano, magari dai tuoi genitori, se sei fortunato e li hai ancora (se sei doppiamente fortunato sono pensionati entrambi, loro, che hanno avuto la certezza di arrivarci). Oppure razioni il cibo. Ma questo all’Agenzia delle Entrate non interessa: con il Redditest si vede che tu spendi più di quanto guadagni, e non importa se il mutuo te lo paga la mamma, o se scegli di non mangiare quando ti devi comprare le medicine. Hai la luce rossa, e devi andare a giustificarti, ad umiliarti, a raccontare la tua disperazione, sentendoti magari anche fuorilegge perché in effetti due soldi in nero li prendi, facendo piccoli lavori di sartoria o di giardinaggio per il quartiere o la parrocchia, ma sono gli unici che ti permettono di tirare avanti.
E, se io sto più o meno in mezzo, all’altro capo del filo rispetto a questi poveracci c’è l’altro caso-limite: quello che, invece, a nero fa tutto. Nel senso che riceve soldi a nero ma a nero li spende, e vi assicuro che si può. Costruttori, ad esempio (non che io abbia qualcosa in particolare contro questi signori, ma mi agito quando li sento piangere miseria), che centomila Euro li mettono nel rogito ed altri centomila in un sacchetto del pane. Ma mica ci si comprano la Mercedes, perché non sono idioti (la Mercedes se la comprano con quelli del rogito, e quindi possono ed è tutto normale). Sempre a nero li fanno girare, pagando a nero operai che risultano lavorare otto ore al giorno invece delle dodici che fanno. Oppure con regali giusti dove sta bene. O ancora in sontuosi conti bancari fuori Italia. E questi soldi qua il Redditest mica li sgama: non sono mai entrati, non sono mai usciti.
Mi spiegate, allora, a cosa serve esattamente?

3 commenti:

  1. Ciao Paola
    condivido i tuoi dubbi, in parte. Secondo me l'idea di fondo è giusta, il problema è capire, per come è strutturato, il suo vero raggio d'azione. Tu dici che chi riceve denaro in nero paga tutto in nero. Secondo me è vero in parte, non so se sia fattibile effettivamente avere due canali paralleli, uno bianco e uno nero per entrate e uscite. Secondo me qualcosa avente fonte nero entra nel canale bianco. E se il redditest è stato settato bene come strumento che riesce a far parlare tra di loro tutta la miriade di elenchi, database, software,...sicuramente frutti ne porterà a casa. Il problema è che non so come sia stato strutturato questo redditest, che è il cuore del problema. però in linea teorico- astratta l'idea è buona.
    il problema è questo circolo vizioso di tasse alte- mentalità furbetta- inefficacia dei controlli finora in essere di intercettare significativamente il fenomeno del nero. e aggiungo: con politici che dicevano che sopra il 33% evadere è giustificato...
    abbassare le tasse prima per sperare in una riduzione dell'evasione in Italia non funziona. anche perchè con i conti pubblici che abbiamo non possiamo permetterci una riduzione del gettito a breve termine.
    secondo me la strategia di Monti era giusta: combattere l'evasione, sistemazione dei conti pubblici e tra 2/3 anni se lo scenario è favorevole procedere a ridurre le tasse. impopolare, ma era l'unica strada sostenibile. purtroppo mr b ha avuto lasciare anche stavolta un segno negativo. cavolo, era troppo bello non essere più denigrati in europa, avere un premier che gonfiava il petto di fronte a merkel, niente, tutto finito. torniamo alle risatine beffarde.
    ciao ciao
    Michele

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    1. Ciao Michele, pubblico come sempre volentieri le tue sempre acute osservazioni (anche se, purtroppo, ti confermo che tenere due bilanci separati - uno tutto bianco e uno tutto nero - è assolutamente possibile, e anche facile, aggiungerei, per certe categorie...).
      Oggi però ti dico solo GRAZIE !!! Per Una Cosa Che Sai... Questa volta mi hai sorpreso, davvero, e commosso. Sei speciale.

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  2. Riguardo alla Cosa Che So, sono sbalordito! Neanche le Poste Svizzere sarebbero state così celeri...
    Per i bilanci paralleli ammetto la mia ingenuità- con orgoglio: da lavoratore dipendente l'unica cosa bianco nera che ho è la sciarpa della Juve... ;-))))
    ciao ciao
    Miche

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