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giovedì 21 febbraio 2013

Mille (circoli viziosi)

Io, si sa, all'Università ho frequentato la facoltà di Lettere e Filosofia, corso di laurea in Lettere, indirizzo Letteratura Italiana (aggiungiamoci pure anche il Dipartimento: Italianistica e Filologia Romanza, che peraltro ha sede in uno dei palazzi storici più belli di Venezia). Odiavo l'economia, la finanza e i calcoli; anche adesso, a dirla tutta, nonostante un mestiere che bene o male con la finanza e i calcoli c'entra, questi ultimi non mi appassionano quanto i libri, l'arte, la poesia.
Nella mia assoluta ignoranza e semplicità, ma solo dall'osservazione di vent'anni di "popolazione media" che entra ed esce dal mio ufficio, raccontandomi chi più chi meno la propria vita, le proprie vittorie e le proprie sconfitte, le aspirazioni, i sogni, i dolori, posso dire di aver compreso un concetto basico, che dirò con parole altrettanto basiche non essendo il mio campo: la ricchezza di un Paese cresce in maniera direttamente proporzionale a quanto velocemente il denaro passa di mano in mano.
Se io assicuratore tiro la cinghia (perchè ormai tra tasse varie, balzelli di ogni tipo, contributi assurdi e chi più ne ha più ne metta, mi stanno chiedendo anche il sangue) e non vado più a mangiare la pizza, il proprietario della pizzeria come prima cosa licenzierà il pizzaiolo e un paio di camerieri, e come seconda cosa rimanderà il rifacimento del bagno (lavoretto al quale sua moglie teneva tanto, e per il quale lo stresserà a morte rendendolo assai nervoso, con alta probabilità di licenziamento anche della cassiera). L'idraulico ed il piastrellista, che dovevano rifare il bagno al proprietario della pizzeria, forse a questo punto non andranno in ferie. I due albergatori allora (due, perchè mica vanno in ferie insieme, l'idraulico e il piastrellista, eh!) rimanderanno entrambi l'acquisto dell'auto nuova per il figlio. Il titolare della concessionaria d'auto, oltre a mettere in strada un paio di meccanici e tre segretarie, fatti i suoi conti valuterà che è meglio chiudere baracca e burattini per evitare di arrivare al punto-di-non-ritorno oltre il quale cominci a dover ipotecare anche la casa di famiglia, e lavori solo per coprire gli interessi passivi del fido in Banca. Verrà da me assicuratore e me lo comunicherà tristemente, e io - comprendendolo bene, per quanto mi scocci - stornerò tutte le sue Polizze, decrementando i miei già magri incassi. E la ruota riprende. Si ripete con chi taglia i capelli in casa ai figli, con buona pace di barbieri e parrucchieri. O chi si fa l'orto in terrazzino, alla faccia di chi ha la bottega di frutta e verdura. E tutto per cosa? Per poi invitare tutti a comprare BOT o altri titoli di Stato, gocce minuscole con le quali lo Stato non solo non ripianerà mai l'enorme buco che fagocita miliardi e miliardi (perchè è lui stesso il buco, con i suoi consulenti, i suoi corrotti ed i suoi corruttori), ma tanto meno darà aria alle piccole imprese che stanno morendo asfissiate: il concessionario, l'idraulico, l'albergatore. E conseguentemente a tutti i privati che ci lavorano dentro e fuori.
Forse semplifico troppo, o forse addirittura sbaglio del tutto, del resto a me piace leggere Montale, mica occuparmi di economia.
Ma sono discorsi che, ad esempio, mi girano e mi rigirano in testa ogni volta che qualcuno mi entra in ufficio e vuole pagare una Polizza da Euro 1.023,00 con foglietti colorati di vario taglio denominati "Euro", valuta in corso legale peraltro, e io sono costretta a dirgli no-bricconcello-non-si-può: vai in Banca a farmi un assegno circolare, oppure apriti un Conto Corrente che ti costerà l'iraddiddio, perchè non li posso accettare, i tuoi foglietti colorati. E sono discorsi che, sempre in testa, mi girano vorticosamente quando sento che qualcuno vorrebbe abbassarlo ulteriormente, questo limite di utilizzo dei foglietti.
Adesso dico cosa penso, e poi qualcuno verrà a bussare alla mia porta; a chi mi vuol bene ricordo che le arance (come la frutta in generale) non mi piacciono, pensate a qualcos'altro quando verrete a trovarmi.
L'evasione fiscale è sbagliata. Le tasse vanno pagate. Chi dichiara dodicimila Euro l'anno e poi va in giro in Panamera è un idiota. Ma la microeconomia (per lo meno in Italia, fuori non so, anche se mi sa che tutto il mondo è paese) si regge sul "nero". Finiamola di fare gli ipocriti! Un vestito dalla sarta. Un taglio di capelli. Una bella mangiata in agriturismo ogni tanto. Ogni tanto anche un quadro, piccolo magari (qui parlo per me). L’amico giardiniere. La signora che ti dà una mano a stirare. Per piacere. Non si risana un Paese calandolo in una fossa di cemento, ingessandolo, bloccandolo in una morsa. Fate tutti i controlli sui numeri "grossi", che sono quelli che portano alle casse dello Stato tanta bella liquidità, e giustificano le spese dei controlli stessi, tra l'altro. Verificate castelli, panfili, scuderie. Ma questo limite dei mille Euro è una stronzata che ci sta portando tutti verso un finale già scritto. E sapete perchè, a mio inutile parere? Perchè parliamo del SUPERFLUO, ma di quel piccolo superfluo che ci fa vivere. Mi sta bene un bel limite, un bel controllo invasivo, su movimenti di altra caratura (penso alle vecchie soglie della normativa antiriciclaggio, la schedatura dei movimenti superiori ai quindicimila Euro): vuoi la Ferrari? Vuoi la barca? Vuoi tenere a nero quattro operai? Continuando a dire che non hai un centesimo? Meglio che tu stia attento, e se vuoi rischiare sai cosa rischi (io sotto sotto spero anche che ti becchino, visto che sto tra quelli che pagano caterve di tasse). Ma sulle stronzate, pardon, sulle piccolezze, sulle quisquilie, sulle minuzie, non va bene, perchè alla minuzia la gente, per paura o per pigrizia, rinuncia senza problemi, non rischia. Prima ci rinuncia e poi ci si ABITUA. Si abitua a NON spendere. Il denaro spiccio non circola.
Si può vivere senza un nuovo paio di scarpe? Certo che sì. Si può vivere senza andare al ristorante? Certo che sì. Si può vivere senza un acquerello di Marcello Scuffi appeso in casa? Certo che sì (io no, personalmente, ma sono un caso patologico). E tutto si ferma. L'Italia si paralizza. Le famiglie si impoveriscono. Compriamo tutti tanti BOT, e adesso venite pure ad arrestarmi.

2 commenti:

  1. Un'analisi impeccabile,Mariquita,e non vuole essere assolutamente una "captatio benevolentiae"!!Faccio l'agente di commercio in provincia di Varese,un tempo regno incontrastato di lavorazioni meccaniche di precisione e non!Oggi a parte aziende con un marchio e che esportano abbiamo perso quasi il 30% della base produttiva,così come Como ha perso il 60/70% del tessile!Naturalmente i miei mandati sono nel settore meccanico :-(,visto che lavoro grazie ad un diploma di perito meccanico e non ad una laurea in Scienze Politiche ad indirizzo Storico/Politico presa per passione!!Sempre per passione mi sono studiato "alla buona" il latino che ho potuto sul mitico "Urbis et Orbis Lingua" di Tantucci ; -)!!Ho avuto tempo di leggerti un po' perché sto organizzando il lavoro(quello che c'è!)di Settembre con raffiche di telefonate ed ogni tanto mi distraggo leggendo il tuo blog!!Ribadisco che scrivi veramente molto molto bene,poi per un po' non lo scriverò più per non sembrare un vero "lecchino"!!XD
    Buon week end!
    Francesco

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    1. Un gongoloso ri-grazie!
      Ho affrontato in piccolissime dosi argomenti di economia e politica del mio "quotidiano" perchè sono sempre tasti spinosissimi (soprattutto il secondo), e poi devo ammettere che la mia conoscenza in merito è puramente empirica... Ma non smetto mai di dire ciò che penso (e se c'è garbo e un filino di ironia direi che posso permettermelo)... :-)
      A questo punto ti segnalo con una punta di curiosità "Semaforo verde" del Dicembre 2012 e "Diciotto" del Marzo 2012. Per quando vorrai distrarti ancora un po'...

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