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domenica 8 luglio 2012

Ho sposato Paperino - Prologo

Io non ho mai creduto veramente alla sfortuna, sia perchè sono sempre stata tendenzialmente fortunella e convinta che quella fosse la norma per tutti, sia perchè - come ho già sottolineato più volte ma soprattutto nel post su Marrakech - sono stata educata cattolica. Vivo fin da bambina la fede cattolica come un dono, una fortuna, una cosa invidiabile, piuttosto che un insieme di pesanti norme da seguire: un cattolico vive bene perchè per prima cosa sa che non morirà mai - per lo meno definitivamente, ci sarà solo ad un certo punto una trasformazione, ma si spera in meglio; in secondo luogo sa che c'è sempre Qualcuno pronto ad aiutarlo nel bisogno, aspetto da non sottovalutare.
Sento questa cosa come l’aspetto gioioso, direi addirittura giocoso, della vita: quando le cose vanno bene ringrazio e me le godo, quando vanno male ringrazio lo stesso, perchè in ogni prova c'è un insegnamento utile - e prego che passi, o che per lo meno mi sia data la forza per affrontarla e superarla. Ammetto che scritto così su tre righe può sembrare semplicistico, ma in fondo così è, una cosa da bambini: mi piace sentire dalla mia parte i buoni, mi fa sentire protetta. Tra l'altro, non è che io scomodi continuamente il pezzo grosso del gruppo, il boss in persona, Dio Padre Onnipotente; e in verità ho anche un certo timore reverenziale di Gesù, perchè non sono proprio una santa e mi sento abbastanza inadeguata per rivolgermi a Lui direttamente (però Lui lo sa che gli voglio bene).
Fin da piccola il mio forte sono sempre stati Maria e gli Angeli; sento particolarmente vicina la mia mamma del cielo, sarà per il fatto che ho avuto ed ho tuttora anche qui in terra una figura materna importante, presente e molto forte. Mia mamma ha sempre avuto una fede incrollabile, e me l'ha trasmessa come mi ha trasmesso il gruppo sanguigno, il pollice a cuore, una miopia devastante e denti sanissimi (mai avuto una carie in vita mia). Anche nelle cose stupide, tipo fare il bucato quando pioveva che Dio la mandava (Dio, appunto). Lei metteva su la lavatrice, perchè con cinque persone in casa ne hai da fare praticamente tutti i giorni, e quando il bucato finiva puntualmente la pioggia smetteva, giusto il tempo di stendere fuori, far asciugare tutto, e tirare dentro la roba asciutta. Poi ricominciava il diluvio. Sono cresciuta con queste cose davanti agli occhi, con mia mamma che ci parlava di Maria come di una di noi, solo estremamente meravigliosa e per questo prescelta, non l'ho mai sentita come un'entità vaga e lontana da incontrare, forse, un giorno. Mai avuto "forse" in proposito.
E poi, ho sempre visto come un gran regalo per l’umanità l'esistenza degli Angeli Custodi, il fatto che ognuno di noi ne abbia uno, uno specifico a testa, per essere aiutati, confortati, spronati, protetti e così via. Uno a testa, mica uno per venticinque come gli animatori, che poi finisce sempre con quello che ha il carattere più forte che li monopolizza, mentre lo sfigato resta indietro e nessuno lo bada. Io il mio lo faccio correre: è solo per me, da quando sono nata, e non deve fare altro che stare vicino a me sola finchè morirò, e solo allora verrà passato a qualcun altro. Gli ho chiesto e gli chiedo ancora di proteggermi e guidarmi nelle prove importanti della vita, ma spesso lo mando avanti per delle cose semplici, del resto sono umana: per favore ho bisogno di un parcheggio, ad esempio. Immagino già che la mia mamma mi bacchetterà per queste parole, mi dice sempre che rischio di far sembrare il cielo una macchinetta dei desideri, ma so bene che non è così. Intanto con le cose venali (soldi & simili) non vale, non puoi chiedere il grattino giusto; puoi però pregare per la salute tua e dei i tuoi cari, e anche per un po’ di serena felicità, giusto per farsi un'idea e pregustare quella futura (la frase sulla Valle di Lacrime non mi è mai andata giù tanto bene).
Comunque chiedere non basta, bisogna ammettere i propri limiti, essere consci di avere bisogno, e metterci il massimo impegno. L'aiuto in tal caso arriva puntuale, come mi capitava ad esempio all'Università: io studiavo come una matta, ma c'è sempre qualcosa che sai meglio, allora per favore fa' che mi chieda quella cosa là. Succedeva quasi sempre, ed in un paio casi è capitato che Professori notoriamente bastardi mi chiedessero "mi parli di quello che vuole". Anche la volta che mi sono scontrata con l'uomo più odiato di tutta Ca' Foscari, ora morto non foss'altro per le maledizioni che si tirava dietro, vale a dire il Conte Scola, aspetto da bonaccione alla Babbo Natale (pancia grossa e  lunga barba bianca) ma anima perfida, con la cattedra di Geografia, una materia obbligatoria nel piano di studi di Lettere per via dell’insegnamento, una materia che mi piaceva anche (soprattutto le parti di geografia umana e astronomia) ma amarla non serviva a niente. Lui odiava chi proveniva dal Liceo Scientifico, non c'era verso, potevi sapere anche le virgole ma non passavi; durante il suo anno sabbatico hanno dato geografia in trecento persone, parcheggiate lì da tempo – sfinite e con la barba lunga anche loro -  in attesa di laurearsi. L'ho dovuto dare due volte, la prima mi ha mandato via (e sapevo tutto), la seconda mi ha detto testualmente "o accetta un diciotto o il mio esame non lo passerà mai" (e sapevo tutto ancora meglio), giusto per sporcarmi il libretto che era tutto rigorosamente di trenta o trenta e lode. Ci ho sofferto come una bestia, a vederlo lì quello stramaledetto numero, eppure il mio Angelo mi ha fatto vedere subito come da cosa brutta possa nascere cosa bella: poichè i suoi Colleghi Professori conoscevano la sua pazzia, i tre-quattro esami successivi li ho passati con trenta senza dire o fare assolutamente niente; leggevano il mio libretto, ridevano e mi davano trenta. Anche quello di Storia Contemporanea noto bizzoso, e mi è dispiaciuto tanto perchè dovevamo parlare di quel libro eccezionale che è "La nazionalizzazione delle masse" di George Mosse, non mi ha neanche fatto finire la prima frase. Trenta e via, vada fuori ennesima vittima del Conte. E il mio Angelo Custode piegato in due dalle risate.
Ovviamente il mio Angelo non si è fermato all'Università, ha continuato e continua ad aiutarmi anche adesso, e visto che so quanto bravo è spesso lo mando in giro, se qualche persona a cui voglio bene ha bisogno di un aiutino extra, mi basta che poi me lo rimandino. Ogni mattina lo prego di incontrarsi con gli Angeli Custodi di tutte le persone che vedrò nella giornata, una sorta di meeting anticipatorio, affinchè quando ci incroceremo noi umani fili tutto per il meglio. Per me questa è la norma, se volete chiamarla fortuna fate pure, io continuo a sgobbare ed a mettercela tutta, e a credere agli Angeli, se non vi dispiace.
E ora giriamo pagina, e veniamo al mio Paperino.

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