.

.

lunedì 16 luglio 2012

Profumi d'estate

Siamo in pieno Luglio, ma io non vado in spiaggia, nonostante l'afa ed il caldo. E credetemi, qua dalle mie parti fa un caldo insopportabile, non è assolutamente vero tutto quello che si vede in televisione, nei canali delle previsioni del tempo, dove Venezia sembra un'isola felice che lussureggia tra i 26 ed i 28 gradi; il fatto è che i rilevatori meteo sono stati piazzati sulla Punta della Dogana, probabilmente l'unico punto fresco e ventilato di tutta la Provincia. Siediti pure lì a respirare, mentre nelle calli (ed in tutto l'entroterra) boccheggiamo come pesci.
In spiaggia non ci vado perchè detesto la spiaggia in estate (soprattutto quando potrei permettermela solo Sabato o Domenica): code inenarrabili, lotte fratricide per trovare parcheggio, e quando va bene ed arrivi alla riva solo corpi accatastati su sabbia rovente, palloni che ti cadono addosso, bambini che urlano, sabbia che entra dappertutto. Ed il nostro povero mare che sembra più che altro un brodo caldo (un bel brodo di verdura, viste le alghe). Ma a dire il vero non associo questo orrendo quadretto estivo solo alle spiagge dell’alto Adriatico; ho il ricordo di una delle primissime vacanze con mio marito con visita alle Cinque Terre, in Agosto perché sempre quello è il periodo in cui posso staccare dall’ufficio per più di due giorni consecutivi. Anche lì cumuli di carne esposta come merce (non sempre gradevole) sugli asciugamani, perfino sui moli di cemento dove dovevano attraccare i traghetti, con il marinaio di turno che si sbracciava – dalla prua in avvicinamento – urlando che si togliessero da lì perché già stavano per calare le passerelle. Gente furba, magari farsi venire un dubbio su come mai c’era quel buco libero in una striscia di terra (terra?) con la più alta concentrazione di corpi nel raggio di 200 chilometri, se si esclude il Principato di Monaco in cui ci sono virtualmente 18.200 abitanti per chilometro quadrato (fonte Wikipedia), ma non tutti per la bellezza del Mar Ligure. Se chiudo gli occhi ancora lo rivedo il marinaio, alto, imponente sulla prua, minaccioso sui corpi nudi ed inermi che si allontanano, che se gli aggiungi una frusta ed un bel paio di cornetti ti sembra una scena dantesca.
Come ho già scritto mesi fa in "Foto ai Presepi", il mare me lo vado a gustare davvero in inverno, che tra l'altro mi fa tanto Scuffi. Una delle fotografie che conservo più gelosamente è uno scatto in bianco e nero del  Gennaio 1991: quattro amiche infagottate in giacche a vento, meno di novant'anni in quattro, sorrisi aperti alla vita che all'epoca era ancora da scoprire, e dietro la distesa tutta cielomare. Adoravo il mio piumino bianco con i bottoni neri.
Perchè questa premessa; perchè avendo io la pelle effetto madreperla - probabilmente nell'Ottocento avrei fatto sfracelli di cuori infranti, aggiungendoci anche la mia vena poetica sensibile, ma niente da fare, sono stata giovane in anni in cui per far colpo bisognava essere magrissime, abbronzate e un po' vacche - è necessario che prenda un po' di colore in estate per scongiurare che i miei Clienti pensino che io sia malaticcia ed evitino di entrare in ufficio. Allora ogni settimana vado in un Centro Sole vicino casa e mi caccio per dieci minuti dentro ad una Lampada, nome evocativo per definire un bussolotto metallico che sembra una bara e mi incute ogni volta un certo timore; ne ho visto anche uno aperto in manutenzione - di recente - e con tutti quei grovigli di cavi, piastre, circuiti elettrici sembrava un alieno affamato. Comunque praticità vuole che per pochi euro mi eviti tutti i fastidi del mare estivo, con lo stesso risultato. Ma vengo al punto: non sempre arrivo e l'alieno è disponibile e vorace, a volte devo attendere un po', e allora sfoglio i giornali a disposizione del pubblico. Sono prevalentemente giornali di gossip, del resto non posso pretendere la scelta che mettiamo noi a disposizione dei Clienti nei nostri due uffici; i miei assicurati possono contare su attualità (Panorama e L'Espresso), arredamento (Casaviva), viaggi (Dove e Touring), sport (Tennis Italiano e svariate riviste di Motocross), automobili (Quattroruote ed affini), riviste umanitarie di varie sigle, per non parlare di Arte, Effetto Arte, Arte In e simili, ma non tutte perchè di queste i numeri più belli me li tengo, e non li metto sempre a disposizione. Anche perchè ho alcuni Clienti che mi scambiano - a volte - per un'edicolante, e pensano che portarsi a casa le riviste per leggerle meglio sia più comodo.
Ma si sa, noi assicuratori siamo troppo musoni e seri, il Centro Sole invece si sposa bene col gossip, e visto che non è esattamente cosa che non mi fa dormire di notte il dubbio sulla paternità del bambino di Raffaella Fico, il più delle volte sfoglio i giornali per curiosare sulle pubblicità (che è un po' una mia deformazione, come ho già scritto su "Generazione di fenomeni"). E ne ho trovata una mai vista, che voglio condividere con voi, sull'ultimo ritrovato dell'industria olfattiva: è in commercio un profumo che si chiama VULVA ORIGINAL (sottotitolo "Vaginal Scent"). Vi giuro che è vero, esiste, ho controllato su Internet! Profumo destinato ad un pubblico maschile, aggiungo, perchè - come recita il trafiletto - "grazie ad un comodo dosatore roll-on, potete applicare piccole quantità di fluido sul dorso della vostra mano; dopo un breve tempo, l'odore irresistibile stimolerà la vostra immaginazione". Preciso che ho iniziato a ridere dalla poltroncina, ho continuato a ridere quando mi hanno chiamato per il mio turno, e probabilmente avranno pensato che ero impazzita, perchè da fuori si sarà pur sentito che continuavo a sghignazzare dentro alla bara!
Ho cercato di visualizzare il destinatario di questa cosa, lo squallore fatto persona, ma quanto poco ti devi rispettare ragazzo mio se sei costretto ad un cotal acquisto. Senza contare il fatto che, scusate se vado sul crudo, ho sempre immaginato che quando si nomina il cosiddetto "profumo di donna" ci si riferisse ad un insieme di cose dato più da sensazioni (occhi, sguardi, mani, pelle) o al limite da feromoni veri e propri (totalmente inodori), e non certo un odore ben definito che - astraendolo dal contesto in cui di solito si sente - potrebbe ricordare al limite una malga di montagna, di quelle in cui si caglia il formaggio! Andiamo avanti. A garanzia di qualità, la pubblicità precisa che trattasi di "un'essenza ricavata dagli umori delle parti intime delle donne più belle", e vorrei vedere! Chi spenderebbe soldi per farsi spalmare sulle braccia i fluidi corporali della vicina di casa sessantenne, magari grassona e notoriamente poco pulita? Per carità, dentro alla magica boccetta solo cerbiattone certificate alla Belen, puoi giurarci. E mi piacerebbe conoscere il procedimento di estrazione e distillazione di siffatta ambrosia...
Premetto che io di chimica non so niente, perchè era una delle pochissime materie che al Liceo non amavo particolarmente (l'ho avuta solo in quarta, con lo stesso Professore fastidioso che faceva Biologia al biennio, Scienze Naturali in terza e Geografia Astronomica in quinta, ed era quello dei dinosauri... vedi "Quando ho tempo non ho voglia"); probabilmente qualche chimico esperto potrebbe smentirmi e provarmi con appositi test che poche gocce del prodotto reclamizzato garantiscono un sicuro arrapamento. Ma a questo punto la storia diventa ancora più triste, perchè se il Vulva Original se lo compra un maschietto, o è solo come una bestia e lo usa come alternativa al giornaletto (ma vai a piuttosto farti una corsetta, così ti cala anche la pancia), o si prepara ad un incontro galante... stimolato olfattivamente da una donna che NON E' la sua! E se l'acquirente invece è donna - questo non c'era scritto sulla pagina pubblicitaria, ma lo dice il sito Internet ("usato anche dalle donne per rendersi ancora più attraenti, usando la fragranza vaginale perfetta") - avrà la certezza che il suo uomo è eccitato da un'altra. Bella roba. Sa tanto da barzelletta: tesoro, questa sera mi ricordi tanto la mia professoressa di inglese, chissà perchè, sarà l'aria delle Olimpiadi...
Rispetto alla pubblicità cartacea il sito è ricco di nuove e più particolareggiate informazioni, compresa la Sezione FAQ che tranquillizza gli utenti circa il fatto che il prodotto è privo di rischi per la salute "se viene maneggiato in modo adeguato" (della serie NON LO BERE, maialone!), oppure “come togliere la fragranza dal dorso della mano” (risposta: “lava le mani con acqua corrente ed una giusta quantità di sapone”; sul “giusta” io personalmente sono passata ai singhiozzi, non mi tenevo più), oppure tutta la trafila sulla spedizione della merce, che essendo sostanza aromatica è definita come "fragranza" e soggetta a controlli doganali come prodotto alimentare. Probabilmente viene anche lei mischiata ai pacchetti del caffè, onde evitare che i cani antidroga vadano fuori di testa e si attacchino alle gambe dei finanzieri.
Mentre ancora rido - perchè ci sono due cose che al mondo per me sono sacre ed irrinunciabili, e sono la coerenza ed il rispetto, e questa invenzione butta nel cesso il rispetto verso chiunque (verso il tuo corpo e verso il mio, verso le mie sensazioni e verso le tue) - mi sono tolta lo sfizio di controllare QUANTO COSTA "l'elegante fiala di vetro, presentata in un'esclusiva confezione". Che diamine, con i risultati che promette come minimo mi dovrò ipotecare un paio di bronzi di Rabarama, ma pur di far crollare ai miei piedi l'intero universo maschile potrei anche farci un pensierino (a questo punto non mi accontento più di Hugh Jackman, lasciamolo pure lì solo soletto a bussare!). Ebbene, la confezione base costa la bellezza di Euro 24,90, vale a dire quanto un’offerta da quattro detersivi per lavatrice Omino Bianco - del resto, del detersivo puoi scegliere se vuoi la fragranza Marsiglia o Aloe, mentre quelli del Vulva stanno "lavorando duramente per il lancio delle versioni Exotic ed Eighteen" (SIC!) - o se vogliamo restare in argomento olfattivo meno di due punte di Grana Padano. Per carità, si tratta di una confezione da 3 ml, quindi il prezzo al litro sale di parecchio, ma alla fin fine costa solo sei volte il Candy Prada da 30 ml che mi sono comprata il mese scorso, e se togliamo le spese di spedizione, di confezionamento, pubblicitarie, i costi per l’estrazione e la raffinazione del prodotto (che – precisano – non è ricavato sinteticamente in laboratorio ma trattasi di “fragranza vaginale reale”), credo che alla fornitrice che sta in cima alla filiera di produzione resti ben poco. Povera cerbiattona, ma lo fa per una buona causa, tra una farfallina e l'altra.
Dulcis in fundo, con 40 Euro in più di porti a casa la confezione doppia con dentro anche la maglietta, nera e con la scritta "Vulva" davanti e "Smell me" dietro, giusto per far sapere a tutti quelli dell'ufficio che non hai uno straccio di vita, ed il tuo principale passatempo consiste nell'annusare le bave di qualche casalinga annoiata. Tanto bella, però, garantito.

3 commenti:

  1. Ringrazio e abbraccio forte Francesco che ha commentato questo post il 01/09/2013, e gli confermo che i complimenti fanno sempre piacere, per cui sbrodoliamoci pure...
    Preferisco non pubblicarlo perchè racconta tutta una serie di cose sue personali, e per quanto mi piaccia pensare che io e i miei Lettori siamo una grande famiglia (tutti lavoratori, amanti del bello e gran bischeri, un giorno ci faremo insieme una cena da urlo), magari non è detto che tutti vogliano davvero mettere in piazza le proprie vite.
    Grazie ancora a Francesco, quindi, e un piccolo consiglio: per me, se commentate come "utente anonimo" (senza registrazione), è impossibile raggiungervi in maniera "personale", devo per forza pubblicare il commento. In caso di commenti particolarmente personali fatemi un cenno per capire se divulgarli oppure no.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Mariquita,grazie per la tua attenzione e sensibilità!!Onestamente sono molto aperto e non mi sembra di aver divulgato "informazioni sensibili"!! ;-) !!
      Comunque hai perfettamente ragione,per la mia dolce metà sarebbe stata una "divulgazione di segreto di stato"(a parte che non legge blog che non siano sport e finanza e poi in tedesco!!XXD)e hai fatto bene a non pubblicarlo!!A volte agisco e scrivo come se esistessi solo io,lo riconosco!!In settimana recupero la password dell'account di Google che ho già e userò quello!Ho una curiosità,chi è l'autore del quadro con le due bellissime caraffe legate?E' stupendo!
      Questo post puoi pubblicarlo tranquillamente!! ;-)
      Buona settimana e buon lavoro!
      Francesco

      Elimina
    2. Francesco ti adoro! Mi stai dando l'ennesima possibilità di parlare di ARMODIO, l'immenso, il sommo, l'inarrivabile. Definito da Sgarbi "il pittore senza errori" (ma mica è sua, ha scopiazzato la definizione che il Vasari diede di Andrea del Sarto). Tra i più grandi pittori viventi, sicuramente di gran lunga il migliore in Italia. Produce pochissimo, e può permettersi di farlo. Corteggiato da Musei, galleristi, critici. Un simpaticone, tra l'altro, che non se la tira per niente!
      Uno dei miei ultimi post è "Gratitudine": parti da lì, ci sono tre link a post precedenti che lo riguardano (alcuni, perchè di Scuffi e Armodio il mio blog è letteralmente permeato...). Però guarda che Armodio crea dipendenza e venerazione: dopo non dire che non ti avevo avvisato :-)

      Elimina