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domenica 8 luglio 2012

Ho sposato Paperino

Mio marito non ha ricevuto un'educazione cattolica, ovviamente ha faticato un po' ad entrare nell'ottica del mio rapporto con il cielo, Maria, gli Angeli e di tutto il resto anticipato nel precedente Prologo; con il tempo si è incuriosito, e si sente tanto vicino a Gesù, ma per me è solo solidarietà maschile.
Una cosa è certa: c'è tanto da lavorare. Io ancora oggi non posso credere che in una sola persona ci sia un concentrato di sfiga così alto, è indubbio che se io sono fortunella lui è l'esatto opposto. Il tono del post è volutamente leggero, per cui mi auguro di non offendere la sensibilità di coloro che hanno gravi malattie, o prematuri lutti importanti; parlo della quotidianità. Già nascere in una famiglia modesta, quarto di sei figli di un muratore e di una casalinga, non è il massimo. Bene che ti vada a tredici anni e dieci mesi sei in un cantiere edile, anche se sei bravino a scuola, segnato per la vita. Ti tocca trasportare in spalla bombole di acetilene che ti schiacceranno la spina dorsale, cosicchè resterai alto esattamente com'eri a tredici anni. E non è gran bello con le ragazzine, che notoriamente vogliono il ragazzo alto (provare per credere, magari bruttino o con due soli neuroni funzionanti, giusto per articolare i monosillabi, ma alto). Aggiungici l’essere miope, ed il fatto di partire un giorno per lavoro in trasferta all'estero con tutti i capelli in testa e ritornare dopo quattro mesi completamente calvo. Lo stress? Un esaurimento mal diagnosticato? E chi lo sa, una sera sono rimasti tutti nella doccia, come un bel tappetino-natura di Gilardi.
A lui il mitico Murphy fa gli onori di casa, la fetta con la marmellata che cade verso il basso o l'elettrodomestico che smette di funzionare il giorno successivo alla scadenza della garanzia sono solo bazzeccole, tutti esempi testati già alle elementari. Erano in nove amici maschi in compagnia da ragazzi, tutti partiti per il servizio militare verso la laguna o al massimo a Udine: lui giù a Bari. Lui, se una vespa gli entra nell'abitacolo di un'auto con dentro quattro persone, è quello che viene punto, allora la colpisce con una manata sul vetro, e il vetro va in frantumi perchè ne ha beccato l'unico punto debole (in una partita di mille). Lui compra una Toyota perchè è l'unica macchina che ogni studio segnala con motore a cinque stelle, indistruttibile e solido come una roccia, e dopo un anno deve essere sostituito completamente perchè è l'unico tra milioni difettoso e mangia olio come una Ferrari da corsa (fortunatamente sostituito in garanzia, ma solo perchè l'auto era intestata al PRA a me!). Lui parte un anonimo giorno feriale per andare a fare shopping in un famoso store di abbigliamento da motocross di Brescia (famoso in tutto il Nord Italia, sempre aperto anche di domenica e punto di riferimento per i crossisti), ed è l'unico giorno degli ultimi dieci anni in cui è chiuso per inventario senza preavviso. O per lutto.
Sul motocross avrei una sfilza di aneddoti, tante volte in cui programmava un giorno per andare a correre perchè ogni canale di previsioni TV dava sole, e puntualmente arrivava la pioggia - ma per far piovere, secco come una cinquina, basta che porti lui la macchina a lavare (potremmo far diventare il Sahara una distesa di verde, solo con la storia dei lavaggi della macchina!), oppure che tiri fuori i cuscini della terrazza. Abbiamo una terrazza bellissima, con la pompeiana di legno e il tendone che scorre sopra, le poltroncine in rattan, le piante... Non c'è verso di sedersi sui cuscini, se lui mette fuori i cuscini piove nel giro di un'ora. Li teniamo dentro una delle docce, tutta l'estate. Faccio sempre la doccia nel bagno piccolo, perchè quello grande mi serve da ripostiglio per cuscini.
Col motocross si è anche rotto più di un osso, ma questo è abbastanza normale. Ciò che non è normale è che se li sia rotti tutti puntualmente il giorno prima di partire per qualche weekend, come la volta del malleolo tibiale sinistro: avevo programmato un San Valentino romantico a Granada, già tutto prenotato, volo e hotel pagati, anche l'ingresso all’Alhambra! Lui torna dalla pista in macchina urlando dai dolori, perché il piede sinistro è quello della frizione e va usato spesso, e mi chiama dicendo "Credo di essermi fatto un po' male ad un piede...". Non so se mi inquietava di più il "credo" o il "po'". Un po' male vuol dire trentacinque giorni di gesso ed un chiodo ancora nel malleolo, con la radiografia da portarsi dietro ad ogni check-in per evitare storie negli aeroporti. A proposito di aeroporti, è normale che prima o poi in un viaggio a cui partecipano centoventi persone l'unica valigia persa sia la sua. Che poi è precisa identica alla mia (regalo di nozze), ma con le sue iniziali sopra. Inconfondibili per la sfiga.
Ricordatevi che se qualcuno trova dei soldi per terra (che fortuna!) è solo perchè qualcuno li ha persi, quei soldi. Se gli cadono le chiavi della macchina (grosse, con un bel portachiavi ingombrante), cadono esattamente in verticale nell'unica fessura della grata sottostante e finiscono in un punto imprecisato delle fogne, neanche se ci provi cento volte riesci a infilarle lì volontariamente. Taci che non è malato per il gioco… ci mancherebbe! Una volta al Casinò ha giocato con la roulette, non certo per pieno, cavallo o quadrato (troppo difficile), solo col rosso e nero, cinquanta e cinquanta: ha perso undici volte di fila, sfidando le leggi delle probabilità. E’ venuto via dal tavolo solo perché aveva finito le fiches, con la gente che lo pregava di restare perché bastava puntare l’altro colore rispetto a lui e lo centravi secco, un bel gruzzoletto senza rischiare.
Ma è nella normalità delle giornate anonime che il confronto è impietoso: prendiamo come esempio stupido la saponetta scivolosa. A me è successo la settimana scorsa: mi è sfuggita dalle mani (perché mi piace fare tanta schiuma ed il rischio c’è) ma per sotto, ha cozzato con il bordo del lavabo, l’ha seguito docilmente neanche ci fosse una corsia preferenziale, si è fatta tutto il mezzo giro e poi ha parcheggiato dolcemente a fianco al rubinetto. Alla faccia delle palline da golf che girano pianino attorno alla buca e poi – hop – ne stanno fuori. Anche a mio marito capita di far schizzare via il sapone, solo che a lui (sempre che cada per sotto e non per sopra) puntualmente cade fuori dal lavabo, urta il portaspazzolini in ceramica che cade a sua volta, si tuffa giù dal mobile e finisce dietro al water lasciandosi dietro una bella riga di bava schiumosa e biancastra sulle piastrelle.  
Volendo spostarsi un attimo dal tracciato della leggerezza, con queste premesse era scritto che prima o poi il Male Oscuro l’avrebbe cercato alla nostra porta, ed è cosa che devasta (sia chi lo prova, e mentre vive in realtà muore dentro, sia chi ci sta vicino e prova una sensazione di impotenza allucinante) se non altro la prima volta, perché poi comunque non lo saprai affrontare subito come si deve – ogni volta arriva in modo diverso, il bastardo! – ma quanto meno sei conscio che prima o poi se ne andrà; quelle volte sì, quanti straordinari ho fatto fare al mio Angelo. Tanto a me, col carattere che ho, il Male Oscuro mi fa un baffo.
Paperino ha lavorato per decine di Ditte, che puntualmente fallivano o sparivano misteriosamente, con un numero imprecisato di stipendi persi (poi si è messo per conto suo, ma sulla sua libera professione di idraulico ho già scritto un post). Fallimento o chiusura assicurata anche per tutti i circoli di tennis che ha frequentato, siamo arrivati già a tre, più un paio di cambi di gestione. "Mai successo prima", quante volte gli hanno ripetuto questa frase! Roba nuova che si rompe, o che non funziona mai come dovrebbe. Lui non porta sfiga, lui E’ la sfiga.
E il bello è che non si arrabbia mai: è letteralmente adorabile! Le prime volte io mi agitavo, perchè va bene una, va bene due, ma non può andarti sempre tutto storto, e poi io non ero abituata. Lui invece faceva spallucce - fatalismo fatto persona - e diceva "ma guarda che è normale, a te non capita mai?". No, a me no, accidenti! Con lui ho anche cozzato contro le Autorità, la volta in cui è rimasto coinvolto in un incidente come trasportato del suo stesso furgone, guidato dall’ex-Socio: una ragazzina aveva mancato in pieno uno stop e gli era entrata nella fiancata destra, ovviamente l’unica volta in cui non era lui a guidare (e stava anche parlando al telefono con me!). E’ l’assicurazione del furgone che deve risarcire le lesioni al trasportato, quei sessantaquattro giorni di infortunio; certo, posto che il trasportato ci sia! Perché – unica volta nella mia carriera – quel giorno il poliziotto o era stanco o svogliato o chissà cosa, ma ha verbalizzato solo la presenza del conducente. E rischiavamo anche una denuncia per truffa… La sua parola contro i verbali delle Autorità: o te la metti via o fai causa al poliziotto.
Ad un certo punto mi sono impuntata: fai lavorare quello sfaticato del tuo Angelo Custode, anche se non ti sembra possibile ne hai uno pure tu, tiralo giù dalla branda. L'evento che gli ha definitivamente aperto gli occhi è stato quando ho firmato la promessa d'acquisto della casa nuova, quella dove abitiamo adesso, senza avere ancora messo in vendita quella di prima; ho solo chiesto sei mesi di tempo al torvo e sospettoso costruttore. Crisi che già arrivava, appartamento difficile da vendere per la prelazione comunale e per il fatto che lo vendevo arredato, ed arredato bene, quindi non chiedevo proprio un niente per essere un appartamento piccolo piccolo. Mutuo per differenza da trovare, e già le banche avevano chiuso i rubinetti. Ma io sono andata avanti tranquilla, ed è arrivata puntualmente la persona che cercava proprio un appartamento fatto così, in quella zona lì, già arredato e da liberare subito, perchè aveva fretta. Fratello di un pittore, per giunta, che ancora ci manda gli inviti alle Mostre. Concesso il mutuo, coincidenze perfette con tutti quelli che dovevano fare i lavoretti di sistemazione nell'appartamento nuovo, compreso l'arrivo ed il montaggio di tutti i mobili. Solo gli armadi grandi hanno subito un po' di ritardo, ma in fondo stare con tutta la roba a vista appesa agli stender faceva tanto camerino di teatro e ci siamo anche divertiti, per un po'. Avevo chiesto sei mesi, e il mio Angelo ha fatto tutto in quattro. C'era di che riflettere, una bella iniezione anti-sfiga. Infatti Paperino ha cambiato idea ed ogni tanto lo sento che lo sgrida, il suo. Non è mai troppo tardi.

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