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martedì 10 gennaio 2012

Diventerà uno scudo

Non c'è niente che tenga; a qualunque età (20, 30, 40) quando arriva al capolinea qualcosa che riguarda la sfera affettiva finiamo tutti per immergerci in una canzone. Non una canzone qualsiasi, una canzone che diventa LA CANZONE, quella che si ascolta ossessivamente, quella che si ripete come un mantra ad ogni inspira/espira, quella che prima ti cuce le ferite e poi te le ricopre col cemento (cosicchè in QUEL modo non soffrirai più, assolutamente e sicuramente in altri modi, ma in QUELLO no). Quella Canzone che poi con ogni probabilità non potrai più ascoltare come minimo per una decina d'anni.
Io in questi giorni ho la fissa di "Se adesso te ne vai" di Massimo di Cataldo, che ho sempre trovato particolarmente ispirata anche quando pensavo non mi avrebbe mai riguardato, figuriamoci adesso. Ha quel verso "Trascina via con te le tue incertezze e la tua ipocrisia, ma il male che mi fai non puoi portarlo via: diventerà uno scudo con il quale mi difenderò da te", mamma mia! E' dentro di me, quando parlo con la gente, quando rispondo al telefono, quando firmo i contratti, quando sono a casa, quando guardo Orler TV, quando mangio e anche quando dormo, visto che è l'ultima cosa che sento prima di prender sonno e la prima quando devo alzarmi, anticipa anche la sveglia di un paio di minuti. Ipocrisia-male-scudo.
Non c'è stata valigia e neanche porta sbattuta, ma ipocrisia sì, e male anche. A dire il vero una porta c'era, quella della macchina, perchè è curioso (a mentre fredda, tra qualche mese, ci rifletterò su, magari ne esce un modello comportamentale) come molte persone quando devono affondare il coltello preferiscano farlo in auto. Sarà che in questo modo, dovendo guidare e quindi guardare la strada, si sentono giustificate per il fatto che non ti guardano in faccia, non ti guardano negli occhi mentre buttano fuori dal finestrino anni di amicizia, di emozioni, di vita (la tua). Del resto è stato un attimo, perchè non ho più vent'anni, mica sono scema. Quando ti dice: "Parliamo" e vuole prender su la macchina... siamo seduti in ristorante, stiamo parlando da un'ora, continuiamo a parlare qui, no? Fa anche meno freddo. Il fatto è che non vuole parlare, vuole PARLARE. In macchina. Ahi. Capito tutto.
Quando è finito il Grande Amore della mia vita (sono passati più di 15 anni) era stata la volta di "Let me live" dei Queen. Non ho mai fatto mistero del Grande Amore della mia vita, neanche a mio marito che ho conosciuto DOPO e quindi non ha motivi di essere geloso o simili, perchè non si può essere gelosi dei ricordi, soprattutto invecchiando, quando cominciano a diventare tanti. Il Grande Amore è stato uno solo - quello totale, paralizzante, pazzo, infinito - e ha fatto il suo dovere, cioè l'immenso prima e un male cane poi. Mio marito invece è Per Sempre. Comunque, in questi giorni a volte mi trovo a pensare a "Let me live" perchè vorrei ricordare come l'avevo oltrepassata, e possibilmente fare lo stesso prima possibile; se ha funzionato per il Grande Amore, figuriamoci adesso che amore non era (però era grande, accidenti). Più penso e scavo, più trovo il cemento. Ho netti ricordi razionali, ricordo che stavo male (una sensazione simile - credo - a quella dell'omino che di notte si ritrova acciambellato sulla pancia l'Effervescente Cinghiale Brioschi, solo che io ce l'avevo sui polmoni), ma non riesco a ritrovare le emozioni.
Allora ben venga lo scudo, presto per favore.




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