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lunedì 16 gennaio 2012

Marcello Scuffi

Ieri da Orler c'è stata una trasmissione speciale su Marcello Scuffi, con presenza di Marcello e del Professor Giovanni Faccenda; noi ce la siamo registrata e l'abbiamo guardata in religioso silenzio, evitando di guardarla in diretta per non essere tentati troppo (in questo periodo non abbiamo soldi da destinare ad altri quadri), e tanto meno evitando di chiedere agli Orler se potevamo assistere di persona, perchè splendidi come sono ci avrebbero detto di sì, e saremmo stati solo un impiccio in mezzo ai piedi, per giunta senza comprare (o facendo la lacrimuccia). Così ci resta imperituro e da sogno il ricordo della trasmissione speciale dedicata a Marcello Scuffi prima di questa, cioè quella del 25 Settembre 2011, a cui abbiamo assistito addirittura seduti in prima fila (letteralmente). E poi era il compleanno di Marcello, quindi la festa per noi è stata doppia.
Faccio un passo indietro, perchè mi sono accostata alla pittura di Scuffi tramite mio marito, che l'adora. Io all'inizio non impazzivo, la trovavo troppo triste, malinconica, piena di vuoti che mi angosciavano. Invece per mio marito era il pittore del cuore, lo sentiva in totale sintonia con le sue emozioni, e devo dire che lo trovavo logico dal momento che la mia dolce metà - causa dolorose esperienze di depressione - spesso indulge in momenti di malinconia, di sguardi al passato che non ritorna, di decadenza del presente. Se dovessi descrivere mio marito con i colori non sarebbero certamente accesi, sgargianti, brillanti, non sarebbero smalti, ma neanche acquerelli limpidi: lui è più un olio soffuso, notturno, insomma un pieno olio Scuffi. Il nostro primo Scuffi è stato acquistato su Ebay, dal ciclo della tintura delle pelli datato 1993, e quando è arrivato io ho storto un pochino il naso a vederlo così cupo, così monocromatico, mentre mio marito toccava il cielo.
Ho cambiato idea pian piano, osservando i cataloghi di Marcello, cercando su Internet tracce dei suoi quadri passati, e soprattutto paragonando la sua pittura alla poesia. Perchè Scuffi, oltre che pittore, per me è  poeta, anzi è proprio un poeta che scrive col pennello anzichè con la penna. Ho provato a leggere i suoi quadri come se fossero poesie di Montale, di Quasimodo, di Ungaretti, ho fatto vibrare le corde di Baudelaire (tutti nomi che - a leggerne anche solo poche righe - mi fan venire la pelle d'oca) ed ho capito la sua immensa grandezza. Ho visto e capito quello che gli storici dell’arte dicono di lui, perchè Scuffi sa dipingere davvero e portare l'aria del Trecento fin da noi. Non a caso lui e Nunziante sono i due fiori all'occhiello delle Gallerie Orler, due che fanno pittura vera perchè sanno pitturare, due pittori veri in decenni in cui chiunque appenda qualcosa, o sporchi qualcosa (non necessariamente con il colore, anche col ragù), o filmi qualcosa, o sappia fare belle fotografie viene definito "artista". A me piace la fotografia, assolutamente, ma anche dai libri del National Geographic. La PITTURA VERA invece non è da tutti.
Abbiamo comprato altri due Scuffi (una Piazza d'acqua e una Marina) tramite Orler, ma senza avvicinarci troppo, anche perchè era estate e praticamente le consegne le faceva solo Sansone. Poi abbiamo fatto una mossa carogna: abbiamo prenotato una maiolica di Nunziante esattamente la sera prima dello speciale del 25, presentandoci lì alla mattina con la scusa del ritiro. C'erano tutti. Io adoro Giuseppe Orler, l'ho già detto in un post precedente; chissà perchè tanta gente lo dipinge come un burbero. Secondo me vorrebbe fare il cattivo, ma ci riesce male perchè ha gli occhi buoni (e poi gioca a tennis ed è juventino, che resta un'accoppiata vincente). Comunque Giuseppe ci ha presentato Marcello, sua moglie, e anche il Professor Faccenda. Ci ha invitato ad assistere a tutta la trasmissione (in diretta!), e alla fine ci ha invitato a pranzo con loro (su questa ultima cosa mi ha spiazzato ed è stato a quel punto che l'ammirazione è diventata adorazione).
E' stata una delle giornate più belle della mia età adulta (si escludono quindi emozioni tipo il primo bacio e cose così). Intanto Marcello Scuffi: fin da quando gli stringi la mano la prima volta lui non sarà più altri che "Marcello". E' una persona vera, ha occhi veri, sorriso vero. E' toscanissimo - praticamente aspira qualunque consonante, a volte per capirlo è necessario aiutarsi col labiale - e questo facilita molto le cose: io e mio marito perdiamo la testa per la Toscana e i toscani. Se uno mi insulta in toscano glielo lascio fare. Ricordo di aver partecipato per lavoro ad un corso che ci addestrava a parlare in pubblico; ad un certo punto dovevamo lavorare a coppie, criticando costruttivamente l'esposizione del partner di turno. A me è capitato un carissimo collega niente meno che da Firenze, e ovviamente non ho saputo trovargli alcun difetto, per me poteva anche leggere l'elenco telefonico e sarei stata ad ascoltarlo convintissima per ore. Comunque Marcello ispira simpatia anche se sta zitto, per come ti saluta, per come ti abbraccia, per come ti ringrazia (lui che ringrazia te!!). Sua moglie uguale, dolcissima. E poi si vede che si amano un sacco, che hanno passato una vita vicini, in due sono bellissimi. Scuffi si emoziona quando gli comprano i quadri, quando gli fanno i complimenti, ma si può essere più poeti di cosi?
Assistere alla diretta è un'esperienza imperdibile, perchè capisci quale immenso lavoro c'è dietro, e poi io sempre con la fissa dell'osservare con occhio professionale ho sbavato per come riesce a mantenersi serio e proseguire con i suoi discorsi appassionati Dario Olivi in mezzo a quella cagnara. Ovviamente è arrivato il quarto Scuffi, perchè quando sei lì è fisicamente impossibile non comprare se ami l'arte; un circo meraviglioso, complesso, con un albero tutto Carrà sorretto da pali che Faccenda ha definito come “una crocifissione". A proposito, Faccenda, altra sorpresa. Non solo è toscano, è anche mio coetaneo, quindi parte già bene. Abbiamo chiacchierato come due al bar, di pittori che piacciono a me, di pittori che piacciono a lui (di Antonio Pedretti, che piace ad entrambi), della Mostra conclusa da poco a Fiesole - Böcklin, De Chirico, Nunziante - che lui aveva allestito per quest’ultimo Maestro, nell'ambito della sua rampa di lancio. Gli ho chiesto come gli era venuta l'idea del titolo "Isole del pensiero", perchè io sono letteralmente una maniaca del linguaggio, trovo che ogni parola abbia un suo senso ed un suo peso, e mi appassiona da morire capire perchè uno sceglie un dato titolo per un libro o un'esposizione, considerando che il titolo è al 70% ciò che ti fa avvicinare a quel libro o a quella esposizione. Volevo sapere il perchè delle tre parole, senza l'articolo e senza aggettivi, e lui invece di guardarmi come un topo morto mi ha risposto in modo appassionato, con spiegazioni, e siamo finiti a parlare di quale titolo potrà avere la Mostra che - in quello stesso luogo - lui organizzerà nel 2012 per Marcello Scuffi (Carrà, Rosai, Scuffi, come ha ufficializzato nello speciale di ieri). Io, per la cronaca, spero che lasci le tre parole (di più è troppo), ma che usi l'articolo, e magari un aggettivo rigorosamente in sinestesia. Qualcosa come "Il silenzio soffuso", o giù di lì. Poi ha espresso apprezzamenti sulla maiolica che avevo appena pagato, e sul circo. Che uomo. Tra l'altro fra il serio e il faceto (come con tutti i toscani non so mai distinguere, li guardo con aria tra il sorridente e l'ebete sperando che avendo davanti una donna abbiano pietà) mi ha detto che solo al quinto Scuffi si entra ufficialmente nel Fan Club; e allora "vih sih rehgala l'ahcquerehllino". Appena faccio su due soldi corro da Giuseppe perchè di Marcello mi mancano i treni, e allora caro Faccenda prepari l'acquerellino. 

6 commenti:

  1. oddio, che tristezza. e tutto questo per un pittore da televendite.

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    1. "Molti credono di avere un gusto classico e hanno soltanto un gusto borghese"
      Paul Claudel - Positions et Prepositions I, 1928

      Buongiorno anche a te, caro Anonimo! Che dici, sono senza speranza? E pensa che tutti questi complimenti a Scuffi (questi, più tutti i post che seguono, più il saggio pubblicato Mondadori...) li faccio pure gratis!
      Può essere, può essere, ma credimi: c'è anche chi sbava sul Grande Fratello, o sull'ultimo video di Belén che porta a spasso il pargolo. De gustibus.

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  2. Esilarante Mariquita!
    Chissà se nel frattempo, forse illuminata dal Professor Faccenda, é riuscita ad acquisire un deposito dei treni di Marcello Scuffi, non un bel dipinto ma "un capolavoro assoluto", così da poter accedere d'ufficio nel Fan Club omaggiata oltre a ciò da un acquerellino.
    Acclarato che Mariquita ha compreso chi sono i pittori veri che sanno pitturare, potrebbe inoltre non farsi mancare una tempera all'uovo di Antonio Nunziante, non una tempera qualunque ma "un'opera museale" mercé i consigli di Dario Olivi, ed entrerebbe così nella leggenda delle vendite televisive.

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    1. Sagace Anonimo Ironico! Ma perché poi non vi firmate con uno straccio di nome e/o di nickname (che fa tanto internettiano) quando lasciate questi commenti?... Li prenderemmo tutti più sul serio, così è proprio come lanciare il sasso e nascondere il braccio…
      Comunque, giusto per continuare questo dialogo tra il serio e il faceto, devo premettere che questo post è del lontano Gennaio 2012, e da quel giorno ne è passata di acqua sotto i ponti. L’acerba collezionista/bruco che ero si è trasformata in qualcosa di diverso, non dico già splendida farfalla ma magari una via di mezzo, compatibilmente con le possibilità economiche (visto che Monsieur Pinault se l'è già accaparrato quella gnocca della Salma). Certo che ho continuato a comprare Scuffi, perché continuo a trovare belli i suoi quadri, continuo ad essere affascinata dalla sua tecnica: sono andata ben oltre i cinque del Fan Club di Faccenda, e se tutto sommato Lei vorrà continuare a leggere il mio Esilarante Blog rigorosamente in ordine temporale (senza barare!), oltre a ricevere gratuitamente queste quotidiane iniezioni di buonumore scoprirà che l’acquerellino è arrivato davvero, regalo di Marcello in persona dopo che un mio saggio su di lui (da Esilarante-profana-non-addetta-ai-lavori) è stato pubblicato su un Catalogo Mondatori. Scoprirà anche quanto e come si è evoluto, in questi anni, il mio legame con gli Orler e con Giovanni Faccenda. E che ho commesso grave peccato con Nunziante (pure!), con una maiolica ed una tempera all’uovo, in effetti, non un olio, come faceva a saperlo? Lei è un vero mago, dovrebbe darmi qualche dritta giusta!
      Le confiderò un segreto: non ho mai creduto nemmeno per un secondo di fare i miliardi con Scuffi e Nunziante (né, del resto, con nessun altro dei nomi che le mie finanze mi permettono). Credo di aver comprato bei quadri, in alcuni casi capolavori, sì, ovviamente rispetto alla produzione media di questi due artisti, "capolavori per Scuffi" (ma non perché l’ha deciso il venditore di turno, solo perché così li vedo di gusto mio). In ogni caso l’importante è che mi piacciono, e a distanza di quasi tre anni continuano a piacermi ed a regalarmi attimi di felicità. Senza pretese. E’ già molto, mi creda.

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  3. Buongiorno, in un attimo di pausa ho sentito il bisogno di scrivere, questo post l'avevo letto ieri sera, la risposta del 7 settembre è "da incorniciare". Contavamo con mia moglie di salire verso Mestre il 28 marzo, ma si stanno "addensando" nuvolacce che non lasciano presagire nulla buono, simili a quelle che ci hanno impedito di essere a Firenze per Licata da Ristori. Cercheremo in tutti i modi di rimuovere le nuvolacce, se dovessimo riuscirci avvertirò, buona giornata
    Salvatore

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    1. Salvatore, quest'accenno alla serata Ristori su Riccardo Licata (che non era stata pubblicizzata più di tanto, devo dire...) mi spiazza: siamo molto più vicini di quanto immaginavo! Cominciamo anche noi a soffiare sulle nuvolacce, allora, chissà che in quattro non si riesca a dissiparle meglio. A presto!

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