Adesso svelerò un piccolo segreto su come è possibile ottenere il miglior trattamento da un Agente di Assicurazione, su qualunque Polizza di qualunque tipo (o, secondo il nome tecnico, di qualunque Ramo). Non parlo ovviamente di eventuali differenze di premio tra Compagnia e Compagnia dovute a tariffe diverse, parlo di quel valore aggiunto che un’Agenzia può metterci del suo, sia in termini di sconto (che, come già detto fino alla nausea, ogni Agenzia ha in maniera LIMITATA e quindi deve SCEGLIERE a chi riservarlo e a chi no) che in termini di servizio: pratiche gestite in modo rapido, incarichi ai Periti con preghiera di correre e tollerare, interessamento presso l’Ufficio Liquidazioni, nonché di questi tempi in molti casi qualche “aiutino” in termini di pagamento premi (traduco: mando i soldi io alla Compagnia e voi me li date un po’ alla volta quando li fate su).
Il segreto è tutto in dieci lettere: EDUCAZIONE.
Non mi interessa quante Polizze mi paghi, quanti premi mi versi, a meno che non siano veramente tanti (diciamo sopra 50.000,00 Euro all’anno), allora a quel punto posso passare sopra a molte cose. Ma non è il caso della normale famiglia con le due macchinette, la casa e – se va bene – una copertura Infortuni. Quando il mio guadagno si limita all’equivalente di due cene fuori, è evidente che posso permettermi il lusso di cenare a casa e mandare a quel paese un Cliente fastidioso. Non sbraitate, non urlate, non offendete, non pretendete lo sconto come se vi spettasse per diritto divino: non è così. L’ho anche letto su una autorevolissima rivista tra i consigli per risparmiare sulla Polizza Auto: “Pretendete lo sconto”. Ma siamo matti? E’ come se nella Rubrica del Cuore un ragazzo innamorato chiedesse lumi su come far colpo sulla ragazza di turno, e gli venisse risposto: “Saltale addosso”. Siamo nel 2012, nell’era iper-tecnologica, nel mondo della globalizzazione totale e ci siamo dimenticati del potere che ha un sorriso, un gesto gentile, una voce pacata. Alla sera, dopo svariate ore di ufficio con il refrain “Siete truffe legalizzate”, “Minimo del minimo”, “Tutti ladri, voi e le banche”, per qualcuno che mi si rivolga con gentilezza e mi chieda come sto potrei fare follie. Ci capita spesso, di limare via qualcosa dal premio solo per simpatia.
Non parliamo poi dei fondamenti dell’essere beneducati, quelli cioè che confinano con il rispetto per “l’altro”, per il suo impegno quotidiano, il suo lavoro, il suo essere “una persona”. Ricordate sempre che noi siamo AL VOSTRO SERVIZIO, ma NON siamo i vostri SERVI.
E quindi:
1) Se prendete appuntamento per le ore 09.00 non presentatevi alle 09.30 (peggio ancora, non presentatevi alle 09.30 quando sono io a dover venire da voi alle 09.00, perché alla mezz’ora persa aggiungo anche un’attesa con due gradi sotto zero, o trenta gradi sopra in estate, che è veramente irritante). L’unico effetto che ne deriva è che vi manderò in cuor mio a quel paese e vi giocate lo sconto per la volta successiva;
2) Se l’Agenzia chiude alle 12.30 non entrate alle 12.28 a meno che non abbiate veramente una cosa da sbrigare in due minuti. E’ inutile dire: “Ce l’ho fatta, sono arrivato entro la mezza” se sapete benissimo che mi farete uscire alle 13.00: farmi saltare il pasto non è esattamente la strada migliore per ottenere benevolenza;
3) E’ vero, siamo tanto flessibili e per venirvi incontro fissiamo anche appuntamenti fuori orario (tipo in pausa pranzo o a sera tardi); ma se per qualunque motivo non potete presentarvi, AVVISATE! Un imprevisto sarà sempre tollerato (anche se doveste semplicemente… cambiare idea). C’è gente che vive attaccata al cellulare, anche in bagno, anche a pranzo, manco aspettasse la telefonata di Obama che chiede il permesso per bombardare la Corea del Nord. Sprecate una telefonata per avvisare che non passerete, non aspettate che sia io a chiamarvi dopo mezz’ora; e se lo faccio, SCUSATEVI! Non dite “Tanto so che lei è sempre lì, pensavo fosse lo stesso”. E’ vero, io sono sempre qui, ma vorrei che fosse una scelta mia. Così vi giocate lo sconto, la benevolenza, e vi beccate anche dei deficienti.
Siate gentili ed educati, e vi si aprirà un mondo mai immaginato.
Eh sì sembra quasi la scoperta dell'acqua calda... Forse il fatto che viviamo in un mondo di buzzurri dove vince chi urla di più ci ha reso particolarmente sensibili al più piccolo gesto cortese? A volte solo un grazie che sarebbe doveroso pretendere ci sembra addirittura eccessivo! Mi è perfino capitato di scoprirmi piacevolmente sorpresa (e disposta magari a passar sopra ad infinite mancanze di rispetto) se uno dei miei figli mi tiene aperto il portone di casa quando sono carica di borse e zaini (miei e loro), o l'altro si scansa senza che io glielo chieda per permettermi di aprire la porta d'ingresso, senza per una volta pararsi davanti ostruendo il passaggio per poter entrare in casa per primo e costringendomi ad azzardati contorsionismi (sempre carica di borse e zaini). Anche se so che tutta questa gentilezza (!) è mirata (magari c'è in ballo un certo acquisto su Ebay...), ripeto che sono cose che fanno piacere (e pagano).
RispondiEliminaCerto che siamo proprio abituati male...