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giovedì 5 gennaio 2012

Telemarket vs Orler

Quando si parla di televendite d’arte, i nomi grossi sono due: Telemarket e Orler, e noi abbiamo fatto esperienza di entrambi. Va detto che a Corbelli – con tutti i suoi difetti – io personalmente farei un monumento, perché ha davvero reso più accessibile a tutti non tanto l’arte in sé (con quello che si fa pagare…) quanto l’IDEA dell’arte; Telemarket ha fatto capire all’Uomo Qualunque (quello che non è mai entrato in una Galleria, ma che sta col naso incollato alla televisione un indeterminato numero di ore del giorno e della notte) che anche lui aveva il diritto di conoscere il bello, e magari di portarselo a casa, perché il "bello” non può essere appannaggio solo di un gruppo di eletti ricconi e puzza-al-naso.
Tra l'altro, parliamo di una cospicua fetta di popolazione - e questo dimostra che gran genio del marketing sia stato, ai tempi d'oro, Corbelli (o chi per lui) - perchè il calciatore miliardario appassionato d'arte, o il famoso industriale, o l'attore americano che ama l'Italia, ha attorno costantemente decine di galleristi appiccicati come mosche, così può anche permettersi di tirare sul prezzo. Un prezzo sicuramente molto alto, ma con un margine di guadagno, di riflesso, molto basso. Invece la famigliola media con doppio reddito (quando ancora esisteva e stava bene) non se la filava nessuno, e tu ci vai a nozze: in fondo, guadagni di più con un unico Cliente che ti paga cento milioni di lire ogni anno, o con cento (mille? diecimila?)  anonime famiglie che ti comprano un milioncino di roba... ogni tre-quattro mesi?  
Premesso ciò, il nostro cuore è per gli Orler. Tutto e incondizionatamente. Per alcuni aspetti sono simili: bei canali, belle opere (più qualità da Orler, più novità da Telemarket), bella gente, venditori tosti; ognuno si sa porta l’acqua al suo mulino, per cui certi atteggiamenti sono speculari. Da Orler certi nomi non si possono fare pena zolfo e fumo, perché corrono con gli altri; idem da Telemarket, posso solo immaginare quanto brucia il volo che ha appena preso Nunziante. Il venditore è un uomo (come il cronista di vecchia memoria), per cui ha i suoi tic, le sue manie e il suo personaggio: io non credo che OGNI quadro varrà domani “milioni e milioni di Euro” come non credo che OGNI set allestito sia “il migliore mai visto”. Però provo simpatia e affetto per alcuni di loro, e spesso li seguo anche con occhio professionale perché cerco di intravedere le varie impostazioni, scoprire i vari tutor, è pur sempre vendita… Su questo Telemarket è una potenza, ma spesso dimentica che quanto più bravi si è nel puro marketing, tanto si perde in spontaneità di “pancia”, e io – sorry – vivo tanto l’arte con la pancia.
Comunque, questa è la mia versione della differenza tra queste due organizzazioni: abbiamo cominciato con Telemarket perché – quando cerchi arte in televisione – è onnipresente (lunghe notti estive con Vinetti…), allora ti siedi, ti bevi ore di dirette, dici “che bello quello, vediamo chi è su Internet, accidenti su Ebay lo trovi a metà” eccetera. Qualcosa hanno solo loro, Antonio Pedretti per esempio, che è un pittore meraviglioso a dir poco, e poi qualche sconto VERO alletta, quindi arriva il momento: compri. Noi ci siamo trovati con la casa nuova un po’ spoglia e un soldino da parte, e ci siamo detti: mica ci attacchiamo bot al muro, no? Abbiamo fatto un paio di acquisti che per noi sarebbero stati assolutamente una tantum, ma loro mica lo sapevano. Arriva a casa Il Funzionario In Cravatta perché è evidente che vuole capire chi sei, visto che sei nuovo; ti deve inquadrare subito, capire il tuo livello economico e se in futuro (breve o lungo) potrai essere un buon cliente. Sguardo tra l’interessato e l’inquisitore a quello che hai in casa, informazioni carpite qua e là sul lavoro che fai (ma a me venite a fare questi tiri, ma lo sapete quanti corsi sull’ “analisi dei bisogni” ho fatto in vita mia?). Per la cronaca, Il Cravatta deve aver capito che la casa era finita perché le due volte successive ci hanno mandato un giovanotto raffreddato con forte accento bergamasco in gilet d’emergenza (sì, quello arancione fluo con la riga) che non si è perso tanto in chiacchiere, e comunque a me è sembrato anche più simpatico.
E’ poi arrivato il momento in cui siamo andati noi da loro, al Tempio, lo Show Room di Roncadelle, che è stratosferico: enorme, luccicosissimo, pieno di cose meravigliose molto, molto ben esposte. Ti fa voglia di comprare anche se non hai soldi. Purtroppo voto zero all’umanità presente: dovevamo ritirare una cosa che in realtà non ci è piaciuta, ma si sa come vanno queste cose, sono qua, ho giusto giusto questi soldi con me, mi va di spenderli…. ma dico, tira fuori qualcos’altro, Ciccione in Cardigan, sei qua per vendere! Niente da fare: ci siamo sentiti rispondere che “non sapevano cosa farci vedere” (???) e siamo venuti via sentendoci dei mezzi pezzenti.
Quando siamo approdati agli Orler invece non è stato per un grosso acquisto, ma per un mezzo quadrettino da poco o niente, tanto che ci dispiaceva farli muovere per così poco e ce lo siamo andati a prendere là da loro. Un quadrettino del cavolo, mai visti prima, e ci hanno fatto un sacco di feste, riempito di libri e cataloghi, offerto il caffè, fatto visitare i loro set, fatto sentire di famiglia. Giuseppe Orler tifa Juventus più di me. La sera prima avevano venduto una Piazza d’Italia di de Chirico, già impacchettata e in partenza, e Giuseppe ci ha chiesto se volevamo vederla; e me lo chiedi? Insomma, il Signore dei Pacchetti mi avrà odiata tanto (era là che diceva con gli occhi digli-di-no-digli-di-no-maledizione), ma me l’ha fatta scartare e me l’ha piazzata sotto il naso, da vedere, accarezzare e contemplare. Da museo. Questa è la differenza. Telemarket è sempre la prima, ma Orler è per sempre.     

20 commenti:

  1. io purtroppo non ho i "danari" come dice Dario olivi,ma le emozioni che trasmette Orler alla tv sono uniche..Ad un certo punto non ti accorgi nemmeno più che e' una televendita,perche' soprattutto Olivi ci mette una tale passione nella lettura delle opere che ti perdi dentro.

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    1. Grazie mille carissima Ivana per la condivisione di questo suo commento! Ogni nuovo lettore mi riempie di gioia, se poi il nuovo lettore è appassionato Orler...
      E' proprio vero: da loro non è mai solo vendita. Ti entrano in punta di piedi nel cuore e poi non puoi più farne a meno.

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  2. Aggiungo un punto di vista tappetaro: no contest per competenza e professionalità dei presentatori sempre e comunque, per qualità della proposta molto spesso, per prezzo spesso. E non credo di essere di parte solo perché vagamente conterraneo degli Orler.
    Nicola
    P.s. scrivo in forma anonima per pura imbranataggine, non so fare diversamente










    P.s.: scrivo in forma anonima per pura imbranataggine, non so fare altrimenti.

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    1. Carissimo Nicola, come vedi non sei più anonimo, e circa l'imbranataggine non ti preoccupare, credo sarebbe una bella lotta... io sono la negazione totale di tutto quanto sia anche solo vagamente tecnologico.
      Tornando ai "nostri", concordo in pieno! Questo post è uno dei primi del mio blog, ma sono tornata più volte sull'argomento nei mesi/anni seguenti: se in quanto a pittura gli Orler sono indubbiamente una Galleria di ottima qualità, ma a volte se la devono giocare (con altre realtà, beninteso, non con i verdoni), in quanto a tappeti sono anni luce sopra chiunque. Da sbavare sul televisore, o direttamente sotto i riflettori.
      Ciao!

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  3. A una super-appassionata Orler si può chiedere che fine ha fatto Franchino Raccioppo?
    Ciao.
    Mauro

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    1. Quando sarà la fine del mondo?
      Gli angeli sono maschi o femmine?
      Esistono gli alieni?
      Che fine ha fatto Franchino Raccioppo?

      Burle a parte, caro Mauro, è vero che io sono un'appassionata Orler, ma alla fin fine non faccio parte della loro famiglia, e certe domande restano senza risposta nonostante approfondite indagini (che credo qualunque Cliente Orler abbia fatto, pubblicamente e/o clandestinamente, non foss'altro per curiosità quando non per sincero interessamento). Nessuno parla, nemmeno sotto tortura. Io una mia mezza idea ce l'ho, ma resta una pura ipotesi per cui non è il caso di parlarne. Dispiace, in fondo, soprattutto perchè la vita non è che sia sempre così prodiga di occasioni d'oro, sarebbe il caso di stare più attenti e tenersele strette.

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  4. Mariquita, che blog fantastico! Posso profittare? Bene: io, da sei anni, guardo solo quadri e, da quattro, frequento Ca' Foscari (Beni Culturali). E' colpa di Vanoni e di Olivi e di Boni; mia moglie li "odia" e pensa sia molto malato. Sul serio...
    Simone Finotello

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    1. Profitta, profitta. Anche spudoratamente, se ti va, fantastico Simone!
      I complimenti sono sempre graditi, soprattutto da un Cafoscarino (anch'io lo sono stata, in un'epoca in cui la penultima cifra era 8...). Ti confido un segreto, Simone: ha ragione tua moglie. Tu SEI molto malato. Però è una malattia che fa male solo al conto in banca (lì sì, bisogna non esserci troppo legati, posto di averlo!), per il resto fa stare solo bene, soprattutto quando si manifesta nella sua forma terribilmente contagiosa ed epidemica, e ti fa conoscere un sacco di bella gente in giro. Noi non abbiamo ancora trovato la cura; se per caso tu la trovi... non ti azzardare a venirmela a dire!
      Ti prego: non fermarti a questo post, torna a trovarmi!
      Basi & Struki.

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    2. Beh, io sono ricco sfondato... ma, per provvidenza, ho un buon equilibrio. Ho due Scuffi (che Silvia, il medico, gradisce): un giorno vorrei provare a cambiarli con qualcosa di storicizzato che, ovviamente, non gradirà. "Che roba è? Fatti vedere, tu e i tuoi amici, ma da uno buono". Ma io, mi pregio di me stesso!
      See you soon.
      SF

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  5. Salve su Linkedin mi hanno consigliato di esporre come artista emergente da Orler, cosa ne pensate?
    Grazie.

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    1. E a me lo chiedi, caro Manuel? Mi sa che è meglio se lo chiedi direttamente a loro (proposte.artisti@gmail.com, spero sia ancora in uso). In bocca al lupo.
      P.S. Non darmi del Voi che mi imbarazzo.

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    2. Credo che il Sig. Manuel maDiskiMaj Balestrucci intendesse chiedere (e non al diretto interessato che diciamo ha poco senso, come chiedere ad un pescivendolo se il suo pesce è di ottima qualità e fresco, oppure no...), se esporre nelle gallerie Orler è di per se un requisito che porti lustro a chi vi espone oppure no, e se investire in pubblicità o presenza sui loro portali o apparizioni televisive (poiché nei portali c'è inserito un "pacchetto artista" da acquistare per essere presenti sul portale). Mi corregga Manuel se ho interpretato male la sua domanda, perché la risposta interessa molto anche a me. :)

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    3. Ma pensa te, sono davvero un miracolo di ingenuità, non c'ero arrivata, giuro. Provo a rispondere, allora, caro amico e caro Manuel (scusadomi per l'anno di ritardo!).
      Premetto che io parlo da collezionista e quindi non sono assolutamente a conoscenza di "pacchetti artista" o altro (ma siamo sicuri? Quale portale? Io quando parlo di Orler intendo i Fratelli Orler Giuseppe-Giovanni-Marco-Paolo, quelli con sede a Favaro Veneto e Gallerie a Mestre-Abano-Campiglio, che mi pare abbiano a livello web un solo sito e anche - a mio parere - un po' scarsino... boh).
      Personalmente (ma è un parere suffragato da svariati confronti con altri utenti/appassionati/collezionisti un po' ovunque in Italia) credo che le televendite Orler (dei "miei" Orler di cui sopra) siano per qualità una spanna sopra a qualunque altra televendita. Intendo "qualità" in generale, sono estremamente considerati rispetto a qualunque altro "concorrente televisivo", sia questo l'emittente minore che oggi trasmette e domani non si sa, oppure la Corazzata Telemarket/Starmarket/TizioCaioMarket che negli ultimi anni ne ha combinate parecchie e ha bruciato il proprio nome e quello di chi esponeva con loro.
      Indubbiamente essere presentati durante gli spazi televisivi Orler è un bel gagliardetto per un artista, ma attenzione! E' pur sempre una televendita, con i suoi pro e i suoi contro. Grandissima visibilità mediatica, ma altrettanto rapidissima sparizione se "non funziona". Un certo distacco da parte dei collezionisti di gallerie "fisiche". La vicinanza (a parete) con mostri sacri ma anche con ciofeche pazzesche, alle quali vengono dedicate le stesse entusiastiche parole nel giro di sessanta secondi (beh, poi dipende dal presentatore). Tutte cose di cui, tirando le somme, bisogna tener conto, senza che io continui con esempi che sono lampanti...
      Un abbraccio!

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  6. Complimenti a tutti. Confermi quanto scritto in precedenza...glu Orler hanno ampliato gli spazi anche ad artisti emergenti... Un piccoli esempio... https://m.youtube.com/watch?v=sgkor4gNcM4

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    1. Ecco svelato l'arcano, dunque. Urge precisare che le famiglie di galleristi Orler nel mondo dell'arte sono due: i figli di Ermanno Orler e i figli di Davide Orler, tutti cugini fra loro dal momento che Ermanno e Davide erano fratelli, ma dal punto di vista dell'attività galleristica ben divisi, con realtà e strutture totalmente differenti.
      Io sono Cliente e assidua frequentatrice degli Orler “di Ermanno”, quelli che hanno la televisione più “corposa”, con Olivi, Vanoni & Co., per intenderci. Nulla posso dire circa gli Orler “di Davide”, che in televisione hanno una presenza estremamente ridotta e meno diffusa dei cugini (con il garrulo Willy, figlio del compianto Gigi Montini), e che al contrario hanno fatto una scelta massiccia per quanto riguarda il canale web. Non conoscendoli, non ho mai approfondito le loro proposte, né quelle rivolte agli artisti, né quelle per i collezionisti.
      Ora farò un'affermazione da prendere con le pinze, perchè è il mio parere personale e non sia mai che condizioni le scelte di qualcuno, però se me lo si chiede rispondo: io, al web, credo pochissimo. Come collezionista mai e poi mai mi piazzerei a guardare Youtube e/o a scegliere da un computer. Forse sono troppo in là con gli anni, come la frutta matura... chi lo sa. Certo è però che chi è giovane ed abituato ad interagire con questi strumenti e questi canali, difficilmente ha tanti soldi da spendere in opere d'arte. E certo è che anche Franco Boni, nome assai discusso nel mondo dell'arte ma altrettanto indiscutibilmente geniale, quando è sceso in campo per dare una scossa all'attività del figlio (che gestisce ArteInvestimenti, inizialmente partita solo sul web) l'ha immediatamente fiondato in televisione.
      E poi, non mi piace per niente il siparietto “acquistato”, i trenta minuti di notorietà che si vede lontano chilometri che sono una tantum. Preferisco gli Speciali televisivi dedicati ad un artista certamente “di scuderia”, ma comunque inseriti nell'ambito di progetti più vasti, come Mostre (nelle Gallerie di casa, o in veri e propri Musei o spazi espositivi esterni), Cataloghi, eccetera: creano una maggiore continuità, e sicuramente colpiscono più a fondo la sensibilità del collezionista.

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  7. ho visto centinaia di trasmissioni di telemarket e orler.
    telemarket spinge su oprre e nomi che ha comprato in quantita'industriale(schifano biggi arman faccincani cascella ecc..)e che cerca di vendere al meglio con un futuro di investimento molto dubbio..
    orler invece spinge su autori di maggior qualita'(vedova scuffi meggiato nunziante alinari berlingeri corpora)ed a volte di grande qualita'(de chirico hartung picasso vasarely castellani ecc).
    io sono appassionato ma non compro..se dovessi coprare andrei su autori che mi piacciono e hanno storia certa e profonda.
    comprerei una piaxza di dechirico,un paesaggio di sironi un opera di corpora .
    per quanto riguarda il mondo dell'arte in genere il parere e'difficile e non credete a chi dice di conoscerne i segreti.
    non esistono.
    esiste la qualita' ed esiste il mercato loro decidono e nessuno prevede sul lungo termine.
    sul breve ad altissimo livello decidono i grandi ricchi e le grandi gallerie e di solito azzeccano(vedi aste di soteby's e christy's).
    per il piccolo e medio investitore non c'e' scampo ..solo il caso e la fortuna

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    1. Caro Antonio, mi fa piacere questo tuo secondo commento all'interno di Trecose, che pur essendo un blog chiuso continua bene o male a ricevere attenzioni (e in fondo è cosa che gratifica, tant'è che mi ero ripromessa di non continuare la moderazione dei commenti e invece ancora lo faccio, perché non sono pronta - evidentemente - a spezzare il filo una volta per tutte).
      Se ti sei imbattuto in me per caso, e non hai avuto modo di seguire, a suo tempo, lo sviluppo dei miei post, potrai notare tramite quelli contrassegnati con "Arte" oppure "Orler" che sono assolutamente d'accordo con te! Sottoscrivo ogni tua parola!
      Io ho comprato varie cose sia da Gallerie dotate di televendita, sia da Gallerie senza canali TV; con gli Orler si è sviluppato nel tempo un rapporto umano più profondo, ma che non scalfisce minimamente l'assunto che hai esposto: per il piccolo e medio investitore valgono solo caso e fortuna. Infatti, ben conscia di ciò, e non potendo nemmeno io permettermi una Piazza di de Chirico degli anni giusti (ma nemmeno un Vasarely, e ti giuro che per lui farei carte false...), ho comprato opere più consone alle mie tasche investendo solo in bellezza. E' un investimento differente, ma senza rischi!
      Ho sbagliato? Per molti sì, di sicuro. Sono felice di averlo fatto? Sì, di sicuro. E lo rifarei.

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  8. Buonasera,tanti gli artisti in catalogo,ma sempre gli stessi.Io per la verità faccio delle ricerche,cercando di scovare qualcosa di nuovo di emozionante,girovagando ho scovato uno artista interessante,che con la sua pittura fa riflettere,questo è ciò che mi ha suscitato.Le opere di oltre vent'anni sono sconcertanti per essere cosí attuali,pregnante dell' essenza di poesia e vita,democrazia e quasi un politico ante litteram,che pone quesiti e riflessioni.Comunque il suo nome è Bruno Pastore Galderio.Grazie per aver dato con il vostro sito l'opportunità di espressione.Saluti

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    1. Grazie a te, caro Amico Anonimo, per aver condiviso qui, in modo così garbato, questa tua scoperta.

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