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mercoledì 4 gennaio 2012

Foto ai Presepi

Non ho postato neanche ieri, e questa volta lo stomaco non ha colpe. Mi dispiace esser venuta meno per la seconda volta in così pochi giorni ad un impegno che mi ero presa con tale convinzione, e la parte razionale di me comincia a chiedersi se forse/mah/dopotutto non soffro più di tanto; in realtà non è così (magari). Per ovvie motivazioni "pratiche" il luogo dove meglio accedo al pc è il mio ufficio, e ieri in ufficio non ci sono andata, avevo bisogno di una pausa. Il mio delizioso marito (che ha l'occhio lungo, e tanta, tanta esperienza) ha deciso che una giornata di coccole me la meritavo e mi ha portato a spasso, così non mi incatramo a pensare solo ed esclusivamente alla Persona-Che-Mi-Ha-Distrutto.
Una piccola divagazione: perchè di questi tempi siamo assolutamente preparati al fatto che qualunque matrimonio possa finire (e parlo del matrimonio, che dovrebbe essere eterno per definizione, indissolubile, inscindibile, poi ci sta che qualcosa possa succedere, ma almeno in teoria dovremmo pensare che "per sempre" voglia davvero dire "per sempre"!!), mentre siamo così ingenui da credere che qualsiasi altra forma affettiva (dall'amicizia a... tutto il resto) non finisca mai? Nasciamo vaccinati per la fine del matrimonio, e la fine di qualsiasi altra cosa (nata per finire) ci devasta. Stranezze del terzo millennio. Fine della divagazione.
Ieri siamo andati a passeggiare a Jesolo, perchè adoro il mare in inverno: l'odore dell'aria, il colore indefinito e infinito mare/cielo senza interruzioni, questa idea di città un po' fantasma, di decadenza. Abbiamo visto il Presepe di Sabbia (che adesso com'è ovvio chiamano Sand Nativity, ma trovo che Presepe di Sabbia non sia tutto sommato scandaloso), affascinante nel suo genere. Di quante belle cose possono disporre i bambini attuali che ai miei tempi non c'erano! Speriamo che non diano tutto per scontato. Parlo dei bambini perchè mi ha colpito moltissimo una cosa; come noi si immaginava c'erano tante famigliole con bimbi, e come noi non si immaginava c'erano più macchine fotografiche/cellulari che bimbi. Era tutto un clic, tanto, troppo. Intere famiglie che passavano da un soggetto all'altro senza commentarlo, senza fermarsi a GUARDARE, solo scattando in continuazione: clic, clic, mettiti lì clic, spostati là clic. E poi fuori, via. Sono certa che, una volta  a casa, tutti riguarderanno queste enormi montagne di immagini e allora - SOLO ALLORA - commenteranno ciò che hanno visto. Non è un po' stonato? A questo punto tanto vale scaricarsi da Internet tutte le cartoline disponibili e guardarsele da casa propria. Non è più bello, più pieno, più completo, GUARDARE ciò che hai davanti, notare, condividere, MENTRE lo fai? La foto ci sta, ci mancherebbe, una foto che sia un ricordo di un'emozione provata; non un reportage che ti ricordi di non aver notato che - in quel momento - stavi vivendo. 

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