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sabato 7 gennaio 2012

Io e Van Gogh

Lo scorso Novembre ho partecipato ad un evento che mi ha a dir poco emozionato, e rimarrà nella mia memoria come uno degli episodi più incredibili della mia vita. Il giorno 12 veniva inaugurata nel Palazzo Ducale di Genova la stratosferica Mostra "Van Gogh ed il viaggio di Gauguin", tuttora in corso ed assolutamente imperdibile per chiunque anche solo simpatizzi con l'arte, non parliamo degli appassionati. Nella annessa Loggia degli Abati quel drittone di Marco Goldin presentava una bella Mostra di Antonio Nunziante, "Paesaggi della Luce", e si può immaginare l'effetto-traino dell'accoppiata con l'esposizione principale per questa nuova tappa della carriera del Maestro Nunziante, ormai definitivamente decollata tra i grandissimi contemporanei - con buona pace di chi lo critica, e mia profonda gioia visto che possiedo una sua opera e spero che mi aiuti un giorno a finire di pagare il mutuo (e anche se non dovesse farlo va bene lo stesso perchè a me piace anche solo guardarla, Nunziante non è esattamente Mister Simpatia ma con il pennello in mano dice la sua).
Comunque, a tutti gli iscritti al sito del Maestro Nunziante era stata offerta la possibilità di ricevere un invito numerato (non ricordo quanti fossero disponibili) per presenziare all'inaugurazione della Mostra dei Paesaggi la sera del 10, con visita guidata a porte chiuse per la Mostra Van Gogh/Gauguin solo per il nostro gruppetto; era cosa assolutamente da non perdere, ed infatti non l'abbiamo persa. L'emozione principale tuttavia non è stata la visita alla Mostra in sè - comunque meravigliosa, con due Kandiskij da urlo e una serie di Van Gogh talmente belli che di così belli non ne avevo visti neanche ad Amsterdam (difatti venivano da Otterlo). Non è stato neanche il fatto di poterla visitare in "pochi", cosa che già valeva il viaggio dato che il brutto delle Mostre di grosso richiamo è proprio il fatto di trovarsi pigiati in una stanza con altre cento persone, e dover trottare tra scolaresche agitate o gruppi di anziani con guide urlanti, senza potersi soffermare e lasciare che la tua anima respiri la beatitudine. No.
La settimana precedente Genova era stata funestata dalla famosa violenta alluvione, e l'allestimento della Mostra aveva subito comprensibili ritardi: le descrizioni a muro non erano ancora state completate, il Bookshop non era ancora allestito, abbiamo girovagato tra i tecnici che stavano sistemando le luci dalle impalcature (come quando si hanno i pittori a casa... solo in mezzo a quaranta Van Gogh !!!), e... i quadri non erano protetti, nè da cordonate nè da allarme. Io lo so che è una cosa che non si deve fare, che è sbagliato e che dovrei pentirmene. Ma era un'occasione unica, data dalla situazione e dal momento, e non me ne pento. Anzi, sorrido ancora se ci penso. Ho allungato la mano (pulita, pulitissima) e ho TOCCATO un Van Gogh. Ho toccato la tela, ho sentito i passaggi del colore, ho seguito le sue volute, ho passato appena le punte delle dita della mano destra dove LUI aveva passato il pennello. Spero non mi abbia visto nessuno dei due-tre addetti che ci seguivano preoccupati, ma tutto sommato erano più intenti a braccare i maniaci della foto (anche QUELLO non si potrebbe fare), che erano più numerosi di me. Apro una parentesi e rimando al mio post "Foto ai Presepi": sei davanti a dei capolavori dell'umanità in un contesto irripetibile e tutto ciò che riesci a fare è scattare un reportage in sessanta secondi? Va bene che il Bookshop era vuoto perchè gli scatoloni con le cartoline erano in ritardo, ma...
Per tutta la sera non sono riuscita a pensare ad altro, a forza reprimendo il sorrisetto da marachella. Ho ricordato i documentari su Elvis Presley e sulle sue fan che si contendevano i fazzoletti con cui lui si asciugava la fronte. Ho pensato a quando, da ragazzine, si sogna di poter toccare anche solo la giacca al cantante di turno, o all'attore dei sogni, oppure si conserva l'autografo con dedica dello sportivo e non ci si lava la mano che lui ha stretto. Beh, ho passato i quaranta da un po', non sono più una ragazzina, e ho toccato un Van Gogh! Uno vero. Più emozionante di un bacio.

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